L’ACQUA PUBBLICA E LA TREMARELLA DI MOLGORA

onda4237_img Per salvaguardare l’acqua pubblica c’è stato un buon passo avanti, che va sottolineato. La decisione dei giorni scorsi deliberata dal Consiglio regionale della Lombardia di non obbligare l’affidamento della gestione del ciclo dell’acqua solo previa gara, che nei fatti avrebbe aperto le porte ai privati e all’impoverimento dei cittadini è un primo piccolo successo.   Un successo frutto di impegno e testardaggine che ha visto dapprima solo i cittadini, oltre  4000 firme nel nostro territorio, e poi molti sindaci lombardi in prima fila a far argine, diga e scuola contro la spogliazione di un patrimonio collettivo e comune, indivisibile che è l’acqua e la sua gestione come bene pubblico.

E’ corretto e onesto dire, però prima che si prendano meriti non propri ma di facile autoattribuzione in campagna elettorale, che questo impegno – che ha portato ad un risultato altrimenti impensabile –  non ha trovato sostegno e addirittura in diversi casi ostacolo, subdolo e arrogante, da parte dell’amministrazione provinciale, nelle figure del Presidente Brivio e soprattutto dell’Assessore all’ecologia Molgora. Hanno, e non è per nulla poca cosa, da cattivi amministratori del bene pubblico aspettato gli eventi, subendoli e non provando a tutelarsi e tutelarci. Non hanno seguito, per cecità, tutte le strade che avevano a disposizione per una maggior e più sicura tutela del patrimonio e del bene pubblico. Coprendosi – a differenza di centinaia di altri – sotto l’ombrello della scusa che la Regione Lombardia avrebbe commissariato l’Ente.  Minaccia finta e soprattutto non perseguibile. Infatti non l’ha subita nessuno. Oggi si fanno e si faranno vanto di essere dalla parte dei cittadini. E’ partita la campagna elettorale. Molgora e Brivio continueranno ad insistere che “l’in house” – per esempio – non è fattibile o finalmente si ricrederanno? Si ricrederanno o ancora adesso saranno convinti che l’ignavia sia la soluzione migliore? Non potranno prendersi i meriti e quindi bambinescamente screditeranno l’accordo invece di beneficiare dei risultati di impegno dei cittadini, delle  associazioni e di oltre 100 comuni lombardi che hanno dimostrato di aver ragione e di impegnarsi per dimostralo. Molgora farà credere che sarà complicato fare l’in house. E’ complicato se non ci si prova nemmeno, solo per fare fumo e nascondere l’incapacità.  Ora recuperino invece il tempo e la ragione persa. I tempi sono stretti per seguire almeno il primo passo deliberato dalla Regione, andando più avanti, oltre l’in house, oltre all’affidamento diretto senza gara, ragionino e attivino un consorzio o altra realtà che non sia, come ora hanno fatto, una SPA. Una realtà che non sia quindi di diritto privato ma riconosca appieno il ruolo, la valenza e l’interesse pubblico. Se ci avessero ascoltato Brivio e Molgora, quest’ultimo addirittura, come una casta, autocandidatosi a presiedere la Società per azioni, se avessero ascoltato, per esempio, l’ATO di Lodi, se non volevano sentire i cittadini ma almeno solo gli amministratori, avrebbero risparmiato tonnellate di carte da bollo, di uffici notarili e di spese per modificare statuti e soprattutto piani ed indagini da centinaia di migliaia di euri. Siccome ascoltano – non la claque, quella sempre – solo in campagna elettorale questa volta osino il possibile Brivio e Molgora facciano l’interesse pubblico e del cittadino è facile, se lo si vuole fare. Come bere un bicchier d’acqua. Pubblica.

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