La casa su al Garabuso delle sorelle Villa era la più importante casa rifugio della Resistenza di Lecco.
Oggi per difenderci dal nuovo fascismo abbiamo bisogno di una nuova casa rifugio.
E questa non può che essere la nostra Cultura condivisa, la nostra storia, quella che ci faceva dire: “Non avrete il nostro odio, continueremo a volere un mondo più giusto”.
Nelle nostre città è cresciuta e sta pure imputridendosi una lotta contro il diverso, i diritti universali, le minoranze, le persone in fuga da regimi e povertà, la solidarietà di parrocchie, associazioni, singoli cittadini.
Una lotta che usa come spregevole specchietto per metterci uno contro l’altro: la crisi economica, la carenza di lavoro, le condizioni di disuguaglianza che vedono protagonisti cittadini e famiglie.
La cultura antifascista, la nostra casa rifugio, che dobbiamo perciò ancor più promuovere ogni giorno, esercita una funzione di prevenzione e argine contro questa deriva di fascismo, bullismo, soprusi vigliacchi e teatrali che oggi si moltiplicano.
Una deriva da non sottovalutare perché è di risposte sbagliate a domande giuste.
Perché non è vero che il passato si ripete se non lo si ricorda, ma si ripete se non lo si capisce.
L’ostentazione con cui i neofascisti vogliono conquistarsi uno spazio alimentando rancore e odio e manipolando paure è un fatto pericoloso. Essere antifascisti, oggi, credo voglia dire molte cose, alcune immediate: rispetto degli altri come persone, tutela delle libertà fondamentali, condanna della violenza contro i deboli, contrasto a tutto ciò che incoraggi le pratiche opposte: oppressione, sopraffazione, rancore, razzismo, anti-democrazia.
Insieme con la crisi della politica, dobbiamo affrontare la slavina culturale che spinge a pensare che l’antifascismo sia una reliquia di settant’anni fa. La crisi dell’antifascismo è cominciata nella debole trasmissione tra generazioni: scuola, famiglia e media, oggi raramente lo inseriscono tra i loro valori preliminari.
Per questo visto che letture squadriste di fascisti vigliacchi, cortei che negano lager e rispetto umano si moltiplicano, non è più rinviabile, rivendicare e attualizzare l’antifascismo che ci ha reso liberi, migliori, non sudditi.
La politica nel contempo contro questo nuovo fascismo che riempie i peggiori bassifondi del nostro Io e svuota di dignità, torni ad affrontare e risolvere i problemi che vivono troppi cittadini. Perché l’odio e il rancore è solo un tentativo ignorante di ributtarci in un brutto buco nero. Tutti i fascismi devono sentirsi incessantemente ribadire: “Non avrete il nostro odio, continueremo a volere un mondo più giusto”.
È una questione prioritariamente culturale, perché se si pensa male si agisce male.
Perché il fascismo non è il contrario del comunismo è il contrario della democrazia.