UN TEATRO E UNO CHE GARANTIVA LUI


b069005b6ce61c3130c9242e37a0582d--vignette-espressoLa commissione per illustrare la vicenda Teatro della Società ha ribadito più verità.

La 1^: il Teatro andava chiuso perché per decenni la negligenza nella cura, ingiustificabile e incosciente, l’ha reso inevitabile.

La 2^: nemmeno dopo 2 anni si sa per certo quando riaprirà.

La 3^: l’assessore Valsecchi ha raccontato un sacco di bugie.

Nel corso maestoso del grande fiume della politica,​ sulle cui rive sediamo, come spettatori prigionieri, vita natural durante, l’assessore​ naviga sorridente e sereno. Tra flutti di​ annunci,​ false promesse,​ pompose interviste, voli pindarici, dichiarazioni roboanti e puri contorsionismi,​ la sua scrivania, scivola sicura, come un battello fluviale a pesca di creduloni

Garantiva lui. Tutto.

Immancabilmente però la realtà,​ ogni volta: con l’affresco di Sora, il multisala, Villa Ponchielli, la scuola di alta cucina, il Lariano,​ Piazza​ Affari,​ la Grande Lecco, l’Olmo, i dipendenti del Comune, il verde pubblico, il mercato in centro, Via Roma51, e oggi ancora il Teatro,​ immancabilmente appunto, lo smentisce e presenta il conto.

E lui, fintamente padrone della situazione, inventa, ogni volta, giustificazioni, tanto la stampa con difficoltà glielo ricorda.

Nella commissione per il Teatro ha ricamato​ di​ tutto: passaggi tecnici, muffe, intonaci, disegni, parquet, moquettes, bar e persino i bagni, ma​ volutamente​ si è dimenticato di dire perché ha più volte spergiurato,​ in questi due anni,​ date​ sempre​ diverse sulla riapertura non avendo in mano nessun cronoprogramma,​ quindi prendendo in giro tutti.

Visti i fallimenti ma la continua boria, sovviene una vignetta di Altan dove una casalinga, rispondendo a un politico che​ si vantava di “essersi fatto​ da solo”, rispondeva netta e serafica: “ritenti”.

Che messa in scena scadente l’assessore.
Anche a Teatro chiuso

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