“….e i francesi che si incazzano che le palle ancor gli girano” cantava Paolo Conte e noi scrivevamo qualche post fa.
Questi francesi sono i multimilionari d’Oltralpe sul piede di guerra e con le valigie in mano. Destinazione Paradiso Fiscale giusto poco più in là. Dovrebbe esserci un moto di indignazione, una ribellione verso queste mete e chi apre le valige e ci va. Ma i titoli dei giornali, non segnalano quest’aspetto ma, in fondo, giustificano quei francesi che si incazzano. Ultimo, almeno finora, Gerard Depardieu, che insieme a Catherine Deneuve, Monica Bellucci, Bernard Arnault, decine di supermanager di imprese, finanziarie e società quotate, stanno prendono la valigia o minacciano di farla.
L’attore francese, ha ammantato di ipocrisia la sua scelta di lasciare la Francia: “sono un vero europeo, un cittadino del mondo come mi ha sempre insegnato mio padre”. Ha scavalcato la frontiera e diventerà cittadino belga. Un piccolo salto. Andrà infatti ad un paio di chilometri dal confine francese, a Néchin, cittadina famosa per il regime fiscale agevolato che applica ai ricchi espatriati francesi. Li già ci stanno alcune famiglie alla guida del colosso Carrefour e membri della “dinastia” Mulliez che controlla Auchan.
L’aspetto allarmante e nello stesso tempo grottesco è che ben il 40% dei francesi (sebbene sia solo un sondaggio) capisce la scelta dell’attore di espatriare. Speriamo che capire non sia giustificare.
Per evitare, contenere, queste fughe ci sono ben poche strade. Non ultima però è quella, che dovrebbe essere utilizzata anche in Italia, di rinegoziare gli accordi fiscali con gli altri Paesi. E “costringere” la Comunità Europea, l’Unione Europea a rivedere le regole, a costruire un minimo di armonizzazione fiscale comune. Legiferare, anche in campo nazionale, per tassare gli espatriati. Rivedere le convenzioni fiscali una a una e in un futuro, appunto, collettivamente come Europa.