È inutile nasconderci. Le mascherine non sono un bacio sulla bocca tra amanti ma una censura ai sorrisi della vita.
Deve esser per questo che si incontran sempre più persone, giovani e no, che la mascherina la usano, quando l’hanno, come un apostrofo rosa tra mento e collo.
Distanziamenti precari, mascherine volanti e fatalismo come carte regalo.
E non si vede e non si sente che, insieme alle mascherine, volan anche multe, anche solo controlli. Troppa gente è in giro così.
Ma altrettanto grave è la quantità di esercizi pubblici, negozi e bar che non rispettan le regole e la tutela del consumatore.
Gelatai che prendon con le mani il cono e l’avvolgon, poi, con un tovagliolino; Banconi da riparo contatto del cliente con pizzette e brioches sfuse non al riparo da commesse;
Camerieri con guanti neri che ti passan cibo e resto del conto; Banconiste che toccan il cellulare e poi ti servon aperitivo e patatine;
Pizzaioli che parlan senza mascherina su salse e verdure a negozio vuoto e quando entri si alzan la mascherina dal mento.
C’è la possibilità che tutto questo ci permetta una selezione, degli esercizi pubblici da frequentare e quelli no; di quelli dove c’è rispetto delle regole e cliente, cura e formazione e quelli no; di quelli che a prescindere dal Covid han il senso dell’igiene, perché non di solo di Covid s’ammala l’uomo e quelli no.
C’è però la possibilità che tutto questo passi inosservato, non perché lo fan in troppi, ma molto perché per noi in fondo un po’ di fatalismo…che sarà mai?