NEGOZI: UNA MASCHERINA LEVA L’ALTRA

coronavirus_pixabayÈ inutile nasconderci. Le mascherine non sono un bacio sulla bocca tra amanti ma una censura ai sorrisi della vita.

Deve esser per questo che si incontran sempre più persone, giovani e no, che la mascherina la usano, quando l’hanno, come un apostrofo rosa tra mento e collo.
Distanziamenti precari, mascherine volanti e fatalismo come carte regalo.

E non si vede e non si sente che, insieme alle mascherine, volan anche multe, anche solo controlli. Troppa gente è in giro così.

Ma altrettanto grave è la quantità di esercizi pubblici, negozi e bar che non rispettan le regole e la tutela del consumatore.

Gelatai che prendon con le mani il cono e l’avvolgon, poi, con un tovagliolino; Banconi da riparo contatto del cliente con pizzette e brioches sfuse non al riparo da commesse;panificio-la-renella-forno-roma

Camerieri con guanti neri che ti passan cibo e resto del conto; Banconiste che toccan il cellulare e poi ti servon aperitivo e patatine;
Pizzaioli che parlan senza mascherina su salse e verdure a negozio vuoto e quando entri si alzan la mascherina dal mento.

C’è la possibilità che tutto questo ci permetta una selezione, degli esercizi pubblici da frequentare e quelli no; di quelli dove c’è rispetto delle regole e cliente, cura e formazione e quelli no; di quelli che a prescindere dal Covid han il senso dell’igiene, perché non di solo di Covid s’ammala l’uomo e quelli no.

C’è però la possibilità che tutto questo passi inosservato, non perché lo fan in troppi, ma molto perché per noi in fondo un po’ di fatalismo…che sarà mai?

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