Oggi Trenitalia ha annunciato la fine dei lavori di raddoppio della linea Milano-Lecco E’ un momento storico sottolinea, giustamente, il comunicato stampa: questa mattina, verso le sei, il primo convoglio ha percorso la nuova linea da Lecco verso Milano, con soli 5 minuti di ritardo sulla tabella di marcia. Un vero record. Ma.. ehi, fermi un attimo. Perché un annuncio di tale importanza relegato al giorno 30 luglio 2008? Strano. Non è strano? Di solito gli uffici marketing o pubbliche relazioni sono molto attenti a questi aspetti. Nessuna compagnia di alto livello, specie Trenitalia, in perenne deficit di considerazione da parte dei propri utenti, nessuna!, si sarebbe lasciata sfuggire una simile occasione. Ma ve la immaginate? Vi starete, legittimamente, chiedendo, cosa? cosa dobbiamo immaginare? Ve la immaginate una bella inaugurazione, di quelle spettacolari, a settembre: pendolari abbronzati, felici, di rientro dalle ferie, una notizia che suona come il sogno inatteso, e realizzato. Insomma, un’inaugurazione capace in una mattina di spazzare via anni di attese, di malumori, persino di lotte.
E allora perchè no? come mai niente spumante e taglio di nastro? com’è possibile dopo 30 anni di attesa? Solo uno squallido, graffitato, sciatto, convoglio delle 6 di mattina. Ma come??
Il nuovo tratto della MI – LC
E’ abbastanza chiaro, e ormai gli uomini Fs lo sanno, meglio non farsi ulteriori beffe dei pendolari: il raddoppio è concluso, ma – ve lo ricordo – durante l’inverno Trenitalia denunciava carenza di fondi, causa finanziaria
http://www.merateonline.it/Finestra_Zoom.asp?ID=57565&Sezione=MAIN
Carenza di fondi, in altre parole, significa: niente nuovi convogli, niente nuove corse, anzi, magari qualche taglio. Peggio di prima. Peggio di prima che, proprio proprio parafrasando, significa: il raddoppio ha ucciso territorio, ha speso immani risorse, e alla fine non servirà a nulla.
Aumentare le vie ferrate non è di per sè buona cosa: diventa un gran passo in avanti nel momento in cui, dietro a questo aumento quantitativo, s’intravede una vera politica del ferro, che preveda investimenti, riprogrammazione, un migliore trattamento dei pendolari, prezzi equi, sottrazione di risorse alla “gomma” – di lì si passa – per orientarle al “ferro”.
Serve questo, altrimenti le nuove vie sono solo binari, per giunta, destinati a rimanere morti.
POST TRATTO DALL’OTTIMO SITO DI ALFIO SIRONI
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