Racconta lo scrittore napoletano De Crescenzo che un tempo a Napoli si usava qualche volta, in giornate in cui si era di buon umore e con l’estro giusto, bere un caffè al bar e pagarne due. Il secondo rimaneva “in sospeso” in attesa che qualcuno si affacciasse alla porta del bar per chiedere se per caso vi fosse qualche caffè in sospeso da poter consumare. Era una sorta di offerta all’umanità.
Questo semplice gesto ricco di significati che si è perso, mette ancor più in evidenza la deprimente deriva edonistica, narcisistica che piano piano ci ha portati a coltivare la cultura dell’intolleranza la paura di scambi vitali. Il rischio di atrofizzare nella nostra esistenza le forme di circolazione, scambio, reciprocità non regolate da logiche squisitamente economiche, ma da slanci di generosità e felicità condivise si è concretizzato e nessuno è più disposto a pagare un “sospeso” e nemmeno ad accettarlo.