VIA ROMA51 E LE PAROLE CHE NON VALGONO PIU’

da Resegoneonline.com 11/06/2019
da Resegoneonline.com 11/06/2019
La parola.
L’Impalpabile immaterialità su cui si costruisce la cattedrale concreta della convivenza, della società.

Le parole valgono.

 
Una volta bastava la parola per chiudere contratti, per impegnarsi, fino al prezzo della vita. Lo abbiamo visto in tempo di pace e di guerra.
La parola data.

 I giornali son costruiti sulla pietra angolare di questo valore, imprescindibile. Se non valessero le parole, son buoni solo per l’insalata.
La parola scritta.
La Politica, quella alta, ha fondato la sua azione sulla parola più nobile come guida, la Costituzione.
La parola scolpita.
Nel quotidiano della politica le parole invece si dimenticano, si spendono, vendono, tirano, stirano e accartocciano.
Ennesima riprova, oggi, la nuova asta, la quinta, per via Roma51.
Solo tre mesi fa, all’ultimo tentativo di messa in vendita, l’assessore al Patrimonio, Corrado Valsecchi, dichiarò, spendendo la sua parola:
“se andrà deserta anche questa vendita rinunceremo all’alienazione e si penserà a un riutilizzo pubblico”.
Oggi, invece, ufficializza che è aperta una nuova asta, la quinta, per vendere Via Roma51. (ndr: ricerca nel sito)
La parola rimangiata.
Una bulimia di parole evaporate: Multisala, Villa Ponchielli, Piazza Affari, Lariano, “non entrerò in Giunta”, Teatro Società, Via Roma51
E così ogni giorno perdiamo il potere delle parole, le loro qualità profonde, e ci lasciamo sommergere da una politica che manca di rispetto, che è promesse in serialità, che punta sulla dimenticanza e la resa di cittadini e giornali.
Parole in vetrina ma senza valore

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