PASTA SOLIDALE, BENEFICENZA E SOLDI CHE NON CI SONO

canottieriOgnuno fa beneficenza come crede.

Farla insieme crea – o potrebbe creare – addirittura una coscienza collettiva. Tutte le iniziative che smuovono soldi e coscienze o anche solo una delle due vanno applaudite.

Ognuno esprime la sua vicinanza al dramma del terremoto come si sente. Con una preghiera, con una cena a base di pastasciutta, con una vignetta, con una raccolta fondi o viveri, prestando aiuto sul campo.

Difficilmente è esprimere solidarietà e vicinanza a questo dramma, scrivendo una lettera che critica una di queste iniziative

Io lo sto facendo.

Lo sto facendo ora perché – sebbene non avrei convinto nessuno e nemmeno volevo farlo – continuo a credere che criticare la cena alla Canottieri, prima del suo svolgimento era più dar pretesti alla polemica che ai contenuti.

Lo faccio ora, oltre perché tutto si è concluso, e son contento, con pieno successo – centinaia e centinaia di amatriciane col sugo servite nel piazzale della Canottieri – perché l’articolo di Fabrizio Radogna su La Provincia di Lecco  a cronaca della serata è decisamente  e, a parer mio, inutilmente enfatico e sopra le righe.

Perché riempire d’enfasi una pasta condita con un poco di maiale e sugo da 5 euro?

Si legge infatti: “E che bello il popolo lecchese della solidarietà: quello che non si tira mai indietro, nonostante un carattere ruvido, ma sempre pronto a buttarsi in “prima linea” (anche con gambe sotto il tavolo e mano al portafoglio) per aiutare chi è stato più sfortunato”

5 euro!! Non si tira mai indietro. Figuriamoci se lo fa il socio ordinario della Canottieri, dove la tessera di iscrizione annua è di 582 euro.

Dai domani si replica. Tutti in fila davanti alle porte di qualche garante: Sindaco, Parroco, giornale e tutti con 5 euro in mano. La pasta però è finita. Chissà se anche la fila.

Oppure facciamo che la pasta c’è ma il prezzo è 50 euro. 1 euro, come quella odierna,  sempre per le spese. (sigh!!!, poi magari il Comune dà 2000 euro come contributo per due regate della stessa Società)

Poi leggi che “I primi a sedersi ai tavolini esterni il solito gruppo di habitué del posto, affamati anche se erano solo le 18.30 e volonterosi di fare beneficenza.

“Volenterosi di far beneficenza”!!!

Solo che non lo sembra. «Siamo qui perché abbiamo fame – dice una signora ingioiellata dal sorriso simpatico, mentre assaggiava una forchettata di pasta fumante-: è da giorni che aspettavamo questa iniziativa, visto che questa specialità e fra le nostre preferite»

Quanto si raccoglie in Italia per il Terremoto? 10 milioni di euro? 15?

E lo Stato dov’è? Certo è a bloccare il patto di Stabilità così i soldi non si possono spendere. Nemmeno per la prevenzione

E’ un poco diverso ma mica così tanto: L’Istituto Parini di Lecco ha fatto da tetto a centinaia di nostri figli – ogni giorno – per un tempo incalcolato, ma non erano né minuti, né ore , né giorni, né mesi ma forse anni, dove le aule, diverse, non tutte ma sempre troppe, potevano crollare da un momento all’altro. E non serviva nemmeno un terremoto.

E cosa leggiamo? L’Amministrazione Provinciale non ha i soldi per sistemarle tutte e subito.

Ma non è vero, i soldi ce li ha ma no può spenderli, il Governo, lo stesso che fa passerella nelle nostre sale civiche a parlare di Costituzione e Riforme non glielo permette. Servonoa  lui, per altro.

E vale per ogni Comune, ogni Ente.

E buttano via miliardi di euro per alte velocità che non servono, guerre che mascherano da missioni di pace, cacciabombardieri da 13 miliardi di euro, ladrocini con risate notturne e un’infinita quantità di rivoli di bocche allevate a monete.

Ma lo Stato non ha, malgrado le tasse di ognuno di noi, 20 milioni di euro per i Terremotati? Dobbiamo correre a cuocere noi la pasta.

Ha una Legge che promuove trivelle e auto blu ma una che imponga che le sue scuole antisismiche siano antisismiche? Che le case siano antisismiche?

Non è menefreghismo (e qualunquismo il mio) – non lo vuole essere – non perché dentro le mie tasse c’è già la parte per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile.

A me non sta sullo stomaco l’amatriciana a 5 euro. 5 Euro.

E’ che non digerisco questo obbligo a essere buoni e il menefreghismo ad essere giusti.

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