EX LEUCI: E SE LI GIRASSIMO QUESTI CANNONI PUNTATI SUL PUBBLICO?

cannoniPrivatizzare i guadagni, socializzare le perdite”.

 

È questo che da tempo, mi pare evidente, molti soggetti politici, associativi e di ex lavoratori vogliono si porti avanti nella vicenda Leuci.

Chiedono al Comune di fare cose che con gli strumenti che ha, non può fare, e non chiedono al padrone di fare quello che può e deve fare. Pagare i debiti e salvaguardare cittadini e ambiente.

Che dell’arrogante menefreghismo del padrone della Leuci debba farsi carico il pubblico, ossia ognuno di noi tramite il Comune, l’ho sempre trovata una battaglia assurda. Un po’ da cornuti e mazziati. Insomma. Se molti e più che inspiegabilmente puntano dito ed energie verso l’amministrazione pubblica, le indirizzassero, verso l’imprenditore, facendo fronte comune, seppur autonomo, forse si potrebbero ottenere risultati a oggi faticosamente ricercati. E per nulla raggiunti.

Provo a spiegarmi. Su stampa e social, si leggano, con ripetuta cantilena, comunicati e accuse verso la parte pubblica. Evitando così di focalizzare le accuse e l’emersione delle responsabilità del privato. Che rimangono sempre solo sullo sfondo.

Si accusa di immobilismo il Comune quando, per esempio, il soggetto preposto alla verifica del deterioramento e della valutazione dello stato dell’amianto è l’Ats, la vecchia Asl. Certo è passato un anno dalla denuncia del pericolo amianto, ma il pubblico, oltre che interessare la Procura, come ha fatto, poteva fare altro?

Poteva, come ancora si chiede, fare lui i lavori di rimozione, pagandoli, trovando i soldi e togliendoli da altre voci e servizi per i cittadini e poi presentare il conto al padrone, sperando poi nel rimborso? Da anni, quello stesso padrone però non sta nemmeno pagando quanto deve di Imu. Un milione di euro. Per la bonifica dall’amianto ce ne vogliono pure di più.

È giusto che un Comune si sostituisca ad un privato facoltoso e conosciuto e paghi lui quanto invece spetta al proprietario? Chiediamocelo.

E allora, e arrivo al secondo punto, non è ora, finalmente, di rivolgere il cannone verso il vero nemico? Far fronte comune, per provare a rendergli conveniente, al padrone, fare quello che avrebbe già, da tempo, dovuto fare? O sconveniente ritardare a farlo?

Perché componenti della Cittadella della Luce, cittadini, sindacati e sì, altri padroni, non spingono innanzitutto i rappresentanti degli industriali, locali, regionali e nazionali a assumersi degli impegni, misurabili, di pressione verso un loro associato che non rispetta, ambiente, impegni, scadenze e cittadini? Anche con la minaccia di espulsione, ect.?

Perché sindacati e lavoratori del gruppo, non si fanno carico con pressioni, scioperi, lettere a clienti/fornitori di segnalare negligenze, mancanze e i rischi per la salute che il padrone sta perpetrando?

Se il libero mercato è anche reputazione, è ora che con più intensità si dica a un bacino più ampio, che il padrone di Leuci, non paga i debiti, mette a rischio cittadini e ambiente e non rispetta gli impegni.

Ognuno deve fare il suo pezzo di parte. E smettere di colpire il pubblico. Perché così sta colpendo sé stessi, noi

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