LA DEBOLEZZA DELLA SINISTRA è NEI POLITICI COME VALSECCHI

valsecchiMi permetto di aggiungere che, in tale direzione, è molto più innovativa la proposta della Chiesa che, attraverso le sue voci più autorevoli, ha accelerato nella direzione di uno sviluppo integrale e sostenibile. Su tutto si legga l’ultima enciclica del Papa “Caritas in veritate”. Insomma, persino il Vaticano, istituzione che storicamente non ha fatto della velocità nell’affrontare il cambiamento il suo punto di forza, si sta dimostrando ben più pronto di una sinistra litigiosa e senza idee.

 

Alberto Valsecchi, portavoce dei Verdi lecchesi nella lettera ai giornali del segretario/portavoce dei Verdi Lecchesi Alberto Valsecchi, (che puoi leggere tutta qui) sul perchè della debolezza della sinistra, ci sono diversi elementi che ne inficiano, molto, l’analisi e la concretezza.

Un buono spunto diventa “chiacchiere e distintivo” della solita solfa con facilità se non si vogliono ammettere le proprie colpe. Individuali e collettive. Valsecchi, sebbene  a livello locale, da anni è il vertice di questa sinistra che perde, perché non elabora, che non fa analisi. Cioè, paradossalmente, le stesse accuse che muove agli altri.

Certo è anomalo che i maggiori complici e colpevoli della crisi economica e finanziaria mondiale ed europea trovino lo stesso consenso nelle urne. Una crisi del modello liberista viene premiata elettoralmente dando il voto ai liberisti. Che hanno riempito di denaro gli autori del disastro. Pazzesco

Le colpe vanno ben individuate. Quando, per esempio si caricano  tutte le colpe alla diserzione dei 20 parlamentari dell’opposizione al voto sullo scudo fiscale si fa un errore.

La colpa dell’assenza (gravissima) non può oscurare ne sminuire che dall’altra parte c’erano e ci sono chi questo scudo fiscale, questa amnistia per ladri e furbetti, l’hanno proposta, giustificata e votata. Gli italiani sono sprovvisti di memoria. Se avessero, avessimo, un poco più di memoria e meno egoismo, mal riposto tra l’altro, questo Paese sarebbe migliore, decisamente migliore. Perché non è vero, per nulla quello che dice il portavoce dei Verdi lecchesi sulla mancanza di idee e analisi della sinistra. Troppo comodo. E ipocrita. Soprattutto se dette da chi queste idee e analisi avrebbe dovuto, almeno per ruolo, elaborarle e concretizzarle essendo stato fino a pochi mesi fa, per anni, forza di maggioranza in Provincia.

 

Questa classe politica, locale e nazionale mai pungolata dagli apparati – forse beotamente soddisfatti di avere qualche poltrona e prebenda in Cda pubblici, non ha mai studiato, sperimentato, percorsi di benessere collettivo, per esempio in termini di mobilità urbana, di percorsi ambientali energetici (i Verdi alla fine hanno votato ancora i contributi alle aziende del petrolio con i Cip6), di sostegno al reddito dei lavoratori scegliendo di indirizzare, robustamente, la pressione fiscale verso il mondo della rendita finanziaria, il dirottamento delle risorse economiche pubbliche da armamenti (per es. 15 miliardi € per 131 aerei da caccia F35) a politiche sociali verso bambini, anziani e famiglie in genere.

La promozione di un’economia locale e sostenibile piuttosto che l’agroindustria.

E continuando, di impegni e indirizzi per la riduzione dei rifiuti e non lamentarsi, poi, se oggi la destra aumenta di un “soffio” il bruciato di Silea, dopo che il centrosinistra ha promosso l’innalzamento della potenzialità del forno stesso a livelli ancor maggiori. 

Promuovendo il trasporto su ferro locale e pendolare al posto delle grandi opere.

Tutelando cittadini e risparmiatori con legislazione di controllo e sanzioni per banche e imprese speculatrici prevenendo crack e rapine. Ecc. ecc. ecc.

 

In altre parole la destra, sia a livello locale che nazionale ha le persone giuste al posto giusto per portare avanti le idee della destra, è la sinistra (extraparlamentare e istituzionale) che non ha, invece, le persone giuste per portare avanti le idee storiche ed attuali della sinistra.

 

E Valsecchi, ma non solo, ne è una dimostrazione palese

2 pensieri su “LA DEBOLEZZA DELLA SINISTRA è NEI POLITICI COME VALSECCHI”

  1. Trezzi ha una opinione un pò troppo alta del mio ruolo. Non sono assolutamente leader della sinistra per due semplici ragioni. Non sono mai stato investito di tale ruolo e ho le idee molto confuse su cosa oggi sia la sinistra (e la destra). Anzi per dirla tutta sono assolutamente convinto che siano due categorie vecchie e ormai svuotate di molti dei loro significati originali. Meglio, le reputo due facce della stessa medaglia: entrambe si rifanno al modello consumistico di sviluppo pur guardandolo da angolazioni differenti. In altri termini non possiedono gli attrezzi adeguati per far fronte alle mutate condizioni globali e locali. Questo almeno in Italia. Quindi, io che leader non sono, sono pronto a seguire chi propugna un modello economico-sociale innovativo che sappia indirizzare verso un reale benessere (che non coincide certamente con la crescita del PIL). Se vivessi in California non esiterei a sostenere il repubblicano Schwarzenegger. In europa mi paiono più riformisti, innovativi e moderni Sarkozy e la Merkel che non Braun o il nostro Bersani. Come ho scritto, la dottrina sociale della chiesa ha da tempo tracciato la via di uno sviluppo integrale (di tutto l’uomo e di tutti gli uomini) e sostenibile. Questi principi non sono né di destra né di sinistra, sono avanti, ma soprattutto, almeno per me, sono gli unici per cui valga la pena fare politica. Al di la del modo antipatico (e sgrammaticato) che spesso usa per banchettare chi ha il torto di pensarla non molto diversamente da lui, Trezzi è intelligente, capace e fattivo (organizza convegni tra i più interessanti che si svolgono sul nostro territorio e ha messo in piedi con pochi altri un ottimo gruppo d’acquisto). Sarebbe bello scendesse dalla cattedra e scegliesse un metodo più costruttivo per confrontarsi con chi, come lui, cerca di lottare per una Lecco più viva, pulita, salubre e bella.

  2. Giusto per non tirarla alla lunga.

    Il politico Valsecchi replica alla mia lettera di critica in modo spaventoso. Anche nella parte dove mi lusinga.

    Dice di essere confuso. Di non essere un leader della sinistra locale. Di non essere nemmeno di sinistra. Non riconoscendo più queste distinzioni, arcaiche, vuote. Che voterebbe Schwarzenegger, Sarkozy e non Bersani.

    Il politico Valsecchi, esprime questi concetti, vanamente pugnaci, destinati a suscitare in rari e distratti lettori appena un “ma guarda un po’” di circostanza.

    Eppure proviamo, appunto per non tirarla alla lunga, a soffermarci sulle parole.

    Oltre al fatto che dice di essere confuso, che può essere un’attenuante, dice di non essere un leader della sinistra ma è il portavoce locale di una forza di quello schieramento e, fino a qualche mese fa, era maggioranza in Provincia, qualcosa quindi non torna ma deve essere solo dovuto al fatto che è confuso.

    Dice di non essere nemmeno di sinistra e che queste definizioni sono vuote e vecchie, ma solo pochi mesi fa faceva campagna elettorale e designava candidati in un partito/movimento che aveva, ha, come nome: Sinistra e Libertà. Sarà stato confuso o forse lui era della corrente Libertà.

    E’ talmente confuso che vota o voterebbe a destra e come modelli possibile di percorso sociale e di sobrietà non rievoca Nichi Vendola, leader del partito che tempestando di email e lettere invitava a votare ma, appunto, Schwarzenegger e Sarkozy.

    Posso quindi raccogliere il consiglio di scendere dalla cattedra ma mi deve promettere che lui però scende dal pero.

    Paolo Trezzi

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