Stiamo impazzendo.
Se il metro della lucidità di analisi e del pericolo sono i commenti alla Classifica annuale di gradimento dei sindaci, meritiamo l’estinzione.
Anche quest’anno il Sole 24 Ore ha infatti pubblicato la classifica dei “Sindaci più graditi in Italia” ed è stato, come ogni volta, un aprire il sipario e nell’arena del circo mediatico. Numeri dei saltimbanchi, piroette, mangiafuoco e lanciatori di coltelli.
“E’ finita la luna di Miele di Brivio”.
“Quasi l’1% dei cittadini che aveva scelto per sindaco Virginio Brivio sei mesi fa, riconfermandolo, oggi non lo rivoterebbe”
“il plauso maggioritario di cui ha goduto e gode non è più senza riserve: forse l’indulgenza e la comprensione lasciano il campo a un atteggiamento più critico”.
Potrei continuare…
Figuriamoci che gli anni scorsi avete addirittura scritto: “Non si può pretendere che possa fare i salti mortali in questa situazione di crisi”. “Tutto senza di lui sarebbe andato peggio”. (Gianfranco Colombo, La Provincia di Lecco 14/01/2014 pag.1 e 10).
O, quando saliva, era lo stesso Sindaco a dire e dirsi “mettere la faccia paga”.
Oggi tutto cambiato, tutto diverso troviamo lanciatori di coltelli tra gli stessi che prima lanciavano medaglie con la stessa immotivata sicurezza.
Il 53,5% di oggi diventa apocalitticamente diverso e peggiore per giunta del 50% dello scorso anno e addirittura una fine della luna di miele con la città.
Starò impazzendo ma resto della mia idea. Questo sondaggio è una farloccata buona solo per le pagine dei giornali.
Perché è così semplice, basterebbe guardare il metodo del sondaggio, i numeri, i dati e porsele due domande, mica così stravolgenti ed impegnative.
Il dato primario. Il margine di errore del sondaggio è +/- 4%
Basta per capire la fallibilità della percentuale? Potrebbe cioè essere 23esimo e non 55° come la classifica riporta, ma potrebbe essere addirittura giù all’85esima posizione, su 100.
Il secondo dato. Hanno intervistato 600 elettori lecchesi, su 39000.
Basta per dare il peso della serietà del sondaggio?
Ma soprattutto ci si è chiesti, se questi 600 elettori sono gli stessi intervistati lo scorso anno e quello ancora prima?
Perché se non lo sono, come non lo sono, ha senso dire e scrivere “Quasi l’1% dei cittadini che aveva scelto per sindaco Virginio Brivio sei mesi fa, riconfermandolo, oggi non lo rivoterebbe” e chi lo dice? Lo può provare?
Può essere che abbia detto si alla domanda dell’intervista “Lei voterebbe a favore del sindaco se dovesse votare oggi?” un elettore che invece nell’urna 6 mesi fa ha votato Negrini o Bodega o uno degli altri. E vale anche viceversa.
Paradossalmente, non si può escludere che il Sindaco abbia aumentato i consensi. Ma non va bene nemmeno questo, perché oltre ad aver intervistato troppe poche persone (da qui l’alta percentuale del margine di errore) non si è nemmeno intervistato gli stessi interlocutori dell’anno precedente. Né, tantomeno, questi possono essere classificati con certezza elettori o meno del Sindaco nelle vere elezioni del giugno 2015.
Statisticamente questo sondaggio è una farloccata. Così come viene venduta, da anni, anche la notizia.
Questi dati e il metodo può sembrare il tutto cosa di poco conto, ma non lo è. Non dirlo, non scriverlo, non premetterlo, non tenerlo a mente è falsificare la realtà e quindi la notizia.
Sono i criteri della ricerca, mica pizza e fichi.