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CITTADINI O SUDDITI? MANIFESTIAMOLO
“Non c’è libertà senza società”, Si vorrebbe e si dovrebbe tacere, ma proprio non ce la si fa. Anche perché tacere, di fronte alla prepotenza e agli insulti alla libertà di dissenso: “identificatelo e portatelo via, adesso” rischia di sembrare una diserzione. Con questo piccolo grande gesto – pagato con una denuncia penale per urla e grida sediziose – Duccio Facchini non voleva fare nessuna rivoluzione, semplicemente dichiarava che nella Patria della democrazia non ci potevano essere cittadini di serie A ed altri di serie B – cittadini e sudditi – per la sola ragione di avere un Potere o non averlo. Duccio e quanto fatto da Duccio è un esempio per tutti quelli che non accettano d’essere considerarti inferiori, servitù da chi li ritiene sudditi; soprattutto non vogliono più essere invisibili. Mi chiedo se non abbia confidato troppo, Duccio, nelle capacità morali e legali di un paese sostanzialmente immorale e illegale. Esporsi al giudizio di una comunità è un atto nobile e umile, ma se la comunità è così fortemente dominata dalla menzogna e dalla superstizione, quanto vale il suo giudizio? Continua la lettura di CITTADINI O SUDDITI? MANIFESTIAMOLO
IL VICEQUESTORE E LA MINISTRA
“Stai zitto o ti portiamo via” questo ha detto il Vicequestore di Lecco ad un ragazzo, Duccio Facchini, il 22 maggio in Piazza che stava esercitando il suo diritto di critica e di dissenso (dati alla mano) all’arrivo del ministro La Russa per la campagna elettorale appena trascorsa. Arrivando anche a mettere le mani addosso allo stesso contestatore per far bella figura, evidentemente, con il potere. Non domo, pochi giorni dopo, l’ha pure denunciato per grida sediziose (!). Ad oggi non è giunta notizia invece che lo zelante servitore dello Stato abbia usato i suoi poteri per fare altrettanto nei confronti del Ministro Brambilla che davanti a centinaia di inerti servitori dello Stato e difensori della Costituzione ha salutato – dal palco delle autorità – la folla con il tipico saluto fascista del braccio teso. Visto che il vicequestore ha pubblicamente vantato di aver fatto studi giurisprudenziali non sarà difficile per lui risalire alla Legge 645 del 20 giugno 1952 che all’articolo 5 “manifestazioni fasciste” vedono tali reati puniti con la reclusione sino a 3 anni e l’interdizione dalle cariche pubbliche per un periodo di 5 anni. O la stessa Legge Mancino.
Ecco li tiri fuori lui e quelli come lui questi ideali di Difesa della Costituzione. Tirateli fuori, che Duccio e agli altri di cui avreste il dovere di difendere e per nulla il diritto di malmenare sono stanchi di lavorare da soli per questo. Adesso tocca a voi e ci sono, purtroppo, sempre troppe occasioni per dimostralo che state lasciando cadere nel vuoto. Su, signorsì signori, fateci ricredere. L’occasione del Ministro celodurista, di braccio, Michela Brambilla è lì sotto gli occhi di tutti. Vicequestore le può sempre gridare “Stai giù con quel braccio o ti portiamo via”.
E mentre la porta via, come ha fatto con il cittadino semplice ma non suddito Duccio Facchini, provi a domandare e domandasi: gli uomini (e le donne), oggigiorno, si comportano male perchè si sentono Qualcuno o perché hanno capito che sono Nessuno?
Perché forse la Ministra Brambilla, con quel braccio teso dal palco delle Autorità vicino a papà (che cazzo ci faceva su quel palco, il papà?) dirà che voleva fare solo un ragazzata, cioè solo per divertimento. Ma questo non mi rassicura. Ma mi fa ancor più paura. Contro il nazismo e il fascismo si può combattere, contro il vuoto non si può fare più nulla.
E ALLORA NON CHIAMATELA DEMOCRAZIA
Ho deciso di scrivere questa lettera aperta per uscire da un silenzio sempre più appiccicoso. Sarò stringato e, spero, quanto più oggettivo possibile. Prima di cominciare, però, esigo metter a fuoco due punti chiave. Primo: rispetto le Forze dell’ordine, il loro mestiere ed i morti che tra le loro fila hanno offerto la propria vita per questo Paese. Secondo: rispetto, come direbbe Voltaire, l’opinione altrui e darei la vita perché questa riesca a trovar espressione; alla condizione però che chi avesse argomentazioni documentate possa criticarla (pacificamente). Altrimenti è regime fascista. Premesso questo, mi sento in dovere di denunciare un fatto gravissimo, accaduto a Lecco, che mina alle fondamenta la credibilità dei diritti sanciti dalla Costituzione italiana. Venerdì 22 maggio, a Lecco, è giunto il Ministro della Difesa Ignazio La Russa per la campagna elettorale in favore della destra cittadina candidata alla presidenza della Provincia di Lecco. Continua la lettura di E ALLORA NON CHIAMATELA DEMOCRAZIA
UN MINISTRO piccolo piccolo
C’era un ministro, a Lecco oggi, venuto per promuovere la candidatura a Presidente provinciale di Daniele Nava, peccato non lo sapesse neppure lui, infatti gli ha fatto gli auguri come futuro sindaco. Ma con tutti gli impegni, la lucidità, si sa, può sfuggire a ciascuno. Il grave è che quello stesso Ministro ha voluto parlare senza contraddittorio, anche fuori comizio, anche per strada. Ha intimato infatti alle forze dell’ordine di tenere lontani un gruppo di cittadini perché possibili portatori di domande. A loro infatti l’accesso alla piazza in presenza del Ministro è stato vietato. A loro è stato caldamente consigliato di allontanarsi. A loro il libero diritto di poter esprimere libera parola in libera piazza è stato sottratto. Continua la lettura di UN MINISTRO piccolo piccolo
PARADOSSI e fannulloni

C’è del paradossale negli eventi elettorali degli ultimi giorni. Il candidato Daniele Nava, invita per promuovere la sua candidatura alle elezioni provinciali il ministro Brunetta notoriamente – secondo lui – contro i fannulloni.
Proprio Nava che è vicesindaco del Comune di Lecco che nelle parole stesse dei consiglieri di maggioranza del PDL (Pasquini, Bezzi, Zamperini…) è stato in questi 3 anni, immobile e per questo dannoso per i cittadini lecchesi. In una parola cioè proprio fannullone. Se l’avesse saputo il Ministro…