FUORIGIOCO. Ce ne vorrebbe una al giorno

Non moltissimi mesi fa anche al Bar Mojito del Viale Turati di Lecco è stato messo a  segno un furto.
Dalle prime notizie trapelate mi stavo dicendo: caspita tutta la mia solidarietà. Qui c’è gente che lavora e arrivano dei ladri a rovinare tutto. A vanificare gli sforzi di una giornata.
Mi sono così informato e cercato di approfondire. L’ho fatto.
Non vorrei sembrare cinico ma posso se non ritenermi contento almeno non provare nessun tipo di solidarietà?
Premesso che i furti, se non per fame, vanno (quasi) tutti condannati, è altrettanto vero che ci sono furti e furti.
Alcuni fanno girare le scatole, altri l’economia, altri sono restituzione del maltolto… Il furto in questione, infatti, senza procurare danni e spaventi diretti ad avventori e personale ha interessato esclusivamente le macchinette slot machine, i vodeopoker. Cioè quello strumento che da più fonti è accertato sia causa di disagio e dipendenza.

Un modo facile e pericoloso, in termini sociali (che sembrano apparentemente molto cari ai titolari del Mojito), seppur legale di far soldi (una montagna di soldi: “Il Mojito ci gratifica dicendoci quanto al giorno, fine settimana, mese, anno?) senza minimamente interessarsi e tener conto di tutto il dramma e la vulnerabilità che oramai quotidianamente anche le strutture ospedaliere e Asl registrano come patologia da questo tipo di gioco.
I videopoker, soprattutto in un locale altamente frequentato da giovani e adolescenti come lo è il Mojito, dovrebbero essere rapinati e messi fuori uso quotidanamente.
E gli stessi avventori, (vale per tutti i bar che hanno le macchinette) almeno fra quelli più sensibili e svegli dovrebbero lanciare una campagna di sensibilizzazione tipo: “Mojito (Bar x) o noi o le macchinette”. Sempre se pensano di contare qualcosa e non essere solo trattati come consumatori e spenditori di palanche.
Mi auguro fortemente quindi che i titolari del Mojito al posto di dare la caccia al ladro alla fine lo ringrazino perchè forse è stata l’occasione buona per svegliarli dal torpore della convenienza economica. Devono però far da soli, il Comune è tollerante.

Invito a guardare la “vignetta” e a proporla al proprio locale.

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