L’Imu può essere una mezza stangata o una grande opportunità per la città.
Mesi fa, per evitare che l’imposta rispondesse al primo tipo, avevamo proposto pubblicamente alcuni suggerimenti sul suo impiego, raccogliendo l’invito dall’Amministrazione stessa durante il suo Tour di presentazione del Bilancio alla Città.
Abbiamo provato a chiederle dati aggiornati per essere puntuali, ma la richiesta è rimasta pressoché lettera morta. Così come le affermazioni del nostro Sindaco (e assessore al Bilancio) secondo le quali l’adozione e la modulazione dell’Imu sarebbe stata una “scelta strategica in favore delle famiglie”. Era possibile modulare differentemente le aliquote, riducendo quella sull’abitazione principale non di lusso e valutando diversamente le categorie catastali, le case sfitte, i grandi insediamenti commerciali, le banche, in maniera più efficace e d’aiuto alle famiglie, ai negozianti e alle attività produttive.
Non riusciamo a comprendere perché le case di lusso, seppur catalogate come “prima casa”, non possano pagare un’aliquota più alta per ridurla invece a quelle di minor “pregio”? Perché non mettere al massimo l’aliquota per le case sfitte, per i grandi centri commerciali e ridurla per i negozi di vicinato? Perché non mettere al massimo quella per seconde case e banche e ridurla alle imprese in difficoltà?
Perché non usare questa leva per raccogliere, dove già ci sono, maggiori risorse da utilizzare (almeno) per tappare il buco dei tagli ai servizi che sono in procinto di essere deliberati?
E’ una “cortesia” fatta alle famiglie lasciar agio ai supermercati e tagliare i contributi al settore sociale, al trasporto pubblico, al riscaldamento degli immobili, agli interventi di assistenza domiciliare, ai sussidi agli anziani ricoverati in Istituto, alle associazioni che operano in campo sociale, agli adulti in difficoltà ai servizi cimiteriali etc.etc.etc?
E’ vero, il governo Monti (gradito al Sindaco), che aveva promesso di garantire comunque le stesse risorse ai Comuni indipendentemente dal gettito dell’IMU, si è rimangiato la parola in maniera tecnicamente “truffaldina”, senza integrare i trasferimenti statali ai Comuni che, come Lecco, hanno incassato per le aliquote basi dell’IMU meno di quanto preventivato. Ma la scelta di non differenziare le aliquote dell’IMU, in capo al Comune e soltanto a lui, e i tagli governativi dei contributi erariali, produrranno pesanti tagli dei servizi per i cittadini.
A partire dall’anno in corso per oltre 1,5 milioni di euro e di oltre 2,4 milioni per le due annualità successive, come da Delibera presentata in Commissione martedì 11 e in approvazione nel Consiglio comunale di lunedì 17.
Dunque attraverso una corretta e sì strategica adozione dell’Imu si poteva offrire alla città una grande opportunità. Ha vinto la stangata, indiscriminata. Per scelta e non per obbligo.
Qui Lecco Libera
2 pensieri su “IMU: HA VINTO LA STANGATA INDISCRIMINATA”