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DEL TRASFERIMENTO DEL COMUNE E ALTRE COSE IN SOSPESO

ex_politecnicoIl Sindaco Brivio e l’Assessore al Patrimonio, Valsecchi hanno paventato la possibilità “anche immediata” di trasferire il Palazzo Comunale in altri stabili, più idonei.
L’Assessore ha lasciato trapelare che la destinazione possa essere l’ex sede del Politecnico in via Marco D’Oggiono/F.lli Cairoli, oggi di proprietà, dal 2011, della Regione.
Da cittadino provo a ricordare e dare il mio contributo alla discussione confrontandomi con chi vorrà dare la sua opinione
Da qui provo a essere più chiaro

1) Non conosco lo stato reale dello stabile indicato come possibile nuova sede. Immagino, sarebbe assurdo il contrario, che sia messo meglio delle attuali strutture di Palazzo Bovara e Via Sassi. Ma, da diverse dichiarazioni, sia di Consiglieri che di cittadini, tale certezza pare non sia così ferma. “Come stanno le cose?”

2) Metto sul tavolo della discussione però anche gli spazi già pubblici, quindi con permute non a valori di mercato che, più o meno a breve, diventeranno spazi vuoti, o già lo sono ( in primis Villa Locatelli e la ex Mutua in perenne attesa di terminare i lavori prefettizi) che, con la riorganizzazione degli Enti locali e le AreeVaste, mi chiedo “Che se ne fa?”
E possiamo eludere nella discussione soprattutto in ottica dei prossimi anni, non imminenti ma poco più in là, la giocoforza maggior spinta informatica sia per l’archiviazione che per i servizi ai cittadini che comporterà, a logica, la riduzione del doversi forzatamente recare fisicamente in Comune per molte pratiche?
E’ stato tenuto conto? In che modo?

3) Io non ho quel bisogno identitario di vedere la sede Comunale in Centro città o dov’è ora, o, peggio, come previsto dal Programma Elettorale de “La Sinistra cambia Lecco” in Piazza Garibaldi dentro la sede dell’ex Popolare, per creare la “cittadella pubblica”, con il Tribunale.
Una volta le comunità avevano come luogo di identificazione e centro il Campanile, ora, a Lecco, abbiamo la chiesa pagana a forma di Supermercato, ed è una desolazione. L’hanno gli amministratori?

4) La sede dell’exPolitecnico di via Marco d’Oggiono con i suoi due cortili interni e la vicinanza dei parcheggi della Piccola è certamente tra quelle indicate come luogo comodo per i dipendenti e i servizi al cittadino ma, mi pare, ci sia qualcosa che non torna, in sospeso.

Ossia: la sede dell’exPolitecnico è sì grande, circa 6200/6400 mq e ubicata in centro, ma andrebbe a soddisfare, veramente, tutte le necessità di spazio del Comune?
Via Sassi è di circa3.400 mq, quella di via Bovara poco meno o siam lì.
Sarebbe una scelta definitiva?

Ma poi lì dentro, nell’ex Politecnico intendo, non dovevano andarci per 1/3 della superficie, ossia 2000 mq, la sede del CPS (il Centro Psico Sociale)  e del Centro Diurno di Salute mentale che oggi sono al nuovo Politecnico e, forse, se non erro, il primo è sotto sfratto?
Vanno per caso, quindi, a Villa Eremo ceduta all’Ospedale?
Non era stato però previsto dalla Regione e dal suo braccio operativo (Infrastrutture Lombarde spa) un Bando per tale scopo con una spesa ipotizzata per la riqualificazione di ben 4milioni di euro?
Siam sicuri che è a posto quello stabile? Chiedo, visto che questa destinazione e Bando era stato deciso solo poco più di un anno fa.
E, se la Regione ha cambiato idea nuovamente e quindi, se sì, diventerà la sede del Comune dove si trasferiscono quelli che dovevano strasferircisi?
Spero non vengano considerate domande peregrine.

CENTRO COTTURA E LE FILASTROCCHE AI BIMBI

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

Volere è potere.

Soprattutto se il volere dipende dal potere e tu sei il potere. Un potere piccolo, in questi anni quasi totalmente inadeguato, ma pur sempre – e ancora – potere.

E il volere può solo bruciare contro il tempo quando non c’è tempo. Ma ancor oggi il potere ha tempo e il volere aspetta da tempo che il potere non lasci anche questa volta passare altro tempo.

E’, parte, di una filastrocca scioglilingua che diversi genitori raccontavano negli anni scorsi ai loro bimbi quando li mettevano a letto presto perché il giorno dopo bisognava andare a scuola.

Erano genitori come tanti, erano bambini come quasi tutti gli altri.

Se andavi all’asilo ti poteva capitare che la cucina per preparare i pasti era all’interno, c’era una cuoca e c’era una grossa stufa.

Se andavi alle scuole paritarie trovavi chi mangiava il cibo cucinato a 16-20 kilometri di distanza e chi se lo portava da casa. E tutti insieme si mangiava e si parlava, si parlava del tempo e del volere.

Se andavi, e continui andare alla scuola pubblica invece mangiavi e mangi a caro prezzo, solo appena dignitosamente per gusto e qualità, e il cibo veniva e viene da 16/20 km di distanza e, nonostante questo, le famiglie e il Comune pagavano e pagano soldi che nemmeno Alì Baba.

5.295.886.20 euro, 5 milioni di euro più iva, è infatti stato il prezzo dell’ultimo Bando per 3 anni di servizio Mensa. 5 milioni più IVA. Per 375.415 pasti all’anno. Dal 1 luglio 2014 al 30 giugno 2017. E questo giro di tavolo si son pure risparmiati 300.000 euro + iva.

Un Bando con le offerte al ribasso. Con 1 o massimo 2 concorrenti.

Il Comune perde in partenza.

Anni fa si suggerì, all’allora Assessore all’Istruzione Francesca BohBonacina e al Sindaco Brivio, la soluzione di pensare e mettere nei Piani Triennali delle Opere pubbliche la costruzione di un Centro Cottura Comunale o, perché no, sovracomunale.

Le esperienze, diverse, in tutta Italia dimostravano, dati alla mano, un risparmio economico di notevole entità – nella misura di milioni di euro – un innalzamento della qualità del cibo e del servizio e, conseguentemente, un alto gradimento del cittadino e dell’utente.

La Legge, già a quei tempi era magnanima, si poteva aggirare il Patto di Stabilità che limitava le spese, grazie sia alle Tasse di Scopo sia con Progetti “chiavi in mano” con leasing finanziari.

In altre parole serviva solo il volere del potere. Il tempo c’era, il Bando scadeva solo il 30/6/2014.

Ma non provarono nemmeno. A parole si ma solo il tempo di finire le riunioni

Oggi, la filastrocca si canta ancora, il Piano delle Opere si potrebbe integrare e il tempo, da qua al 1 luglio 2017, non è molto ma come si è detto, volere è potere.

Si potrebbe copiare l’esperienza di Grugliasco, Comune piemontese grande più o meno come Lecco, con poli universitari e un Centro Cottura inizialmente gestito dal Comune con una Cooperativa sociale, prodotti locali e bio, recupero del calore, costato circa 2 milioni e abbattimento del prezzo del pasto per i cittadini. O quello di Empoli, 2000 mq per 4000 pasti al giorno, in un unico turno, che servono oltre che gli studenti della Città anche altri enti pubblici del Circondario Empolese-Valdelsa. Uguale per Settimo Torinese, per quello di Capannoli che serve anche Plessi dei Comuni del circondario, o quello di Pistoia, o ancora Capannori, altro Comune grande come Lecco, all’avanguardia nelle politiche ambientali, partecipative e di amministrazione virtuosa.

Insomma volere è potere.

Qui a Lecco si potrebbe valutare se pensarne uno solo per il fabbisogno attuale, o sondare, con serietà e volontà, le esigenze del Politecnico, dell’Ospedale, delle altre strutture pubbliche, il fabbisogno e la sinergia con i comuni limitrofi. Qui si parla sempre così in astratto di Grande Lecco e con il Centro Cottura Sovracomunale ci sarebbe la reale possibilità, senza aspettare l’umore dello Stato centrale, di fare economie di scala. Insomma. Volere è potere.

E così, finalmente pranzeranno tutti più ricchi e felici e contenti.

Che assessore, consigliere ci studia e valuta se farla sua?

QUEL POSTO DA DIRIGENTE COMUNALE E L’ETICA CIVICA

ALTAN-TOCCA-A-MEFra pochi giorni, il Sindaco Brivio dovrà scegliere, tra una rosa di candidati che man mano una Commissione sfoltirà, il nuovo Dirigente ai Lavori Pubblici del Comune di Lecco.

Tra i nomi dei professionisti che han fatto domanda la stampa sottolinea soprattutto quelli di Antonello Longoni e Alberto invernizzi.

Il primo perché è lo storico Dirigente che nell’ultima scelta, il sindaco Brivio aveva nominato sebbene lo stesso non avesse partecipato alla “selezione”, il secondo perché è stato fino a pochi mesi fa consigliere comunale.

Vorrei partire da qui, dalla domanda fatta dal candidato Invernizzi per condividere un ragionamento e, in termini etici, la mia contrarietà, che, ovviamente, non ha nessuna pretesa di essere condivisa ma la speranza di essere ascoltata in quanto proveniente da un cittadino.

Io, appunto credo che la richiesta di quel posto fatta da Invernizzi, proprio perché fino a pochi mesi fa, era consigliere comunale, addirittura Presidente della commissione Urbanistica e Lavori pubblici, a concorrere per essere il Dirigente dello stesso settore, con a capo il suo ex portavoce del suo partito, l’Assessore Corrado Valsecchi, in una selezione che vede in ultimo la scelta non solo e tanto in base a punteggi oggettivi ma alla discrezionalità del Sindaco…insomma, avendo già un lavoro peraltro, direi che sembra avere un’etica un poco elastica.

Una scelta, seppur ovviamente totalmente legittima, eticamente discutibile.

Tantopiù, è cronaca politica e pure, che nelle ultime e importanti sedute della Commissione Urbanistica in procinto di licenziare le osservazioni all’imminente approvazione del PGT, Alberto Invernizzi allora Presidente della Commissione era stato, in maniera inusuale – più unica che rara – di fatto esautorato, un impeachment bianco, dal suo ruolo, dall’allora Presidente del Consiglio Marelli che aveva avocato a sé le convocazioni e i lavori.

E’ vero che c’era di mezzo Metastasi, ma già allora, come in seguito, Invernizzi pur comparendo in alcune trascrizioni, non era implicato, essendo state giudicate, da subito, senza rilievo penale.

Ecco io penso credo che sia indubbio che entrare e uscire dalle porte girevoli della politica e dell’amministrazione pur essendo totalmente legittimo sia, è, pur sempre poco etico, se poi, consultando il sito di un primario studio di consulenza immobiliare (Paramatti e Asssociati di Lecco) troviamo che il possibile Dirigente Invernizzi è presente nello staff, suvvia mi pare un requisito che stona ulteriormente.

Infine è notizia di qualche giorno fa, poco o nulla pubblicizzata, che la Giunta, il 1 dicembre, ha con un tempismo che vivaddio peggio non si poteva, modificato il proprio Regolamento per la disciplina degli incarichi extra-istituzionali del proprio personale dipendente.

Gli articoli 5-6-7 per l’esattezza cioè quelli sui “criteri per la concessione di autorizzazioni per incarichi a titolo oneroso presso soggetti esterni” .

Prima il limite permetteva tali incarichi extra solo se essi sommati con altri compensi per incarichi percepiti nel corso dell’anno solare, non fossero risultati superiori a 30.000 euro annui, oggi quel limite massimo è stato cancellato.

Vedendo le dichiarazioni reddituali degli anni precedenti dell’ing. Alberto Invernizzi, pubbliche in quanto allora Consigliere, tale modifica pare proprio a lui favorevole. Non solo a lui,ma anche a lui.

Per tutto questo continuo a ritenere la sua richiesta al Sindaco di ricoprire l’incarico di Dirigente, eticamente poco opportuna.

 

URBAN CENTER LECCO le promesse dimenticate, gli impegni non rispettati

palazzo-paureMolte volte le notizie restano a metà.

Titoloni e ripetuti articoli per annunciare un’opera pubblica, un’iniziativa rivoluzionaria, un Bando da fiore all’occhiello e poi punto. Fine.

Non si riesce a sapere, non si legge più, com’è finita.

Ci sono purtroppo moltitudini di esempi, uno di questi, tra quelli emblematici perché era – è – finalizzato al coinvolgimento critico dei cittadini, nelle politiche di trasformazione della città è l’Urban Center di Lecco.

L’Urban Center è, infatti, istituzionalmente preposto a informare, comunicare e discutere dei progetti di trasformazione urbana, un Agorà di dibattito per amministratori, professionisti, operatori economici, forze sociali, comitati di cittadini e singoli che intendono contribuire attivamente a delineare il futuro della nostra città.

Strombazzato a più riprese e ufficializzato alla stampa nel lontano 20 luglio 2011 dopo essere stato approvato in Giunta la Delibera n. 146 del 14/7/2011 siamo ancora qui, dopo oltre 4 anni, 1600 giorni!! a capire se mai si aprirà.

(www.comune.lecco.it/resources/docinf/N12d55d29d352930719a/N12d55d29d352930719a/N._146_del_14.7.2011_convenzione_urban_center.pdf)

Era stata nell’occasione firmata e presentata anche una convenzione con l’ALPL, l’Associazione Libere Professioni di Lecco alla presenza del Sindaco Brivio e della Presidente dell’Associazione Maria Venturini, della durata di 5 anni.

L’Alpl è un coacervo di realtà che va dai geometri ai medici chirurghi, dai commercialisti agli odontotecnici, dagli avvocati agli agronomi… tutti insieme con il Comune a dar vita all’Urban Center dentro “Palazzo delle Paure”, e che, appunto, nelle promesse doveva diventare il punto di riferimento per la progettazione condivisa del futuro urbanistico di Lecco con riferimento sia al suo passato che al suo futuro sociale, economico e culturale, così da mettere a disposizione dei cittadini, leggemmo negli impegni sottoscritti dal Sindaco Brivio:“le informazioni utili grazie alla documentazione completa dell’archivio storico, della pianificazione strategica attuale, della realizzazione delle scelte politiche e degli scostamenti tra la pianificazione dello sviluppo della Città e la sua effettiva realizzazione.”

Ogni anno, ma ce le siamo perse, A.L.P.L. doveva anche “fornire il supporto professionale specifico per realizzare momenti culturali e assistenza ai visitatori dell’Urban Center, valorizzando le competenze multidisciplinari dei professionisti che fanno parte dell’Associazione, e almeno due volte al mese un professionista per illustrare il Progetto Urban Center e il suo archivio.”.

La saggezza popolare è solita affermare che i professionisti sono introvabili quando servono … in effetti provate a trovare un solo odontotecnico la domenica, figuriamoci aver la pretesa di trovare tutto un Urban center a Lecco.

Evidentemente quell’intrigante opportunità civica che deriva dal far nascere e sviluppare queste strutture – basti guardare il fiorire delle stesse in moltissime città – per sperimentare nuove forme di democrazia partecipativa e deliberativa, non limitata agli aspetti passivi di tipo comunicativo-informativo, ma finalizzata alla costruzione condivisa delle linee guida delle politiche urbane, ai politici, vecchi e nuovi, non piace.

La vedono, purtroppo con tutta evidenza, come sottrazione di potere.

A volte si vende oro per tolla fiduciosi che tutti si dimentichino.

Che fine hanno fatto le promesse, diremo di più: che fine hanno fatto gli impegni?

SOPRA LA PANCA L’ASSESSORA CAMPA

30102015

31102015

 

SCOPRI la differenza/coerenza:

IERI:Venerdì 30 ottobre 2015 Quotidiano La Provincia di Lecco copertina e pag.17
“Il vicesindaco prepara lo sfratto «Diremo ai ragazzi di far posto»

«Chiederemo ai ragazzi stranieri di spostarsi»
il vicesindaco Francesca Bonacina: «Ribadirò con tutta tranquillità, nell’ottica della collaborazione che ci sono delle regole di piccola quotidianità da tener presente. Questi ragazzi non sanno che storicamente le panchine all’angolo tra piazza Garibaldi e via Roma vengono usate dai pensionati e di conseguenza le occupano…”.

OGGI:Sabato 31 ottobre 2015 Quotidiano La provincia di Lecco copertina e, sempre pag.17
Vicesindaco Bonacina: «Sono di tutti. Servono per conoscersi»

«Le panchine sono per chi vuole sedersi, anziani e giovani, lecchesi e non lecchesi. Spero che chi sostiene che panchine debbano essere usate solo dai lecchesi, stia scherzando».
“La città è fatta di spazi da vivere e di luoghi che possiamo scegliere di far diventare occasioni di incontro anziché di scontro.”

‘Sta volta ha, almeno, azzeccato l’ordine

‪#‎ilmegliodeveancoravenire‬
Il meglio ha detto che forse non viene

I CESSI AUTOPULENTI, LA CARTA DEL COMUNE E UN CAFFE’

cessiPREMESSA: DOPO AVER FATTO NOTARE CHE PER SOLI DUE CESSI IL COMUNE DI LECCO SPENDE COME PER PER UN MONOLOCALE… L’ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI VALSECCHI RISPONDE QUI

ORA E’, NUOVAMENTE, IL MIO TURNO.

E’ uno sciacquone salutare al solito silenzio amministrativo la pronta risposta del neo Assessore ai Lavori Pubblici Corrado Valsecchi dopo la pubblicazione su Lecconews.lc della notizia che il Comune ha stanziato ben 109.108,86 euri per soli due cessi autopulenti da destinare alle passeggiate di Rivabella e il Lungolago.

E’ una liberazione perché entra nel merito, oserei dire srotola le ragioni del Comune.
Prima l’aspetto solido: “il costo non è eccessivo”; e uno già si spaventa pensando a quanto è lungo il lungolago e la pista ciclabile della città, non che gli venga in mente, al neo assessore, di disseminare cessi per tutto il perimetro del belvedere cittadino…

Poi, da manager operativo qual è, va più a fondo e puntualizza: “Per dare un’idea solo la porta in acciaio inox costerà molto.” E si blocca lì, come appunto davanti ad una porta che non si apre, e resta lì davanti e il prezzo lo trattiene, contorce i pensieri, saltella di qua e di là, ma il prezzo della porta che trasforma un cesso in un bagno, se lo tiene dentro.

Ormai in coda di intervista, quasi rassegnato a dover proprio spiegare tutto, gli scappa pure da dire che come diceva all’inizio il prezzo non è eccessivo e questo perché “nel contratto è compreso tutto.. l’installazione, gli allacciamenti, la manutenzione e la carta”.
E la carta!!
Cioè è chiaro? La carta!
Perché se qualche stitico di ragionamento non ha capito non è mica una scuola pubblica e poi – non c’è bisogno di ribadirlo che sono i cessi autopulenti, non gli usufruitori, vero?

Essendo il costo non eccessivo e forse i rotoli giganti, il neo Assessore Corrado Valsecchi si scorda di dire che il tutto è, peraltro, solo per un anno. Poi si vedrà. Forse proprio il turista con in mano un rotolo: “Benvenuto a Lecco, tieni la Città pulita”.
Infine, e l’Assessore Valsecchi deve averla proprio fatta fuori dal vaso… la chiosa, la chicca.
I due cessi pubblici non solo sono autopulenti ma “si auto pagheranno da soli”.
Perchè sì, saranno a pagamento. Quanto? Non lo dice starà facendo un sondaggio in Giunta o contando le volte che viene usato quello di casa? Comunque è bene sapere che quelli in stazione Centrale a Milano costano 1 euro, con custode e inserviente, quelli in Stazione a Bergamo 0,80 euri, sempre con personale di pulizia.

Ora che, giusto oggi, sappiamo il costo definitivo, preciso, della spesa del Comune, cioè 106.912,46euri (è infatti stata accettata – con Determina nr 569 – l’offerta della ditta PtMatic srl di Bareggio (Mi) che ha offerto un ribasso del 2,68%!!!) vuol dire che ad 1 euro ad utilizzo servono più di 106mila persone che non riescono proprio a trattenerla. Che preferiscono cioè spendere più del costo di un caffè con cesso annesso al bar vicino, per far si che i cessi, diventati bagni si ripaghino da soli.
In Comune deve esserci lo stesso consulente che ha cessato servizio in Grecia.
Se poi pensiamo che per il precedente Assessore, Armando Volontè, dovevano venir pronti per Expo, ci siam giocati anche questi flussi.

La risposta del neo assessore Corrado Valsecchi fa, diciamo…acqua.

Carta Vetrata