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LIBERISMO E COMUNISMO

Considero il liberismo, al pari del comunismo, un’utopia.

L’attuale modello economico dominante non è libero mercato, che prevede una perfetta trasparenza nella disponibilità di informazioni con un equilibrio fra domanda e offerta che determina i prezzi, ma un sistema di economia pianificata. Solo che a differenza delle repubbliche socialiste sovietiche, qui l’economia non è pianificata dallo stato ma da un pugno di multinazionali. Industrie petrolifere, belliche, farmaceutiche, ecc. che orientano i governi attraverso l’attività di lobbying.

Allora se lo stato di diritto e le regole democratiche sono solo una finzione, una facciata dietro la quale agiscono ‘necessariamente’ quelle che Kant definiva “le arti infernali” (ovvero mano libera a eserciti e servizi segreti in nome della ‘ragion di Stato’), se insomma la ‘violenza’, in senso lato, violenza alle leggi, alle cose e alle persone è necessaria e inevitabile nel mondo reale (non in quello di chi ha la pancia piena e siede dietro a una scrivania a svolgere un lavoro non massacrante che, grazie all’Azienda, consente persino di consultare questo forum, ma per es. nel mondo di chi rischia la pelle ogni giorno in cantiere per 3 euro all’ora in nero pagamento a 50 giorni) allora, dicevo, la discussione (discussione puramente accademica poiché immagino che nessuno di noi, con la pancia piena ecc. ecc. è portato in prima persona per la violenza) dovrebbe essere (se non si vuole passare per ingenuotti che non vedono che è la violenza che incide sui reali rapporti di forza economici, ovvero i soli che determinano la realtà odierna) al servizio di quale causa va messa questa ‘inevitabile’ violenza: la causa degli oppressi o degli oppressori?

IL SETTORE SOCIALE SI E’ ARRESO ALLE BANCHE- le mani vuote tese per la mancia

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Giovedì  ho partecipato all’incontro annuale della Fondazione della Provincia di Lecco.

Lì era vietato fare domande. E di riflessioni critiche vista la platea non ci sarebbero neppure state. Queste ultime sono troppo attente a non contraddire il possibile elargitore di contribuiti a pioggia. Mi permetta quindi di spiegare qui la mia posizione. Documentata

I cittadini, in primis quelli impegnati nel sociale, si sono arresi alle banche.

La dimostrazione è il rilievo che hanno dato all’iniziativa. Legittimandola.

In pompa magna, hanno presenziato ad un accordo con Banca Prossima del gruppo IntesaSanPaolo per agevolare il Welfare a Lecco.

All’incontro la Banca – certa della claque – ha riproposto i giochi di specchietti. Hai voglia a spiegare al risparmiatore che 9 volte su 10 i suoi interessi non coincidono, per nulla, con quelli delle Banche… 

Le Banche sono abili a creare diversivi che fanno alzare in piedi tutti ad applaudire, come è accaduto lì. IntesaSanPaolo, con i suoi più alti vertici, ha presentato la sua costola dedicata al sociale: Banca Prossima.

Non si sentirà mai dalle coop. sociali, nemmeno come  dubbio, una segnalazione di critica a questa operazione di marketing che dovrebbe far riflettere cittadini e Terzo settore.

Quando i vertici dicono:“le banche sono soggetti speciali che hanno il dovere di far crescere intorno a sé un’economia sostenibile”, si evitano gli applausi facendo mente locale. Per es. SanPaolo è stato quest’anno, il primo soggetto implicato nel sostegno, legale, delle armi e iscritto nella lista “Banche armate”. Il Gruppo è poi partner di capitali con Finmeccanica.

 Non è essere cattivi ricordare che Intesa nel 2004 ha pagato, alla new Parmalat, qualcosa come 160mil. di € per sfuggire ai processi che la minacciavano per lo scandalo Tanzi.

O che il Gruppo finanzia, leggendo il Report dell’Ong belga Netwerk Vlandereen, la costruzione di armi all’uranio impoverito e che ha sedi negli opachi Paradisi fiscali e specula sui mercati finanziari col solo obiettivo di fare soldi. Non etica.

Bene, allora alzo la mano e domando perché Banca Prossima fa brillare gli specchietti nascondendo il principale volto del capitalismo finanziario che impoverisce la collettività?

Non cioè quello che la vede con un capitale di 120 milioni di € ma quello della sua padrona IntesaSanpaolo, che nei soli primi 6 mesi 2007 ha maturato ben oltre 4 miliardi di euri di soli utili. Fatti senza tener conto dell’Etica.

L’ad Passera, sul banco dei relatori a prendere inchini, nel solo 2006, ha incassato di stock option, tassate meno della paga di un operaio, 25 mil. di €.

Ancora una volta il ricco si fa bello con i soldi degli impoveriti che gli pagano anche lo spot pubblicitario. Un’altra redistribuzione all’incontrario. E ci sono solo applausi e mani vuote tese per la mancia. Roba da matti.

14 dicembre 2007

MA ANCHE…. RIFONDAZIONE UN SUSSULTO DI DIGNITA’, SCIOGLITI

“Ma anche”.

Così il comico Crozza prende in giro – seriamente – Veltroni e soprattutto il veltronismo, cioè quella linea politica, quell’atteggiamento, che si traduce nel barcamenarsi, nel voler essere equidistanti. 

“Ma anche”. Ibridi, freddi, non razionali e fors’anche nemmeno calcolatori.

Certamente opportunisti.

Alla luce del sole, figli dell’arroganza.

Dovrebbe essere perciò facile far comprendere, per chi non è d’accordo, per chi vede in questo atteggiamento un’involuzione politica e sociale, tutti i pericoli che il “ma anche” comporta e si porta dietro e dentro.

 

Ma nel futuro prossimo “la cosa rossa” sembra dispersa nella notte, è impotente e non esiste.

E’ impotente perchè non esiste.

 

Leggere su Rifondamente – che bene o male è l’organo informativo del PRC provinciale sebbene le eminenze grigie si incazzano e lo delegittimano – da un esponente di rilievo, la manfrina e la delusione della Fiducia apposta dal Governo per la votazione del protocollo sul Welfare, mi fa cadere le braccia. E mi prolassa le gonadi.

 Colpa della CGIL si dice, si è vero, colpa di Dini si lascia intendere, e vero pure quello, spaccatura del consenso nel Paese e nel mondo del lavoro, evidentemente oserei dire.

 Ma porca puttana colpa di Rifondazione no? Questo non si dice. Evidentemente per non trarre conclusioni che da tempo dovrebbero essere consequenziali.

Già tempo addietro scrissi una lettera, su questo sito, esplicitando tutta la falsa ipocrisia di un partito che da quasi 20 anni sta rifondandosi e che ancor oggi – mi sembra palese ed innegabile – sta, sotto le sue bandiere, (quelle non mancano mai come i cappelli) fieramente presidiando il nulla.

A livello locale non c’è una battaglia, una che sia promossa o sostenuta apertamente da Rifondazione – non nominatemi quella dell’acqua perchè abbiamo avuto modo direttamente di seguire ed interpellarvi – si forse il parcheggio dell’ospedale…..  

Andate in Giunta, sbattete i pugni sul tavolo di mogano e chiedete che una parte dei soldi dell’Assessorato ai lavori pubblici siano più equamente distribuiti innanzitutto all’Assessorato che controllate e poi anche agli altri.

Datevi risorse, strumenti e intanto esplicitate, pubblicamente, le idee su come impiegarli.

Anche a livello nazionale è una delusione dietro l’altra. Anche peggio.

Il via libera all’esenzione ICI  per la chiesa, al protocollo del Welfare, alla guerra in Afghanistan, al rifinanziamento dei CPT e al riarmo del nostro Paese. Oltre 20 miliardi di euri, oltre il 10% di aumento dall’anno scorso e poi non ci sono soldi per le politiche del Welfare.

Se fossi Grillo saprei cosa rispondervi.

Mi limito a dire quello che sapete, tutto questo l’avete avallato disattendendo, stracciando, sbugiardando il Programma elettorale che vi ha legittimato a governare.

La scusa è la solita. “per senso di responsabilità” oppure ancor peggio “altrimenti torna Berlusconi”.

Così non torna Berlusconi – forse – ma certo vi siete e state berlusconizzando il Paese. “Ma anche” senza Berlusconi.

Un sussulto di dignità, al posto di (provare a) rifondarvi, scioglietevi. Prendetene atto.            

 

il VDay di GRILLO dura un giorno solo

 


E’ stato un enorme e meritato successo il V-Day organizzato da Beppe Grillo. Oltre 300.000 individui che fanno la fila per firmare un appello chiaro e in larga parte indubbiamente condivisibile sono, un fatto raro fors’anche unico. Spero non irripetibile.

Però, suvvia, è altrettanto fuori di dubbio che tutta quella gente in coda sembra proprio sbucata dal nulla. E credo proprio nel nulla subito dopo destinata a ritornarci, neppure poi così tanto spinta ma volontariamente incolonnata come nell’abituale cassa di un supermercato, su una qualsiasi strada dentro la propria auto. Sola.
Non vuole, e non è, una critica all’iniziativa e tantomeno ai molti ragazzi del Meet up di Grillo ce ne vorrebbero di così attivi, capaci e caparbi.

Ma resto dell’idea che bisogna fare un salto (più) in alto, non per schiaffeggiare, insultare il politico dall’alto della sua Poltrona (bella l’enorme sedia che campeggiava simbolicamente in piazza nella mia città, Lecco) e poi come nulla fosse tornare a votarli o a farsi gli affari propri e rimettersi in coda, al supermercato e in auto.
Serve quella scintilla della partecipazione, dell’interessarsi alla “cosa pubblica” a pratiche alternative e non di alternanza, alla denuncia che possano quotidianamente allontanare, delegittimare la Casta, il Potere. Chiedere, insistere, perché la costruzione delle decisioni della Politica (soprattutto locale) siano partecipate, che la trasparenza, non solo dei compensi, ma delle nomine, dell’attribuzione delle consulenze, dei copntributi per zittire, per accomodare, siano preventive.
Che le deleghe non siano–date e ritenute–in bianco.
Che il clientelarismo–basti vedere i ruoli nelle ex municipalizzate e gli incarichi negli enti locali, non siano cattivi e sbagliati solo se fatte dallo schieramento opposto.

E che le politiche, gli atti, i pronunciamenti della Casta politica e sociale che sono evidenti muri che vogliono dividere–e dividono–i forti dai deboli, gli inclusi dagli esclusi, i iserabili dai privilegiati, vengano denunciate e condannate. Indipendentemente da chi le dice, da chi le fa. Anzi soprattutto da chi si ritiene più vicino.
Altrimenti è solo qualunquismo, facile poplusimo, forse invidia dei privilegi della Casta, il berlusconismo (di destra e sinistra) non è ne marginale ne in diminuzione (né a Lecco nè in Italia).
Servono meno Guru e santi e più collettività, più interessi comuni, contro tutte le Caste, tutti i Poteri.
Dobbiamo riuscire a ricomprendere che è necessario trasformare lo stato delle cose esistenti.
Bisogna fare Comunità. Libera, egualitaria, solidale.
Il V-Day dura un giorno solo.
E non ha riempito le Piazze di popolo, di comunità
Ha solo messo in fila individui. Soli.

9 SETTEMBRE 2007

 

archivio: BOSSI E’ TORNATO e con lui L’ERA DELLA VANVERA

Un vecchio adagio recita: chi semina vento raccoglie tempesta.
Per ora sentiamo chiaro il vento e il forte ed acre odore di marcia propaganda. Sono sempre più fortemente convinto che la dirigenza leghista andrebbe indirizzata ai lavori sociali. Ovviamente non inteso come cariche dirigenziali e di coordinamento, ma a tutte quelle forme di lavori socialmente utili che li tengano lontani dai posti decisionali e di potere. Credo che ci siano pure gli estremi perché vengano incriminati per attività di sovversione dello Stato. Sfruttano senza vergogna e coscientemente l’emotività della gente , il malcontento e la paura. E la sfruttano per tornaconti politici e personali a evidente – per chi ha il coraggio di vedere – danno della collettività e dello Stato. Non usano P38, molotov o spranghe di ferro perché non sono più i tempi forse, si limitano a fare i ministri o i parlamentari di una Repubblica che fin quando gli conveniva e gli conviene non riconoscevano ed ora non possono farne a meno jumpers for sale in los angeles.

A ben guardare non sono, come si cerca di minimizzare, i loro, comportamenti da scritturati di spettacoli viaggianti. E sono ancor meno discorsi da bar (che bar malfamati bisognerebbe frequentare per sentire le loro invettive) no i loro bisogna ammetterlo e constatare sono sui bordi dell’associazione sovversiva, della cospirazione e sovversione dell`ordine economico e sociale dello Stato. Castelli è un celodurista bossiano della prima ora e lo dimostra, sia mai che alla fine ci si strozzi. Maroni è quello delle promesse non mantenute, è quello delle firma al buio è quello incaricato di ragionare. Borghezio, quello che spruzza disinfettante sui treni, che dà dei nazisti ai partigiani e considera gli immigrati non persone.
Calderoli che ha un’indiscussa abilità a dire stupidate che seminano incendi xenofobi e razzisti.

Insomma un gotha di ignoranza, volgarità e razzismo.

E dirlo non è dire delle balle o esagerare per addolcire il quadretto. E dire che, non tutto quello che viene dal governo, dalla destra, non tutto è sedizioso e spregevole, ma alcune persone e alcune istanze sì, lo sono eccome, significa demonizzare la realtà o semplicemente dirla? Calderoli, Castelli e gli altri sono ministri perché hanno vinto le elezioni. Possiamo dire, però, che un razzista resta un razzista anche se ha vinto le elezioni? Voler tornare alla Lira e soprattutto far credere alla gente che sia possibile e per giunta più conveniente oltre ad essere un’emerita presa per i fondelli è nascondere anche le proprie colpe derivanti dal non aver praticato controlli e politiche di sostegno economico e sociale, per tornaconti di cassa e di bottega, come forze di questo governo a cui fanno parte a pieno titolo. Chi doveva controllare i prezzi chi doveva progettare diverse ridistribuzioni della ricchezza e del peso fiscale? Ora furbi e volgari come pochi vogliono buttare su altri il peso della loro incapacità della loro incompetenza. E per distrarre e per accalappiare voti e consensi – sperando che la stampa, la politica liberale e sociale seria (di destra e di sinistra) continui a crederli folklore circoscrivibile e controllabile, alimentano odi, razzismo e inutili e dannose speranze. Gli storici, quando analizzeranno (perché mai poi?) questo periodo storico impregnato come le macchie di unto dalla paganità leghista e passeranno in rassegna i proclami ministeriali e pontidiani degli uomini in fazzoletto verde, non v’è dubbio, definiranno questa epoca l’Era della Vanvera.

20 giugno 2005

IL CENTROSINISTRA HA PERSO. W LE TASSE

Abbiamo perso. Hanno perso. Il Centrosinistra ha perso. Forse anche le elezioni.

Ne ho avuta chiara percezione settimana scorsa. Il primo giorno di primavera. Cartina di tornasole, forse solo parziale, le molte (troppe) persone che sono venute nel mio ufficio e che mi hanno chiamato a casa per chiedermi se fosse vero che il centrosinistra tassava le rendite finanziarie e i loro Bot. Nel parlare esprimevano il timore di un aumento delle tasse. Di un ulteriore impoverimento. Li ho, quasi tutti, tranquillizzati. Gli effetti reali di una tassazione sulle rendite non era, per quasi nessuno di loro, un aspetto così determinante. Però da questo episodio sono emerse, secondo me, tre chiavi significative. La prima è che abbiamo poca memoria, anche sulle tassazioni significative che subiamo palesemente. La seconda è che soprattutto abbiamo un cattivo concetto delle tasse. La terza è che abbiamo una distorta percezione del reale significato di tassazione delle rendite e quindi della sua positività o negatività anche in termini egoisticamente personali.  La questione della memoria è semplice. Una patrimoniale, iniqua, è stata già, dallo scorso anno, applicata dal Governo Berlusconi, e tuttora in vigore, a tutti i clienti di Banche e Poste per ogni conto corrente e deposito titoli posseduto. A prescindere, è bene sottolinearlo, dalla consistenza finanziaria degli stessi. “Parlo dell`imposta di bollo.” Passata per le persone di colpo dai 25,56 euro all’anno a ben 34,20 euro. Per le società il bollo è passato: dai 55,77 a 73,80 euro. Cioè un aumento di oltre il 30%. Se si pensa che il bollo si paga sia sui conti che sui depositi molte persone lo stanno pagando 2 volte. Quasi nessuno allora aveva protestato. Siccome ci sono oltre 30milioni di conti aperti significa oltre 260milioni di euri all’anno in più tolti dalle tasche dei cittadini. 500 miliardi di vecchie lire. La seconda è che il concetto delle Tasse oggi, anche per il centrosinistra, ed è qui che si palesa la vittoria del berlusconismo anche senza Berlusconi, è quello di una cattiveria fatta al Popolo. Tutti a fare a gara a volerle abbassare. Basta. Un poco di orgoglio. “La tassazione è lo strumento di una ridistribuzione” della ricchezza dai ricchi ai poveri, da chi ha troppo a chi ha poco o niente. E quindi ci possono essere tasse buone per i ricchi e tasse buone per quelli meno ricchi. Finora il Governo di destra ha privilegiato i primi. Basti ricordare i condoni e, per esempio, che i guadagni di miliardi di euri fatti dai furbetti del quartierino per la vendita di BNL sono stati esentasse.
La terza chiave è proprio nel merito della tassazione dei Bot e delle rendite finanziarie. Anche sorvolando sul fatto che sarebbe un quasi adeguarsi a quella europea. I Titoli pubblici sono una componente molto minoritaria del risparmio delle famiglie. L’ultimo dato di Banca d’Italia lo quantifica nel 5,6%. Invece significativo è che il 10% delle famiglie più ricche in Italia possiede ben il 40% di tutte le attività finanziarie contro il solo 1,2% posseduto dal 10% delle famiglie più povere. Perché tutta sta paura? Fate parte del primo 10%? Questa tassa, in sostanza, ha sicuramente effetti ridistributivi positivi. Dovremmo applaudire. Entrate intorno ai 3 miliardi di euri dovrebbero renderci contenti. Se poi li useranno per costruire il Ponte sullo Stretto è una stupidata ma se li usassero per migliorare la Sanità e per la Costruzione di asili W la Tassa. Concorderete, vero? Sta qui il nocciolo della questione.

E se non lo diciamo con coraggio e chiarezza abbiamo perso, hanno perso, il centrosinistra ha perso, anche se vincesse le elezioni

2 APRILE 2006