C’ERA AMORE IN QUASI TUTTE LE SUE FORME. USIAMOLO PER LA NOSTRA CITTA’

FB_IMG_15378546018927799Piccoli misteri lecchesi. Qualcosa da dare bonariamente di matto. Da farci un’altra Rassegna teatrale “Cultura per il sociale 2.0″

Troppi, anche perché è una falsità, dicono che non c’è mai nulla a Lecco, altri, ascoltati come guru, addirittura dicono che d’estate non dovrebbe esserci nessuna iniziativa culturale e turistica, tanto la gente qui, in questo periodo, ci viene lo stesso.

Poi, una domenica di fine estate, la scorsa, al primo tramonto, nel fresco del cortile di Palazzo Belgiojoso, va in scena uno spettacolo di parole e rime, di amore e grandi temi sociali, e cosa succede?

Il pubblico c’è, il pubblico applaude e si commuove, il pubblico se potesse da lì non si alzerebbe più, vorrebbe altre pagine, altre strofe, altre rime… ma evidentemente non basta.
Social, stampa, quotidiani online, radio e tv. Il buio, o quasi, come un cantante lirico afono sull’aria “Nessun dorma” della Turandot di Puccini. Tranne oggi, tre colonne, su La Provincia, nessuna foto, nessuna recensione, nessuna cronaca.  Come se non fosse successo nulla. Deve essere per questo che sembra che a Lecco non ci sia mai nulla. Come il binario 9,3/4 in Harry Potter, lo vede davvero solo chi ci passa dentro.

Domenica è stato un viaggio, di qualità, alla scoperta dell’amore, accompagnati in uno spettacolo dove la forza, spoglia di scenografia e costumi, era il prorompente inchiostro di William Shakespeare e la voce, le voci dei bravissimi attori Mino Francesco Manni e Marta Ossoli.

C’era amore in quasi tutte le sue forme. Quello puro e assoluto di Romeo e Giulietta e quello ilare e favolistico del Sogno di una notte mezza estate, poi quello dall’ardito e furioso corteggiamento della Bisbetica domata, all’amore ambiguo e seduttivo di Riccardo III. E ancora quello folle e tragico di Amleto. Il legame sanguinario tra Macbeth e Lady Macbeth, la passione sensuale e perduta di Antonio e Cleopatra e la tragedia della gelosia di Otello.

Un arsenale d’amore quindi che è diventato faretra e frecce anche per i voli di Cupido e di qualcuno capovolto. E una freccia e poi un’altra e un’altra ancora per l’occasione accompagnate dalla musica evocativa del violino di Viviana Carniti han disegnato una stella cometa, per qualcuno dei presenti probabilmente anche una stella cadente da metterci la luce di tutti i desideri e la forza per inseguirli e perché no, raggiungerli.

Una freccia vorrei che giungesse, scoccata da chi c’era con il corpo o con l’anima, a farci amare Lecco che tracima di bellezza anche grazie a queste iniziative. Che sono belle non solo da segnalare, ma anche raccontare come sono andate. Come somma, come volano.

Perché il Bardo immortale ha avuto anche lui, per quella penna e quel foglio, bisogno dell’inchiostro di una musa e del pubblico. Non facciamo che ognuno nel proprio arsenale abbia tanto amore e non abbia il modo di usarlo per la propria città.

Prossimo appuntamento della rassegna: Venerdì 28 settembre ore 17:30 e replica alle 19:30 piazza Garibaldi con la performance dell’attore Carlo Decio “Un filo tra follia e scienza”, ispirata al capolavoro di Robert Louis Stevenson “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde”.

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