Sul tema immigrazione sono d’accordo con il lettore R.C. L’importante è trovare a chi dare la colpa. La colpa è sempre degli altri. Ci si evita il dilemma di essere uomini ancor prima che cristiani.
La sua lettera infatti contiene, seppur con garbo ed educazione, le peggiori scuse che un uomo, un cittadino, possa mettere tra sé e gli altri. Gli esempi che fa sembrano infatti tutti apparentemente di buon senso ma nessuno in realtà ragionevole.
Non perché criticare la politica e assolvere il proprio partito (la Lega in questo caso), che di quella politica è protagonista da trent’anni, è abbastanza paradossale ma perché è sempre un atteggiamento comodo trovare giustificazioni, auto-assoluzioni, trovare quel “ma però gli altri…”.
Nel leggere la lettera del signor R.C. che nei contenuti è uguale a mille altre che, con minor garbo, si trovano su social e si sentono ovunque in bocca a leghisti e non solo, ho pensato che se c’è un tratto comune – nel nostro Paese e nella nostra epoca – che riguarda sempre più individui, è l’incapacità/impossibilità di assumersi le proprie responsabilità pur dentro il riconoscimento dei propri limiti a prescindere da quello che fanno o non fanno gli altri.
Schiacciati da ogni tipo di responsabilità, tranne quella verso sè stessi, è comodo non vedere che non ci è chiesto di risolvere il problema dell’Immigrazione ma semplicemente quello di essere uomini tra gli uomini.
Che è poi un modo, come ci insegna Vittorio Arrigoni, per restare umani.