La teoria fa a pugni con la pratica. Gli auspici con la realtà.
Già solo nelle ultime due/tre settimane abbiamo potuto assistere in politica alla negazione delle attenzioni verso il cittadino in quanto legittimo portatore di interessi. Collettivi, comunitari.
Parlo della ormai nota vicenda della variante della ex Cava a Chiuso, della più recente questione taglio dei pini a Malgrate sul lungolago, per finire alla meno nota, per il momento, variante dell’ area Ex Pagani.
Il filo rosso grave ed emblematico in tutte queste vicende è che la politica nel suo insieme, maggioranza e opposizione si badi bene, nonché, nel caso delle varianti, anche le proprietà, non hanno mai ritenuto utile, necessario, qualificante coinvolgere la cittadinanza, gli abitanti del quartiere. La Comunità.
Perché per un cambio di immagine, fruizione di una parte di Città, la politica e le proprietà non sentono mai il bisogno, la correttezza prima di fare domanda, formalizzarla, di deliberarla, anche di informare, ascoltare i cittadini?
Questa modalità non è da intendersi come riduzione dell’autonomia e dell’autorevolezza, ma anzi ne è, a voler vedere, un rafforzamento.
Perché in 4 anni dalla domanda di insediamento di un deposito di inerti la proprietà non ha mai pensato di illustrarne la scelta al quartiere, tenendolo all’oscuro fino a quando ha potuto o sperato?
Perché Provincia e Comune han fatto altrettanto ed è servita una “fuga di notizie”, per portare a conoscenza degli abitanti del rione, tali, possibili, cambiamenti?
Perché un’Amministrazione decide di tagliare filari di pini sul suo caratteristico lungolago e i cittadini lo sanno, più o meno fortuitamente, all’ultimo, quasi a motoseghe in azione?
Perché un nuovo medio Centro Commerciale, una nuova rotonda in via Belfiore o importanti insediamenti residenziali nell’area ex Pagani non possono essere illustrati dalla Proprietà e dalla Politica al quartiere in una forma di accompagnamento alla decisione?
Questo percorso di coinvolgimento e trasparenza oggi è totalmente lacunoso.
Credo che nel discredito crescente che la politica va accumulando contino parecchio anche omissioni come queste.
Se nei dibattiti sulla stampa, se negli incontri di partito, l’oggetto del contendere/discussione fosse una maggiore considerazione del cittadino , piuttosto che le vacue dispute correntizie, le faide di potere, lo scambio di poltrone, qualcosa cambierebbe in meglio.
La libertà è partecipazione, cantava Gaber.
Ma non è quella solo di un giorno, per il voto, chiesta dai partiti.