#JesuisCharlie è tornato figlio unico. O quasi.
E’ bastata una vignetta sul terremoto italiano che c’è stato un fuggi fuggi dalla famiglia.
Nessuno è più Charlie.
Tantomeno a sinistra. Basta leggere i commenti sui social.
A Lecco non è più tempo di presidi autocelebrativi. E’ ancora estate c’è teatro e prodotti bio in agriturismo e la barca ancora sulla cresta dell’onda in Sardegna.
Appena si torna si organizza qualcosa, forse un’amatriciana di solidarietà a 5 euro in Canottieri. Però se aumentano le accise sulla benzina per pagare la ricostruzione mi girano i maroni.
Mica è venuta giù casa mia.
Io credo, dal marciapiede dell’analisi, che la maggior parte della gente pensa che il significato di satira sia “far ridere”. Che satira e comicità siano sinonimi.
Io credo invece che la satira deve essere sgradevole. Satira non è sfottò, satira non è ironia, satira è un modo di informare.
Lo sfottò è, riuscito o meno, prendere in giro la sinistra da salotto che organizza i presidi a favore della satira e dei suoi morti ma se ne fotte di quelli nei Balcani, Mogadiscio, Aleppo o Bagdad.
O delle censure, politiche, giornalistiche e addirittura Istituzionali anche di Lecco.
A me la vignetta di Charlie non piace ma, mi pare, quasi perfetta.
Mancavano solo tra gli strati di lasagna le banconote. Potevano intendo condire uno strato anche con degli euro, sarebbe stata più efficace.
Può piacere o meno, ma non han fatto satira sulle vittime ma sugli aguzzini.
L’accusa. “Sisma all’italiana” è, per quanto l’ho capita io, la vera accusa, per la frequenza delle emergenze e l’abbandono del potere della cura degli esseri umani.
La vignetta di Charlie Hebdo troppi l’hanno intesa come una derisione delle vittime del terremoto e invece, a me pare, una denuncia politica e sociale.
Ecco i sismi all’italiana, in cui nemmeno le scuole anti-sismiche sono anti-sismiche
“Cose fatte all’italiana”
I morti sono lì raffigurati come vittime, non scherniti.
E’ satira rispondere dicendo, in sintesi: “Gli italiani non tollerano la vignetta di Charlie sui terremotati e minacciano di costruire scuole anche in Francia”.
Vediamo il bicchiere mezzo pieno.
Come un esercito pedagogico. Siamo
diventati musulmani anche noi.
Charlie Hadbo ci tratta, con le sue vignette, come ha trattato i musulmani. Forse ora capiamo di più.
E sempre dallo stesso marciapiede dell’analisi:
Cosa sono le penne al sugo e le lasagne? Uno degli stereotipi dell’Italia per gli stranieri.
Cosa sono gli stereotipi? Dei luoghi comuni frutto di una verità rintracciabile (effettivamente in Italia si mangiano molte penne al sugo e lasagne).
Cosa è, oramai e purtroppo, un “terremoto all’italiana”? Uno stereotipo.
E perché?
Perché in Italia si muore per terremoti di intensità 6.0 che in altri Paesi invece non causano alcun morto, perché si permette ai soliti ignoti di costruire in zone sismiche, tetti in cemento armato che collassando, schiacciano 300 fra donne, uomini e bambini, come delle lasagne, e perché non si stanzia alcun fondo per mettere in sicurezza le suddette case o nel caso in cui vengano stanziati, immediatamente e altrettanto misteriosamente, spariscono.
E’ indecoroso, feroce, oltraggioso permettere che muoiano centinaia di cittadine e cittadini, sepolti vivi sotto le macerie come delle lasagne, continuando a garantire impunità a chi costruisce, ai governi locali e nazionali, alle mafie
Con i dovuti paragoni ricordo che sono stati, per un tempo incalcolato, in classi a rischio crollo, minore ma pur sempre grave, centinaia di nostri figli che frequentano l’Istituto Parini.
Chissà chi era Charlie e chi cazzo è ora.
Poi resta sempre il dubbio che questi di Charlie non sappiano nulla dell’Italia e a loro interessa fare solo vignette disturbanti per creare scandalo.
Come priorità consiglio, prima di tutto a me stesso, di preoccuparmi per come son costruite le case e le scuole più che per come son fatte le vignette.