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HO FATTO UN SOGNO

sognoMi sono sognato che stavo in piedi, in coda di notte con temperature glaciali. Stavo davanti ad una scuola insieme ad altri genitori.

I posti per il tempo pieno erano limitati e non volevo rimanere escluso da questo indispensabile servizio, per questo stavo lì, per essere fra i primi la mattina a depositare la domanda di iscrizione.
Improvvisamente mi sono svegliato, ci ho messo qualche minuto a tranquillizzarmi e a realizzare che si trattava solo di un incubo.
Ho ripreso sonno, felice di vivere in un paese che spende e investe molto per la scuola e l’istruzione dei nostri figli e per il ponte sullo stretto di Messina.

Dal nostro sempre più bravo ex khorakhaneker Francesco

ACQUISTI VERDI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Potremmo usare questa massima per sintetizzare le opportunità di sviluppo di questo punto da parte di serie amministrazioni locali: Acquisto verde e non vado in rosso.

 

logo_acquistiverdi_157x105NON E’ VERO quindi CHE NON SI PUO’ FARE

In Provincia di Torino è stato firmato un nuovo protocollo di intesa. Cinque comuni, due agenzie per lo sviluppo sostenibile, un parco,un ospedale, e due ditte per la gestione dei rifiuti i firmatari. Si potranno acquistare anche energia elettrica, compost e carta, rigorosamente “verdi”.

La rete di enti e associazioni che aderiscono al progetto APE (Acquisti Pubblici Ecologici), coordinata dalla Provincia di Torino, si è arricchita da pochi mesi di 11 nuovi soggetti e di 3 nuovi prodotti.

Tra i prodotti “verdi” acquistabili sono ora disponibili il compost, l’energia elettrica e la carta stampata.

L’iniziativa, nata nel 2003, è promossa dalla Provincia e dall’Arpa Piemonte. I sottoscrittori del protocollo si impegnano a utilizzare criteri ecologici nell’acquisto di beni e servizi per i propri uffici: oltre al compost, all’energia elettrica e alla carta stampata, sono contemplati autoveicoli, mobili, attrezzature informatiche, carta per fotocopie e pubblicazioni, alimenti e servizi di ristorazione, servizi di pulizia, meeting e costruzione e ristrutturazione di edifici.

Il settore degli approvvigionamenti pubblici rappresenta mediamente il 16% del PIL dell’UE. Nel corso del 2007 il volume di spesa per acquisti verdi della Rete APE è stato di 14,5 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2006 di oltre il 300%, che deriva anche dal fatto che sono aumentati i soggetti compratori e le categorie di prodotti. Il maggior contributo giunge dal Comune di Collegno con 4,8 milioni di euro, tra cui 2,9 milioni per i servizi di ristorazione. Proprio i servizi di ristorazione sono la principale voce di spesa della Rete, con il 29%, seguiti dai mobili per ufficio con il 13% e dai servizi di pulizia con il 12%.

Con le adesioni odierne sono 35 le organizzazioni che fanno parte del progetto. Sono Comuni e Comunità montane, associazioni culturali, una Camera di commercio, una scuola e, da oggi, anche un presidio sanitario. A marzo giungerà anche l’adesione dell’Università di Torino.

“Grazie al progetto APE le amministrazioni pubbliche esercitano uno stimolo nei confronti del mercato contribuendo a orientare il mercato verso la produzione di beni a basso impatto ambientale. Inoltre, desidero oltre a fare acquisti verdi, si è in grado di monitorare annualmente il volume di spesa per ogni categoria di prodotti utilizzati riscontrando risparmi di anno in anno.

Questo risparmio, che è di diverse decine e decine di migliaia di euro, e può crescere in funzione di quanto è ampia l’adesione dei vari Enti  è possibile con facilità perché una seria ed attenta  pubblica amministrazione, innovandosi, acquista prodotti e servizi ad alta efficienza economica e a basso impatto ambientale.

Potendo impiegare così i soldi risparmiati in progetti più prioritari a beneficio dei cittadini

AREA PER ANTENNE TELEFONIA

elettrosmogUn’amminsitrazione seria non deve tentennare, titubare nell’ individuazione o acquisto di area, lontano dall’abitato  (con l’aiuto e la consultazione della cittadinanza) da mettere a disposizione per gli impianti di telecomunicazione. Ciò per far sì che sia il Comune, nel rispetto ambientale, e non i privati a incassare i canoni d’affitto, tutelando la salute dei propri abitanti.

Predisponendo con gli stessi il Nuovo Regolamento per l’installazione degli impianti per le reti di telefonia radiomobile e degli impianti di trasmissione radiofonica, televisiva e servizi similari.

(pococurante) QUESTO NATALE sotto l’albero si parla di …

IL NUOVO RACCONTO DI POCOCURANTE (versione integrale)

albero-duomo-mi-389x219-custom1Se vivessimo in un’autentica democrazia ci sarebbe la libertà di scrivere su ogni mezzo, web, carta stampata e muri perfino. Ognuno potrebbe svolgere per iscritto le proprie riflessioni, folli, farneticanti (ma chi decide chi e ciò che è folle?). Il giorno precedente il fattaccio avevo letto in sulla prima pagina del Giornale a firma Silvio Berlusconi in cui si tesseva l’elogio della follia, citando l’omonimo saggio di Erasmo da Rotterdam (l’unico di cui l’ho sentito vantarsi di aver letto, probabilmente non ne ha letti altri). Il giorno dopo viene colpito da un folle, e allora di che ti lamenti? (Leggilo tutto, se ti va)

A proposito di metodi rivoluzionari ultra violenti.

caroselloImmaginate se, non dico tutti, ma la maggior parte della popolazione facesse così: evitare per quanto possibile di acquistare prodotti o servizi reclamizzati. Il che non significa ignorare la pubblicità, anzi studiarla a fondo.

Prendere buona nota degli spot, delle sponsorizzazioni, segnarsi i prodotti ed evitare accuratamente di acquistarli. Che ne sarebbe della tv, commerciale e pubblica, dei quotidiani, delle fabbriche della menzogna, dell’industria, del terziario? Puff, giù in un amen. Ditemi voi se un sistema che crolla non appena la gente smette di credere alla pubblicità è un sistema che merita di stare in piedi. Certo che sarebbe un grosso sacrificio, sarebbe impegnativo appuntarsi tutto e cercare le merci alternative non pubblicizzate. Una faticaccia. Ma come diceva quel tale, la rivoluzione non è un pranzo di gala …

Ah. Pero’!

Pensa, se magari in una società così perversa da implodere solo se l’ipotesi che i cittadini non acquistassero le merci ed i servizi reclamizzati si realizzasse, un soggetto avesse il monopolio dei canali distributivi della pubblicità (Publitalia potrebbe chiamarsi) e avesse catene di supermercati (Essselunga potrebbe chiamarsi) dove si vendono prodotti reclamizzati su reti televisive (mediasset potrebbe chiamarsi) e giornali (Mondatori potrebbe chiamarsi) sempre di sua proprietà. Magari potremmo immaginare un gioco televisivo su una di queste reti televisive (Ok, il prezzo è giusto potrebbe chiamarsi). Potremmo immaginare che il corrispettivo per il passaggio televisivo dei vari prodotti siano le merci stesse che vengano quindi vendute sui banchi Essselunga. In sintesi potremmo dire: ti vendo la pubblicità con la mia Publitalia, mi dai merce in cambio, la faccio vedere dalle mie tv e la vendo nei miei supermercati. Cerchio chiuso! Ora pensa che questo stesso soggetto padrone di tutto ciò potesse addirittura diventare Presidente del Consiglio di quella nazione solo perché il conflitto di interessi è acqua fresca…..pensa che bello sarebbe.

Quasi da farci una storia, vero? E pensa se la conduttrice di quel quiz diventasse parlamentare europea, magari potremmo chiamare quel paese: BANANA