– sinergia pubblico/privato – bravi studenti come guide – sostegno al nuovo Oratorio – Turismo in Città.
Fa emergere anche la criticità che tale successo, indirettamente contiene.
Ossia il modo ancora acerbo – e la caratteristica introiettata del nostro tempo – di approcciarsi alla Cultura e più in generale ai suoi stimoli, in
evidente modalità consumistica, ovvero dentro il registro degli Eventi unici e non dell’ordinarietà del bello.L’evento, la rarità, il clamore,
il parlarne che chiama pubblico che chiama pubblico (
l’effetto Zalone o 50sfumature, dove tutti corrono perché tutti corrono) sta tracimando la bellezza (importante ma non eccezionale) del quadro.
L’unica cosa che conta e continuamente viene veicolata è il numero dei visitatori, l’eccezionalità delle cifre (2000-10.000.15.000!!), il continuo superarsi, il critico di grido che, pagato, ne viene a parlare. L’evento che risveglia una Città.
Ecco io credo che
la bellezza del quadro non è comunque paragonabile all’importanza della Mostra dei Macchiaoli, per esempio, che nello stesso Palazzo delle Paure, per una parte in contemporanea, si è potuta e si sarebbe dovuta visitare ben oltre e più dell’evento del Tintoretto.Credo che l’importanza evidente in più dei Macchiaioli è proprio quella che non è solo un Evento (bello e splendidamente venduto) che ti dà l’opportunità (preziosa) di vedere un grande quadro, ma è il dono di conoscere e vedere una Mostra che contiene oltre a preziosi quadri, una Storia e che storia.
L’importanza dell’ordinarietà del bello e quella programmatica, che han già risvegliato la città, è un insieme di grandi quadri: il nuovo percorso espositivo di Villa Manzoni, l’Osservatorio ampliato della Montagna, la Mostra di soli pochi mesi fa di Berenice Abbott, il Museo di Palazzo Belgiojoso, il Festival della Città dei Promessi Sposi e della Letteratura, per stare a ciò che è prettamente arte, storia, Comunità.
Perché la cultura è uno strumento per crescere ed è anche uno strumento per riscoprirci e riconoscerci comunità, locale, italiana e internazionale.
E per fare questo è sempre meglio percorrere un percorso, un cammino, riconoscerlo, più che essere catapultati al traguardo.
Il valore di un viaggio è il viaggio stesso non solo la meta e, ancor meno, la capacità di farsi pubblicità.
SCUOLA E OPEN DAY
Mi chiedono di spiegare perché non si può essere contrari al Tintoretto.
Non c’entra nulla la contrarietà.
Il focus, che ovviamente è mia responsabilità non aver reso così chiaro come sembrava a me, fatta salva la parte di chi non vuol capire, è (soprattutto) un altro.
Ossia è il tentativo di introdurre nella discussione quello che in questo mese non si è nemmeno sfiorato [quello che non di può dire :-)]
Quello che si sta vedendo per straordinario, impareggiabile e di conseguenza non a livello comunicativo ma pubblicitario, qualcosa che non solo non lo è ma qualcosa (e nel modo) che ci vorrebbe far dire – e a troppi fa dire – che tutto il resto è nulla o non esiste.
Quello di vendere il prodotto per i record. Il parlarne nella modalità che chiama pubblico che chiama pubblico (l’effetto 50 sfumature, dove tutti corrono perché tutti corrono) .
Semplifico per me.
Quello che meno male che c’è il Tintoretto altrimenti a Lecco non c’è arte, cultura ect
Quello che davanti a una esteticamente bella persona ti dimentichi che è una stronza
Semplifico di più: rincorrere il profumo dell’arrosto di carne chianina e continuare a lasciare l’arrosto nel piatto.
Ecco io credo, che è ben diverso e sostanzialmente non centra nemmeno nulla la comunicazione efficace di questa esposizione in confronto a un’altra.
Peraltro si sanno i costi (diretti e impliciti) per questa del Tintoretto budget e singole voci?
Che magari aiuta a dire “e vabbé cazzo”
È che una Mostra come quella dei Macchiaioli, a mio avviso, dovrebbe avere, qui a Lecco e ovunque, un’importanza maggiore del Tintoretto. A prescindere dalla comunicazione.
Idem, e la sottolineo ancora, la quotidianità che già c’è.
E’ che una città, qualsiasi essa sia, cresce, nella sua comunità, a mio parere, decisamente di più in valore andando a scuola tutti i giorni che non agli open day.