IL CANDIDATO E LA PAPPA PRONTA

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L’editoriale del candidato sindaco per il centro-sinistra Mauro Gattinoni  sul #GiornalediLecco ha la forza rara, o renziana, di essere evocativo e nello stesso tempo, tolta la cornice, un quadro farlocco.

Una narrazione per l’autopromozione. Cos’è la “narrazione”? “Abbiamo abolito la povertà ” è una narrazione. “Lecco non basta a Lecco” è una narrazione.

Una narrazione è il racconto di una cosa immaginaria venduta come vera. Oppure di un allarme comodo e facile che diventi in fretta luogo comune.
Poco importa che dopo 24 ore di ditini alzati e lezioncine, chiarendo i dati veri il grande scoop si rivela in realtà una bufala. Non importa, le notizie si smentiscono, le bufale si smontano, le “narrazioni” restano.

Vi capiterà di sentir dire in giro, magari appunto dal candidato sindaco, che Lecco è bella, ha potenzialità, che bisogna ripartire dalla Cultura e dalle Reti, la scuola per le imprese, le imprese per la scuola, il brand del Manzoni e le infrastrutture, l’alpinismo e il lago, il crocevia e il non perdere il treno e di tutto di più, una lusinga e un luogo comune.

Ecco tutto questo che (già) c’è, per narrazione elettorale ci è venduto come fossimo (sempre) al punto zero.
Questo lusingare la Città ma dire che serve lui che sa e capisce, perché finora non si è fatto nulla, né cultura né reti.
In sostanza: è bella la cornice, ma fa schifo il quadro. Ed è insopportabile perché questa narrazione è, appunto, falsa. Insieme a questo bisogno di atteggiarsi a candidato Premier e non a sindaco di una Città. Come se fosse sminuente.

Questo bisogno di far credere che tutto è fermo e che nulla si è fatto prima. Sul volontariato, sui più deboli e fragili, sulla Cultura, sulle relazioni Istituzionali, sulle infrastrutture, sul ruolo di Città capoluogo.

La retorica della narrazione “Lecco non basta a Lecco”, “da soli non andiamo da nessuna parte”. Come se fino a oggi siamo stati isola in mezzo all’oceano, ciechi e sordi al e con il mondo. Roba da matti.

La realtà invece è che Lecco non ha bisogno e non aspetta e non ha aspettato, per fortuna e capacità, che arrivasse un guru o un bauscia, ha fatto e fa, da sola e insieme agli altri e non ha mai trovato la pappa pronta, né chi gliela condiva per propri interessi.

Lecco credo davvero abbia bisogno più di uno che fa e riconosce quello che è stato fatto bene, da ognuno e da tutti, più che di un bravo bagaj ma spostatevi che “ora ghe pensi mi”.

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