Ritardano alcuni treni, altri sono cancellati, altri ancora partono in orario per fermarsi e così ritardare subito dopo.
Oggi la stazione, le stazioni, sono come il gioco dello Shanghai.
Un treno in equilibrio su un altro treno, un ritardo su un altro ritardo e gli annunci come il gioco del Monopoli, più carte degli imprevisti che delle opportunità.
Treni che sono annunciati su un binario che partono da un altro, treni senza fermate che fermano durante il tragitto in fermate non annunciate.
Fermate confermate dal capotreno che invece non vengono effettuate. E nessuna capacità di usare gli annunci sui treni e in stazione per informare, aiutare, ridurre il disagio.
Soste di decine di minuti in stazioni fantasma per far passare treni che non passano.
E ancora una volta, su treni stipati all’inverosimile ti domandi perché dopo vent’anni di continui ritardi, cancellazioni, annunci farlocchi quotidiani e ripetuti, Trenord non sia almeno in grado di gestire il problema, la difficoltà.
Ben più e ben prima di non essere capace di fare il proprio lavoro.
La capacità di non essere capaci.
E intanto sul treno studentesse un po’ rassegnate e indignate vedono svanire la possibilità di dare un esame che era in calendario.
Spero nella Carta opportunità: il tuo professore viaggia Trenord.