Lo chiameremo, con scarsa fantasia, Mario Rossi. Niente nomi veri, niente ragione sociale: il nostro Mario Rossi è uno “scudiero” molto nervoso e, anche, arrabbiato. Con i giornali, in primo luogo: «Tutti quei titoloni sulla caccia agli evasori sono ridicoli. Mi irrito quando leggo che rientreranno cento miliardi occultati o riciclati. Io aderirò allo scudo fiscale, ma non sono e non mi sento un evasore. E mi secca molto che lo scudo si sia trasformato in un calderone dove il Fisco trita tutto e tutti uniformemente: imprenditori, riciclatori, speculatori e fighetti che inventano prodotti finanziari tossici, alla base della crisi attuale». Cosa voleva, uno scudo per soli imprenditori?….Noi siamo costretti a mettere mano a tutti i fondi disponibili per non affogare. Beni personali e beni allocati all’estero: questo sforzo va appoggiato, sostenuto e, in qualche modo, premiato... leggi tutto l’art. del sole24ore
Questi piccoli borghesi, questi imprenditoruncoli, questi piangina, questi dilettanti. Mentre il 14 ottobre 1980 salutavano la svolta della Storia determinata dalla marcia dei 40.000 a Torino, il loro mito, il modello inarrivabile, quello che ‘l’ovologio va sopva il polsino’, ossequiato e ammirato alle riunioni confindustriali, dopo aver chiesto e ottenuto fiumi di denaro pubblico (dunque derivante dalla tassazione del lavoro dipendente) perché ‘il bene della Fiat è il bene dell’Italia’, dopo aver ridotto l’occupazione di decine di migliaia di unità, si premurava di accantonare ‘riserve’ all’estero per ca. 2 miliardi di euro. Questo è capitalismo! Imparate, piangina.
Dal nostro inviato ex Khorakhaneker, nel cuore della svizzera verde Gustavo Schianchi