WEBETI E FALSARI

boccaloniE poi ci si trova così ad aver l’ennesima conferma che i molti gruppi facebook son pieni di leoni da tastiera, che oltre a non potersi sostituire alla stampa professionista, sempre più spesso, troppo spesso, non sono nemmeno in grado e non hanno voglia di provare ad informare, ma lo scopo è aizzare gli animi, fare polemica.
Per qualche click, per partito preso. Per visibilità
E’ pieno il web di queste evidenze.
La questione del cavalcavia crollato: tutti o quasi ingegneri.
La questione del traffico: tutti o quasi vigili.
La questione del Patto di stabilità: tutti o quasi economisti.
La questione del Referendum: tutti o quasi Costituzionalisti.
La questione dell’immigrazione: tutti o quasi razzisti.
Che non significa che puoi allora parlare solo del nulla, che puoi discutere solo del niente, ma vuol dire che devi informarti, documentarti ed ascoltare, verificare e documentarti.
Sul facebook non si riesce a fare quasi mai un discorso pacato.
Non puoi  portare le prove perché quelle prove e quei documenti son sempre troppo lunghi. Anche se è un semplice link di una riga.
In troppi gruppi facebook serve la claque, il clan, i sodali e molti, i più, che non possono star dietro a ogni post.
E allora tu stai lì come una gabbianella e un gatto a guardare se in un sussulto di dignità, di correttezza verso i membri del gruppo, verso l’interlocutore, qualcuno dopo che si è fatto notare che non è come si voleva far credere su quella specifica cosa, dopo che si fa notare che non è perché hai 2044 like e 1500 commenti che la notizia è vera, ecco speri che l’interlocutore si ricreda davanti all’evidenza non succede invece nulla.
Capita anche che ti bannano.
Una balla basta ripeterla e ripeterla che diventa vera.
C’è troppa gente che vuole male a Lecco e pur di aver ragione
si augura che affondi, che Lecco vada a gambe all’aria per poter dire ve l’avevo detto.
Ecco, invece la bellezza, con tutta la precarietà, gli sforzi è che qualcuno ci sta provando invece a migliorarla Lecco.
Va riconosciuto anche se sono tuoi avversari.
Che, peraltro, ti legittima anche quando farai una critica, motivata.
E’ una questione di rispetto e oserei dire anche di autorispetto.

 

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