MOSTRA ARTEMIGRANTE: Imparare a guardare l’Altro come guardiamo noi stessi

migernateIeri, venerdì 31 marzo, in Torre Viscontea si è inaugurata la Mostra “ArteMigrante”, una collettiva di artisti, ben 16, diversi facenti parte dell’esperienza ormai pluridecennale di Pittura Uno nata sul territorio, in questa occasione allargatasi e condivisa con artisti di diverse parti del Mondo.

Obiettivo mescolare le loro diverse e personali sensibilità elaborando a volte assieme a volte in solitaria, l’arte che comunica,
che mostra ancor prima di dimostrare, che le frontiere da abbattere sono quelle nella mente dell’uomo.
Attorno infatti al filo rosso della Cultura come ponte fra i popoli, come conoscenza, dialogo, mescolanza appunto,
ogni artista ha comunicato il suo io, la sua visione, il suo essere uguale nelle diversità.
E, quindi, con tecniche, espressioni e materiali diversi ognuno a così permettesso di rendere ricca e originale la Mostra che da oggi,  1 aprile e per tutto il mese, è visitabile ad ingresso libero.
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L’Assessore alla Cultura, Simona Piazza, tagliando simbolicamente il Nastro, il Confine, ha ben espresso il valore e la ragione di questa Mostra.

La Mostra, tramite l’espressione artistica di Pittura Uno, ha colto quella che è l’essenza contemporanea della nostra società, una società multietnica, che sempre più spesso e soprattutto in un mondo occidentale si tenta di chiudere in barriere sociali, ma che fortunatamente la forza dell’uomo, la propria passione e le proprie idee tentano costantemente di abbattere questi muri. L’arte diventa, in questa mostra, un linguaggio, uno strumento di comunicazione universale dove l’artista, sia esso italiano, straniero, non è importante, diventano strumento di comunicazione di un vissuto personale, di una storia di un io che porta con sé una storia di un popolo, di una tradizione e si un paese di provenienza, sia che sia un paese alle porte di Lecco o a 10.000 km di distanza“.

E soprattutto, ha concluso: “L’Arte diviene, e la cultura in un senso più esteso, un momento di condivisione, un gettare un ponte verso l’altro.”

Ed è per questo che ancor prima di leggere le didascalie alle opere esposte è suggeribile guardarle così come il contenuto del bagaglio di viaggio di un artista in quanto tale. Un bagaglio di viaggio senza valigia, ma con la propria anima. Che, nel momento dello sguardo, diventa anima anche di chi l’osserva, la vive, con le sue sensibilità.
Perché, ed è un segno distintivo, prezioso e nuovo che attraversa tutte le Mostre finora proposte e offerte qui come a Palazzo delle Paure, dall’Amministrazione Comunale: Servono Mostre con l’Anima. Di Arte bisogna innamorarsi.

E tra grandi eventi o identità del territorio, c’è anche, appunto, una terza via, uno sguardo più alto, quella finora riuscita e promossa, ossia quella delle idee.
Il fine dell’Arte è la meraviglia, – come scriveva Giovan Battista Marino, il massimo poeta e teorico del Barocco.
E’ far interrogare il visitatore, colui che davanti ad un Opera d’arte ci entra dentro, ben oltre il nome dell’artista, ben al di là, per nulla necessario, del valore economico dell’Opera al mercato dell’arte, ma dentro quel dirompente alfabeto che parla all’Anima.

Il gruppo di 16 artisti che partecipa a questa mostra, coem ci ricorda l’opuscolo che accompagna la Mostra, cerca affinità, consonanze e feconde dissonanze e, pur mantenendo linguaggi distinti e personali – il fuoco dirompente, intenso e dinamico del Rosso in uno dei quadri di Federico Bario è diverso dal segno a matita e china minuzioso e leggero delle Opere di Luisa Rota Sperti, così come dalle figure evocative, sensuali e poetiche emerse con l’inchiostro su carta, di Raouf Gharbia – propone il cammino del confronto e dell’incontro con l’Altro, attraverso il linguaggio universale dell’Arte.

Perché come ricordato ancora dall’Assessore alla Cultura, su stimolo dei saluti calorosi e coinvolgenti del Prevosto mons. Franco Cecchin:
“le persone che si avvicinano alle nostre coste, o che tentano di varcare i nostri confini, sono delle persone, non sono stranieri e non sono migranti, sono essere umani come noi, che hanno la stessa dignità, lo stesso valore e la stessa importanza. Imparare a guardare l’Altro come guardiamo noi stessi o qualcuno della nostra famiglia o qualcuno che ci sta caro, ci aiuta a costruire un futuro e una società migliore. Questa Mostra ci aiuta anche a fare questo perché ci porta la testimonianza di quello che è il vissuto delle persone in viaggio con loro percorso”

Una Mostra che, soprattutto, dovrebbero vedere tanti giovani perché se qualche sguardo sarà diverso nel futuro sarà grazie ai tanti giovani che si faranno curiosi e consapevoli del mondo
Un passaggio, un sentiero, questa Mostra, che prende il testimone della Rassegna Leggermente che si è appena conclusa in città e che aveva, non a caso, come tema guida: il Confine.

E ora, qui, per tutto il mese di aprile, se ne prosegue il pensiero, la riflessione.
L’idea di stare sul confine, di oltrepassare questo sbarramento da una parte all’altra. Perché questa osmosi crea ricchezza. Ricchezza nelle persone, crea ricchezza a livello sociale, e crea anche ricchezza a livello culturale ed economico.
Le frontiere da abbattere, reatano e sono quelle nella mente dell’uomo.
Il sogno di uno spazio totalmente attraversabile, senza confini, oggi è un’utopia. Ma l’arte ha anche il compito di aprire varchi, delineare scenari futuri, superare frontiere, generare e coltivare utopie… con lo sguardo rivolto all’orizzonte, che è ben più di un confine.

Gli orari della Mostra “ArteMigrante”Alla Torre Viscontea sono:
Martedi e mercoledi 9.30-14
Giovedi, Venerdi, Sabato e Domenica 15 -18
Chiuso tutti i Lunedì e Pasqua
Apertura straordinaria Lunedì 17 aprile e Martedì25 aprile

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