Annuntio vobis gaudium magnum: E’ CADUTA LA FAGGI

fumata_biancaAnnuntio vobis gaudium magnum: la Faggi è caduta. Il “governo del fare” ha fatto l’unica cosa corretta in questi tre anni di litigi, scaramucce, spartizioni e pagliacciate: è andato a casa. La crisi è esterna. La sfiducia, a quanto è dato sapersi, è scaturita a causa delle dimissioni in massa dei consiglieri d’opposizione e di cinque (dice: soltanto?) comparse stufe di figuracce.

La sensazione però è che dietro ai cinque “volontari” s’annidi una fronda ben più ampia. Non regge la filastrocca che cinque piccoli fiammiferai abbiano voluto fare uno sgarbo al sindaco-“soldato” (come adora definirsi Antonella Faggi). 

Ora ci aspettano mesi di commissario prefettizio e poi le elezioni in concomitanza delle regionali del prossimo anno. La riflessione è una sola: se questa maggioranza (con le sue sfumature) ha deciso di suicidarsi significa che il piatto (la candela) è molto ricco. Una parolina mi assilla: Expo. Magari mi sbaglio.

 

Disarcionato in malo modo, il sindaco Faggi lunedì sera in Consiglio Comunale aveva già fatto intendere d’aver mangiato la foglia. Il clima era quello tipico da 24 luglio. Il suo discorso fiume all’inizio dell’Assemblea era parso un testamento politico, un “salvare il salvabile”. Sperava di arginare la piena. La caduta rovinosa è arrivata due giorni dopo. Per fortuna che i capetti del Pdl locale e della Lega soltanto ieri s’erano scapicollati a ribadire “piena fiducia” al primo cittadino (mettendoci e perdendoci conseguentemente la faccia). Perego, Fumagalli, per non parlare del Presidente Nava. Vedi un po’ tu!

 

Ora la palla passa ai cittadini. Non conterei molto sulla memoria storica da qui a qualche mese. La sanzione “civica”, diciamo così, è marchio assai rimovibile. Basteranno qualche slogan su cartelloni pubblicitari (con un bel faccione a tutta pagina) e qualche panzana costruita ad arte per strofinare via il ricordo di questi anni d’inerzia imbarazzante?

Sarà compito (non esclusivo) quindi di un’opposizione, fin qui colpevolmente troppo blanda, di articolare un’alternativa credibile al populismo di plastica dei fautori della finta concretezza.

Il messaggio alternativo dovrà però comprendere serietà, coerenza e credibilità. Nonché idee.

E’ per questo che ora sempre più cittadini e cittadine, liberi, con un senso civico non di delega in bianco, debbano incominciare ad assumersi, programmaticamente, quella responsabilità di non demandare all’auspicabile – ma in questi lunghi anni inutilmente attesa – fine del letargo di un’opposizione istituzionale, per concretizzare il modello di comune amico che desiderano.

 

Per il momento: arrivederci ex Sindaco! Nel nome del “comune amico”.

D.F.

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