Dopo aver letto del nuovo centro rifiuti richiesto da una ditta a Chiuso, nei fatti già preautorizzato dagli Assessori a Urbanistica e Ambiente, vuoi vedere che la dichiarazione di emergenza ambientale a Lecco pomposamente votata su proposta dello stesso Assessore all’Ambiente Dossi, significava in realtà solo esser contro l’attracco delle Grandi Navi da crociera in Piazza Cermenati (già Porto Garibaldi) se cacciate da Venezia?
Questo perché prima si approva una Delibera che certifica l’emergenza ambientale e poi, come già dimenticata, si discute come metter la ceralacca all’autorizzazione del Centro Rifiuti?
Si fanno distinguo, si interpreta il possibile, si espongono leve per forzare, si valutano i pro, si cercan pertugi per il sì, si dimenticano vincoli.
Si legittima insomma la possibilità di aggravare ulteriormente per gli abitanti del quartiere di Chiuso, come se non stessero pagando già troppo, la loro situazione ambientale e di vivibilità.
Ma l’emergenza ambientale a Lecco è stata dichiarata per salvare le nutrie come fossero panda e l’uomo chissenefrega?
Neppure si può più sperare che ci si accorga, una buona volta, che ambiente e cittadini sono la stessa cosa?
La conseguenza di scelte e dichiarazioni d’emergenza ambientale così pomposamente vendute ai cittadini per qualche voto, avrebbero dovuto portare a dire già alla prima richiesta del privato: grazie della proposta di centro rifiuti a Chiuso ma no, grazie no, siamo per proteggere il quartiere, sviluppare e promuovere la sostenibilità e far seguire alle parole, i fatti.
Perché le parole valgono.
E invece gli stessi pensano di modificare un vincolo edilizio residenziale previsto dal PGT in uno produttivo e, addirittura, introdurre in un’area urbana residenziale un’attività di tipo cantieristico. Una follia folle.
Ma poi un’azienda che fa lavori per il Comune a incarico diretto è proprio il caso che avanzi richieste di modifica di destinazione di aree a proprio favore?