
I RIFLESSI DELLA CRISI DEVONO TROVARCI PRONTI

Un’amministrazione attenta alla qualità della vita dei propri cittadini non dovrebbe trovare difficoltoso mutuare, sull’esperienza di altri Territori, le buone pratiche che si possono attuare quando si promuovono e organizzano Feste di quartiere, sagre ed Happening.
È doveroso che in tali Sagre – che il Comune promuove, patrocina o semplicemente autorizza – si possa in maniera sistematica prevedere un’attenta raccolta differenziata di plastica, vetro, carta e lattine, la separazione degli oli di frittura, una riduzione dei rifiuti (la vera salvezza) attraverso l’accorgimento di introdurre bottiglie con vuoto a rendere o, ancor meglio, l’uso esclusivo dell’acqua pubblica di rubinetto con caraffe, nonché l’invio a onlus del cibo preparato ma non venduto
L’utilizzo, per il reparto cucina, di materiali usa&getta e una scarsa attenzione agli sprechi rischiano facilmente di lasciare dietro a queste piacevoli feste una montagna impensabile di rifiuti
Il Comune deve quindi regolamentare la sostituzione dell’usa&getta con stoviglie e posate riutilizzabili o in materiale biodegradabili e compostabile
Incentivare, attraverso facilità di permessi e minori tasse, contributi, supporto, tutto questo – non con un semplice fogliettino con un decalogo come ora – può essere una strada e iniziando come Comune a promuovere incontri con gli organizzatori delle sagre di quartiere, per cercare, assieme, supporto, consenso ed economie di scala.
Creando un gruppo di lavoro che porti alla costruzione, possibilmente condivisa, di un Regolamento, vincolante (o incentivante), per la concessione dell’autorizzazione alle (sole) Feste che rispondono a questi criteri eco-sostenibili
La crisi economica, finanziaria, sanitaria e sociale che stiamo vivendo anche sul nostro territorio in questi tempi (e i prossimi) può e deve essere affrontata con diversi punti di vista, da diverse strade, con il comune obiettivo di alleviare e ove possibile risolvere efficacemente situazioni di difficoltà e precarietà. Precarietà di individui, famiglie, imprese.
E’ proprio per queste ragioni che può essere utile che il Comune (e meglio ancora se sostenuto in provincia) si adoperi per la creazione al suo interno di uno Sportello Unico “EcoIdea” che vada in questa direzione, che batta queste strade.
L’obiettivo dello Sportello deve essere infatti quello di divenire un punto di riferimento per cittadini, famiglie e consumatori, capace di fornire supporto nell’attuazione di buone pratiche ambientali che caratterizzano la vita quotidiana e nella scelta delle tecnologie e dei prodotti che consentono il risparmio delle risorse, dell’energia, a supporto su bandi, incentivi esistenti e come beneficiarne e lo stesso per la ricerca di fornitori, professionisti convenzionati per giungere poi a ai temi finanziari, produttivi, dell’alimentazione… ect.
Facilitare il reperimento di strumenti conoscitivi comporta, nei fatti, un miglioramento del benessere individuale e collettivo. Gli Enti possono, sempre più, diventare motori, sostegno e accompagnamento per questo miglioramento e scelte responsabili.
Lo Sportello “Ecoidea” permette la più facile e rapida individuazione del soggetto preposto alle risposte e le risposte stesse, coordinando, attingendo da/con le associazioni di categoria, Poli, altri Enti, professionisti locali, tutti soggetti ricchi di competenze da mettere in rete promuovendole al servizio della Comunità.
Uno sportello (fisico/virtuale) capace quindi di fornire supporto, banche dati e albi di professionisti e artigiani qualificati convenzionati e il reperimento di informazioni e aggiornamenti per consigli e “disbrigo” delle “buone pratiche” , altrimenti più difficilmente assolvibili e con non secondari esborsi economici, può essere, per questo, importante, utile e necessario.
Il suolo è una risorsa, limitata – come l’acqua e l’aria – e non rinnovabile. Un bene comune dunque, da tutelare e preservare.
Il suolo ha un valore ambientale, sociale, culturale ed economico, fondamentale per tutta la collettività. Un valore che viene quotidianamente eroso dall’inarrestabile attività edificatoria e dalla dissennata cementificazione dei nostri territori.
Ci stanno togliendo il terreno da sotto i piedi La Lombardia è una delle Rregioni più urbanizzate e cementificate d’Europa. Negli ultimi anni il suolo è stato consumato al ritmo di 140.000 m2 (l’equivalente di circa 20 campi di calcio) al giorno, per un totale di quasi 5.000 ettari l’anno coperti da cemento e asfalto, distrutti dall’edilizia residenziale e commerciale… terra che non tornerà più, poiché è quasi impossibile che un terreno edificato possa tornare fertile.
Il principio deve essere: Evitare, ridurre, mitigare, compensare
Ognuno di noi ha bisogno di un po’ di suolo. Il suolo su cui si produce la nostra dose giornaliera di alimenti, il suolo che è parte del nostro paesaggio. Ma anche il suolo distrutto per costruirci la nostra casa, o la strada che ci permette di muoverci.
Da sempre l’essere umano ha consumato un po’ di suolo ma da alcuni anni la situazione è cambiata: il consumo di suolo cresce molto più del fabbisogno abitativo. Anzi, si costruisce moltissimo senza nemmeno porsi il problema di dare una casa a chi ne ha bisogno. Il consumo di suolo negli ultimi decenni ha significato:– speculazione edilizia a vantaggio di pochi operatori immobiliari– uno stato di ‘dipendenza’ per i comuni, che hanno lottizzato per ottenere entrate economiche tramite gli oneri di urbanizzazione
Si deve raggiungere quindi l’obiettivo, da subito, di rendere obbligatorio, dovunque possibile, il riuso delle aree dismesse o sottoutilizzate che devon anche essere individuate con la mappatura comunale, per far fronte ad ogni nuovo bisogno insediativo. – Meglio ancora sarebbe imparare a recuperarl aree attraverso boschi urbani, restituirle ai vuoti ma di fruizione ecologici e a verde- Solo quando si dimostra inevitabile usare suolo libero, viene imposto l’obbligo di compensare la perdita di valore ambientale, ‘costruendo natura’ su una superficie doppia a quella consumata, rendendola fruibile alla comunità locale. E deve essere realizzata prima di ottenere il permesso di costruire e prevedere il vincolo a finalità di uso pubblico di carattere ecologico-ambientale sulla corrispondente porzione di territorio comunale.
La compensazione ecologica preventiva si va ad aggiungere agli altri oneri già previsti dalle normative vigenti, allo scopo di scoraggiare il consumo di suolo libero. La compensazione non avrà ripercussioni negative sulle entrate dei Comuni perché non sostituisce gli oneri di urbanizzazione, ma anzi si aggiunge ad essi. La Crescita zero del cemento è un atto d’amore per la città. Il principio deve essere: Evitare, ridurre, mitigare, compensare
Lo stop alla predazione del Territorio vuole essere quel tale che arriva e dice: “Scusi, può evitare. Mi dà fastidio…” Il Principio di compensazione ecologica del territorio è appunto questo signore. Siamo ognuno di noi.
La priorità di famiglie e insegnanti è aver risposte certe e con tutta evidenza urgenti sulle modalità di svolgimento del prossimo anno scolastico. Risposte che deve dare la politica nazionale e, in parte, locale.
A partire dalla sicurezza sanitaria (distanziamento e altre attenzioni); presenza totale o no degli studenti e quindi dotazione di strumenti informatici fin da subito a tutti; dal servizio mensa, a quello dei trasporti, agli orari delle lezioni con eventuali ingressi/uscite differenziate
Dopo questi punti, le cui risposte servono subito, quello del caro libri è un problema cronico
Per risolverlo un’Amministrazione attenta dentro e ferma l’autonomia scolastica, si deve adoperare, con incentivi economici, con supporti tecnici, con strumenti di relazione per indirizzare il proprio operato e quello delle scuole nella direzione del sostegno alle famiglie
Una prima attenzione è senz’altro quella di facilitare l’autogestione dei giovani allo scambio di libri attraverso l’ormai collaudato “MERCATINO dei libri”, mettendo a disposizione locali e strutture comunali ove non possibile nelle scuole
La seconda attenzione è quella di promuovere la sperimentazione del COMODATO d’uso gratuito dei testi scolastici attraverso l’interessamento diretto della scuola e del Comune.
La terza attenzione è quella del “BOOK in progress” ossia dispense/libri scritti e stampati dai professori.
L’iniziativa, presente già in alcune scuole locali, permette un risparmio importante
Il Comune può sostenere questo processo di risparmio con la firma di convenzioni con produttori di fotocopiatrici, ove servono tablet e mettendo a disposizione incentivi anche per prof e scuole.
Un po’ più sovietico infine, è creare con la collaborazione delle scuole, GRUPPI d’acquisto multi istituti per la scelta degli stessi titoli o editore così da far massa critica e mettere davvero in concorrenza il monopolio attuale. Continua la lettura di IL CARO LIBRI SI PUÒ FERMARE