ARMA IL PROSSIMO TUO

imageMa si sposano tesi che rafforzano le proprie convinzioni o viceversa?

Nessun dubbio che un giornale cattolico – come lo é Resegoneonline- abbia principalmente a cuore la sorte di cristiani ovunque siano nel mondo, é legittimo, però vivaddio almeno un poco di precisione e informazione.
L’editoriale “sotto la lente”  sulle ragioni per armare i curdi contro gli estremisti islamici, contiene opinioni vendute per fatti e importanti fatti, utili alla comprensione della situazione, invece negati.
Negati non perché non conosciuti ma perché, con ogni probabilità, facevano a pugni con la tesi che si é voluto sposare e divulgare.
Un po’ come un precedente editoriale dove si sparava ai quattro venti il ritorno dell’infibulazione delle bimbe ad opera degli islamici iracheni e nemmeno mezza riga – malgrado segnalatogli con tanto di fonte – sulla bufala della stessa.

Questa mia l’ho inviata anche come lettera al Direttore de Il Resegoneonline, farà la stessa fine, però ci si prova. Servirà almeno per misurare, a me stesso, l’onestà intellettuale.

L’editoriale apre con le fortissime parole del Pontefice: “é lecito fermare l’aggressore ingiusto, sottolineo il verbo fermare, non bombardare o fare la guerra. Una sola nazione non può giudicare come si ferma l’aggressione, ma l’Onu»

Ebbene però, per giustificare la loro tesi, invece, sono a favore dell’armare una delle due parti, e sono a favore dell’attacco fatto da una nazione sola, gli Usa.

Delle due l’una, o si sta con il Papa o con il gendarme. O con Gesù o con Barabba, con entrambi non si può.

É da almeno due anni che si sono intensificate le persecuzioni verso le minoranze religiose in Iraq. Ma nessuno ascoltava il grido d’allarme.  Oggi che in Iraq yazidi e cristiani muoiono assediati dall’esercito dello Stato Islamico il mondo si è accorto di loro. Eppure ne parlava Emergency e Un Ponte per… che erano sul posto.

La guerra in Iraq rischia di provocare lo sterminio delle ultime comunità cristiane, yazide, shabak, turcomanne rimaste nel paese. Da metà giugno sono centinaia di migliaia le persone in fuga. Ma la guerra non si arresta.
Forse serve una forza Onu di interposizione piuttosto che dare armi così a capocchia.

Ed é inutile negare o far finta di non sapere che l’Iraq, come la Siria ed il Libano, rappresentava uno dei pochi mosaici di civiltà rimasti nel Vicino Oriente.
Prima dell’attacco americano del 2003 c’erano più di un milione di cristiani.
Oggi ne sono rimasti 400.000. Migliaia anche le altre minoranze che hanno subito stragi e persecuzioni negli ultimi anni. Sono figli di culture millenarie come gli Yazidi, o come i siriaci cristiani che parlano l’aramaico. Vivevano già da tempo sotto assedio e protetti dai kurdi. Ma le bombe americane che oggi vogliono (forse) cacciare gli estremisti islamici allora li ha fatti arrivare.
Oggi l’Isis li sta di nuovo perseguitando, non vi é dubbio, ma sarebbe buona informazione innanzitutto ricordare chi li ha alimentati e cosa ha detto giusto qualche settimana fa Hillary Clinton quando ha riconosciuto che “gli son sfuggiti di mano”.

Gli era già successo con Saddam Hussein in contrapposizione agli ayatollah iraniani, con i muyaddin afghani diventati poi Talebani per comodità dopo l’11settembre… Tutti amici poi diventati nemici. Tutti prima armati e poi….

E a proposito di armi noi italiani siamo tra i principali fornitori. Dobbiamo deciderci o gliele vendiamo e poi non ci scandalizziamo se le usano, o non gliele vendiamo. Non é un paradosso continuare a pensare che nell’emergenza l’unica soluzione sia armare quelli che ci sembrano i meno peggio al momento in quella regione? 

Infine senza farla lunga l’altra tesi dell’editoriale: l’occidente é buono e difensore dei deboli. Se é vero dovrebbero decidersi…perché questo occidente é lo stesso che, insieme a tutti gli altri, Usa esclusi, ha votato, da anni e più volte, risoluzioni Onu che riconoscono la Palestina e condannano le violenze di Israele, che riconoscono confini che Israele non accetta e non riconosce. Che si fa bombardiamo Israele o almeno ci fa, il Resegoneonline, un editoriale “sotto la lente”?

 

 

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