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IL DOPPINO PER INTERNET (#SMARTCITY)

altan futuro attualmente non disponibileÈ appena stato pubblicato l’ultimo video spot elettorale a favore di Gattinoni

Lo ha girato e messo in rete Peppino Ciresa.
Sembra che parli di #SmartCity ma si riduce tutto a promuovere un vecchio doppino al telefono per internet.

5 anni fa, in un’uguale situazione di fine campagna elettorale il candidato Sindaco Brivio presentò come primo nome della sua possibile nuova Giunta quello di Simona Piazza, d’accordo che poi fece assessore anche Venturini, ma l’asso per gli indecisi, giustamente, fu la Piazza.

Oggi, per certificare il decadimento verticale del nostro tempo, il nome di richiamo per la nuova possibile Giunta Ciresa è quello di Giulia Torregrossa, pensate agli altri nomi che potranno seguire (Zamperini, Venturini).

Cazzo e il primo nome di Ciresa, quello che dovrebbe spostare equilibri e risultati, che fa?

Un teatrino desolante di 2 minuti di video dove nei primi 100 secondi dice 123 volte Smart City senza spiegare cos’è una Smart City e poi il tutto si riduce che per fare di Lecco una Smart City deve vedere se c’è il 5G.

Cazzo, per un doppino sul telefono per la sua Smart City le ci vorranno mica 5 anni…
Connette un po’ lenta o sbaglio per essere l’assessore in pectore per una Lecco Smart City?

Peppino, alla 98ima volta che ha sentito Smart City, o era già la prima, non ha capito più un cazzo e ha detto “Lecco 2040”

Se n’è accorta anche la nuova assessora alla Lecco Smart City, così che ha preferito non dire più Smart City e guardando Ciresa al posto di Smart City ha pronunciato come un Ali Baba nel tempo delle Smart City la parola magica: “wireless” e ancora prima di aprirlo si è chiuso il sipario su Lecco Smart City.

Lo spot di Ciresa e Torregrossa sulla Smart City si chiude con un invito: Unisciti al cambiamento, per una Lecco Smart City, vai a Trento.

https://www.facebook.com/PeppinoCiresaSindaco/videos/769861530459740/?app=fbl

LA CITTÀ DEL PER FORTUNA E DEL PURTROPPO

FB_IMG_16001693029805131La Città nella prima foto dieci anni fa era una città che si era seduta, ma in una buca che si era scavata da sola negli anni

La Città nella prima foto dieci anni fa era una città che aveva leggi a favore, contribuiti a fiumi e le han fatto perdere lo stesso mille occasioni

La Città nella prima foto dieci anni fa era una città che ha chiuso. Chiusi i musei, chiusi i parcheggi ma aperte voragini in Piazza Affari.

La Città nella prima foto dieci anni fa era una città che non faceva manutenzione alle scuole, comprava e abbandonava stabili: Lariano, Villa Ponchielli, Villa Eremo, Sala Via Foscolo

La Città nella prima foto dieci anni fa era una città che non aveva cura di sé stessa, il Bione non aveva assicurazione, il Sociale l’agibilità, e viale Turati tre volte o quattro per rifarlo una

La Città nella prima foto dieci anni fa era una città che costruiva fin su pendici delle montagne, mangiando verde e sputando cemento: Oasa, Versasio e ogni altro spazio

La Città nella prima foto dieci anni fa era una città che andandosene ha lasciato debiti, carte nascoste, occasioni perse, carriere personali a Roma e tutto da rifare

La Città nella prima foto dieci anni fa é una Città che non è riuscita a fare tutto quello che aveva in mente. Per fortuna.FB_IMG_16001693083757694

La Città nella seconda foto è una Città di oggi che non è riuscita a fare tutto quello che aveva in mente. Purtroppo.

È qui la differenza.

Oggi quel purtroppo non credo sia però possibile recuperare. Si è scelto la politica-spettacolo, quella dei leader e del marketing, dei manifesti cubitali, dei salotti webtv, dove è più importante come le dici di quel che dici.
Questa resta per me una politica cialtrona e lazzarona. Anche se di successo.

*perché già dalla prima trincea (FdA)

LE PREFICHE O MADONNE PELLEGRINE

bugieChe si chiamino Salvini o Meloni, Schlien o Muroni le visite elettorali di esponenti di spicco della politica nazionale lasciano – dovrebbero lasciare – il tempo che trovano in una campagna per la scelta del sindaco.

Catapultate per amicizia o dovere di partito in territori che non conoscono, in una vita sociale e comunitaria che giustamente ignorano, a ripetere, più o meno, in ogni comizio il solito copione, le solite frasi che servono agli astanti.

Madonne pellegrine, prefiche elettorali con incarichi pur di impegno considerevole in altri territori e invece continuamente in tv, in giro in molte città, dalle Alpi al mediterraneo.

A Lecco in questa campagna un po’ sottotono e riempita di mega cartelloni, teatralità e decine di migliaia di euro di spese non ancora dichiarate, è molto più economico invitare leader conosciuti. Visibilità, passaggi stampa, articoli, social.

Due ore catapultate qua, due là, due qui, due lì e poi i lungolaghi diventano mare e i turisti diventano balordi.

Qual è il valore aggiunto di questi pellegrinaggi senza rosario? Compattare gli elettori e pure quegli altri.

Diamo troppo peso ai leader, ai messaggi salvifici, alla politica spettacolo.
Farci coccolare in un rapporto di dipendenza e in quanto tale non paritario.

Diverso dal comizio pellegrino sarebbe costruire interni tavoli di lavoro, relazioni sul fare, pianificazione di metodo, consigli di esperienza, riunioni di senso sul programma.
Insomma: Più scuola meno colosseo.

LA SCUOLA È DI TUTTI (I CARE)

FB_IMG_15998378346129524Per fare uno studente ci vuole tutta una città

Ne parlammo qui già a fine agosto dopo l’intervista dell’assessora all’istruzione Clara Fusi
Già allora, illustrandoci il punto della situazione, passi fatti, decisioni prese, azioni in corso, relazioni con gli altri attori, avevamo avuto conferma di un’assessora che non bada alla propaganda a differenza di una pletora di candidati, che forse manco lo saranno, che badano solo a quella.

FB_IMG_15998378401275905Un lavoro silenzioso.
Per costruire la credibilità dei fatti in qualcosa di mai affrontato prima, insieme a (questa) politica dobbiamo ringraziare, silenziosi e carichi di responsabilità e fatica impensabile i dirigenti delle Istituzioni, Presidi e insegnanti della scuola, il personale ausiliario, delle pulizie.
E poi ci son LineeLecco con i suoi autisti, i volontari del Piedibus, quelli di Auser ect.

Non tutto è perfetto, puntuale e pronto ma la cosa chiara è:
Per fare uno studente ci vuole tutta una città

Per essere un’assessora definita, insieme a tutta la Giunta, dal suo stesso partito, non credibile, insomma, ad avercene.

Più Clara Fusi meno Vittorio Campione

#lacredibilitàéneifatti #ICARE

GIRA UN’OPA SUL CATTOLICO A LECCO


IMG_20200902_072821E’ la lettera del giornalista Gerolamo Fazzini sottoscritta da più di 100 altri che​ ​nella sostanza dice che chi è cattolico deve votare Gattinoni e ritenersi nel peccato se vota Ciresa o, implicitamente, uno degli altri 2.

E ricordarti che nel segreto dell’urna Dio vede e tutti gli altri no.

La lettera nella sua pacatezza estetica prova a convincere con una violenza sostanziale
Elenca quello che fa comodo e smarrisce più di una pecorella di verità.

Fa un elenco delle cose fatte e del valore della Giunta Brivio, dimenticando di dire che questo smentisce proprio segretario del PD Marelli e coalizione non l’opposizione, ed è già tutto dire

Infatti Marelli, pochi mesi fa, disse senza che Fazzini scrivesse nulla e i firmatari firmassero alcunché: “Abbiamo il problema della credibilità ed è certo che non possiamo riguadagnarla presentando le stesse facce. Tanto meno uno degli assessori uscenti potrà candidarsi a sindaco”.

Poi però questi stessi che non eran credibili son rimessi in lista non come tanti figliol prodigo ma perché portatori di voti. Una mera questione da Mercanti del Tempio.

Ma c’è un passaggio più violento e umiliante. Quando Fazzini scrive e più di 100altri firmano che Ciresa ha una coalizione con gli estremisti all’80% e quella di Gattinoni solo 8%. È vergognoso squalificare, quell’8% riferito alla sinistra estrema come se fosse peste, qualcosa da sopportare, contenere, render inoffensivo

Le finte parole di Gattinoni di pari dignità tra le liste della coalizione son balle. La sinistra deve bruciare all’inferno.
Ma prima deve fargli vincere le elezioni

Firme con nomi rispettabilissimi, da Fazzini fin giù a Gabriele Perossi, che deve essere un omonimo dell’ex assessore Ciellino che coi fascisti, razzisti, estremisti ci ha fatto più di una Giunta, più di un Governo nazionale.
Le sue scelte le stiam ancora pagando care oggi con i suoi mutui/derivati: “la cosa migliore che ho fatto”. Disse. Pensa te le altre Insomma una lettera per perpetuare il potere.
Chissà poi perché si agitan tanto a raccoglier firme. Han sempre vinto ogni volta, anche quando han perso

E loro, i 100, si sentono i cattolici migliori di tutti e ci tengono a dircelo pubblicamente.

*OPA= Offerta pubblica d’acquisto

NEGOZI: UNA MASCHERINA LEVA L’ALTRA

coronavirus_pixabayÈ inutile nasconderci. Le mascherine non sono un bacio sulla bocca tra amanti ma una censura ai sorrisi della vita.

Deve esser per questo che si incontran sempre più persone, giovani e no, che la mascherina la usano, quando l’hanno, come un apostrofo rosa tra mento e collo.
Distanziamenti precari, mascherine volanti e fatalismo come carte regalo.

E non si vede e non si sente che, insieme alle mascherine, volan anche multe, anche solo controlli. Troppa gente è in giro così.

Ma altrettanto grave è la quantità di esercizi pubblici, negozi e bar che non rispettan le regole e la tutela del consumatore.

Gelatai che prendon con le mani il cono e l’avvolgon, poi, con un tovagliolino; Banconi da riparo contatto del cliente con pizzette e brioches sfuse non al riparo da commesse;panificio-la-renella-forno-roma

Camerieri con guanti neri che ti passan cibo e resto del conto; Banconiste che toccan il cellulare e poi ti servon aperitivo e patatine;
Pizzaioli che parlan senza mascherina su salse e verdure a negozio vuoto e quando entri si alzan la mascherina dal mento.

C’è la possibilità che tutto questo ci permetta una selezione, degli esercizi pubblici da frequentare e quelli no; di quelli dove c’è rispetto delle regole e cliente, cura e formazione e quelli no; di quelli che a prescindere dal Covid han il senso dell’igiene, perché non di solo di Covid s’ammala l’uomo e quelli no.

C’è però la possibilità che tutto questo passi inosservato, non perché lo fan in troppi, ma molto perché per noi in fondo un po’ di fatalismo…che sarà mai?