Le scuole materne paritarie a Lecco sono una risorsa. Da sempre.
Lo sono anche i soldi che il Comune ogni anno gli riconosce per questo ruolo a sostegno di un servizio, ora indispensabile, alla città.
Parliamo di oltre 1.300.000 euro ogni anno, cioè ben il 40% circa delle rette delle scuole materne private e questo vale anche per chi non è residente in città. (La Regione si ferma intorno al 3%).
Non mi soffermo, sebbene forse vada fatto, sul parallelismo che intanto nelle scuole primarie pubbliche non ci sono soldi per fare delle banalissime fotocopie e spesso si porta da casa pure sapone e carta igienica.
Non c’è bisogno di fare una guerra tra poveri.
Vorrei solo evidenziare che forse il ragionamento da fare è un altro.
Dal 2013 a oggi c’è stato un calo di iscrizioni, nelle 15 scuole paritarie (una ha addirittura chiuso) di quasi 200 bambini (177 il numero indicato dal Presidente dell’associazione scuole materne paritarie sig. Panzeri) da 1103 a 926.
Sarebbe cosa positiva che tale calo, in percentuale oltre il 15%, sia stornato anche dal contributo annuale riconosciuto dal Comune e proprio in questi giorni in approvazione in Consiglio, tantopiù che non ci si rimette in pari con i contributi “in esubero” degli anni scorsi.
Ma aggiungerei un ulteriore ragionamento di equità e giustizia che non tocca, proprio per questo, caratteri ideologici o politici, ma solo di buon senso. Che fa il paio con appunto quello della logica che vorrebbe che se prima si riconosceva un contributo per un certo numero di iscritti oggi questo vada ridotto in funzione degli iscritti reali attuali.
Il pezzo di ragionamento in più è quello che il Comune dovrebbe riconoscere il contributo procapite per bambino iscritto – anche se lo riconosce alla scuola e non direttamente all’iscritto) solo a quelli residenti a Lecco città e non a chi per scelta, comodità o altre valutazioni della famiglia, ha deciso di iscriverlo ad una scuola della città e non del proprio Comune di residenza.
Ad oggi dovrebbero essere circa il 15-20% degli iscritti totali.
Non è una cattiveria, una miope battaglia di razzismo o di innalzamento di muri ma una logica prettamente oggettiva.
L’Associazione delle scuole materne dovrebbe, più correttamente, fare convenzioni con quei Comuni di provenienza degli iscritti, e non riversare questi oneri sul Comune di Lecco, come peraltro mi pare sia anche riconosciuto dalle norme.
L’Associazione percepirebbe lo stesso ammontare complessivo di contributi ma ripartiti più equamente e correttamente tra i soggetti corretti
Un solo discorso di buon senso.
Che vedrebbe altresì liberarsi così, per il Comune di Lecco, risorse importanti (200/300.000 euro) ogni anno, per azioni amministrative di benessere e qualità della vita per i propri residenti e per completare quei servizi dai bambini agli anziani e disabili che tanto si sente il bisogno.
E’ chiedere troppo?