Il mercato delle Eccellenze alimentari di Valsassina, Valvarrone e Valtellina, di domenica scorsa a Lecco, alla sua seconda edizione, con due altre tappe, a giugno e settembre, é stato di una farloccata così povera e fuori fuoco che nemmeno a voler fare uno scherzo usciva cosi.
I fatti.
12bancarelle12 in piazza Garibaldi a Lecco, anzi metà piazza.
Due carretti/camioncini dei formaggi che devono forse essere l’antipasto, il biglietto da visita delle eccellenze alimentari, perché sono stati messi anco prima del cartello di ingresso.
Formaggi come se piovesse.
Taleggio, casera, caprini stagionati come ci si aspetta dalle specialità indicate nell’organizzazione dell’evento. Valsassina, Valvarrone e Valtellina.
Ma poi guardi, non c’è bisogno per nulla di aguzzare la vista, ne vedi intere montagne che sovrastano il tutto, ma di pecorini, scamorze, provole mozzarella, parmigiano, gruviera, svizzero? Si svizzero e pure olandese.
Oltre il cartello pubblicitario e promozionale “Le eccellenze alimentari di Valsassina, Valvarrone e Valtellina” ti accoglie il km zero ma di Bergamo, Berghem de sota, dice così l’insegna sopra il bancone appena entrati a destra.
Qui puoi comprare la verdura e la frutta fresca, ma evidentemente deve essere fresca di frigo perché dietro il banco ti invitano all’acquisto di “arance siciliane buonissime”, e poi svieni.
1000 chilometri di kilometro zero che nemmeno con le pertiche.
Vai avanti un poco e c’é profumo di miele, che prova a stordirti e un banchetto di prodotti da ovunque e uno di cialde di caffè della televisione.
E poi è finito tutto lì. Così talmente triste che di eccellenza c’era appunto solo la tristezza.
Cosa mi aspettavo mi trovare?
Mi aspettavo che fosse il primo gradino pratico per una Fiera/Sagra/Vetrina/Tavolata da rendere poi, magari, un appuntamento fisso e forse pure itinerante (e perché no, un suo sito di shopping online) delle eccellenze alimentari che abbiamo su lterritorio. Anche senza arrivare a quelle della Valtellina…
Banchetti vetrina e assaggio del Vino della Brianza e della ValCurone, l’olio favoloso di Perledo, i formaggi artigianali della Valsassina e dei suoi alpeggi, la torta e i dolcetti di Lecco, i Cabiadini di Introbio, i Missoltini e le specialità dei pescatori dell’Adda e del Lago, le castagne di Figina, la carne ovina e caprina di Casargo; le verdure della piana; i piccoli frutti dell’altopiano di Barzio; le piante antiche di Brivio, il pane con lievito madre della Valle SanMartino e di Colle Brianza; il farro e cereali autoctoni di Monte Marenzo, le birre crude di Lecco e Garlate, il cioccolato di Pescarenico e decine di altre cose ancora; per stare solo sull’alimentare locale.
Mi sarei aspettato questo, almeno.
E, vista la stagione, buoni offerta per pranzi e cene a prezzo fisso nei ristoranti dove queste specialità si trasformavano in piatti e assaggi, un elenco di ristoranti e B&B, piccoli negozi, che, in cambio di una visibilità mirata, sostengono questa fiera.
Mi sarei aspettato questo per poi creare di tutto quanto esposto o esponibile, un marchio locale, tipico, da affiancare al Logo e canali turistici e venderli nelle piazze e nei piccoli negozi di quartiere, per noi e per il turista.
Non ultimo, siccome è dimostrato che il turista enogastronomico desidera ripetere gli acquisti fatti in vacanza nella propria sede abitativa, un portale di shopping online.
Per creare economia, lavoro, promozione.
Vorrei una fiera così.
Le Istituzioni, gli Assessori, gli operatori ect, cosa pensano, invece?