STADIO, IMPRENDITORI E UNA PARTITA DIVERSA DA GIOCARE

stadioIl calcio a Lecco quando è televisione è strade deserte e bandiere alle finestre.

Il calcio a Lecco quando è stadio è strade bloccate e un centinaio appena di persone sulle gradinate.

Il calcio a Lecco è debiti privati e crediti pubblici. i primi non pagati. I secondi non riscossi.

Eppure il calcio a Lecco è cortei con in testa sindaco e assessori; e ogni giro d’anno imprenditori come cavalieri bianchi. Ma non c’è mai un indotto, non c’è mai un soldo, non c’è ormai più nemmeno un blasone.

E allora leggo di occasioni mancate, di potenzialità aggregative, turistiche e culturali che restano solo allenamenti a porte chiuse, parole e schemi sulla lavagna negli spogliatoi di qualche commissione coi gessetti di qualche assessore, di qualche consigliere. Che provano a correre ed inventare giocate degne di Maradona, con dribbling tra i tempi e la burocrazia che manco Baggio ai mondiali.  Poi senti un fischio pensi a quello d’inizio ed invece è fine partita.

Anche quest’anno – pare – il calcio a Lecco avrà il suo cavaliere bianco che è tenuto segreto manco fosse un agente della Cia in missione in Corea del Nord, manco viaggiasse con la Gioconda nel doppiofondo della valigia, alla frontiera francese.

E Lecco tornerà così a popolarsi di strade bloccate, poliziotti dietro le transenne e un centinaio appena di persone sulle gradinate.

E se invece quello stadio, quelle gradinate diventassero soprattutto un luogo di concerti, di spettacoli, di fiere sostenibili e identitarie? E’ possibile che gli imprenditori che si son fatti avanti per pagare i debiti del calcio o per investirci soldi per passione e non per ritorno economico inizino a valutare le potenzialità offerte dall’investimento in questo ambito o, come sembra, qui da noi manca l’imprenditorialità legata al mondo dello spettacolo e della  cultura?

Forse non ci vedono un potenziale, una vocazione, come invece avviene, in maniera consolidata, da anni, in altri territori. Ma, soprattutto, sono a fargli una supplica e preghiera: Perché non trasformate il vostro amore per la città come la scintilla di un potente motore dello sviluppo sociale ed economico? Soddisfazione dei bisogni culturali e soddisfazione dei bisogni economici.

Da una parte la cultura non semplicemente una componente del prodotto turistico, quanto invece motore per lo sviluppo locale, capace di fecondare con nuovi linguaggi e nuovi approcci la produzione di beni, lo sviluppo dei servizi, la capacità creativa e innovativa di un’intera comunità e dall’altra fonte di possibili guadagni personali e comunitari.

Mediante la valorizzazione del capitale sociale/culturale di cui Lecco non è per nulla sprovvista e, lo dico soprattutto all’imprenditore Frigerio, a Battazza, alla famiglia Invernizzi, ai Fiocchi, agli Aldè, ai Galli e diffusamente ad ogni cittadino.

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