PIU CHE VIA CRAXI VIA LA MEMORIA

polverariAnche a Lecco sembra proprio ripartita la volontà di riciclarsi, di farsi un abito nuovo, di rilegittimarsi. E rilegittimare. La prova, chiara, tornasole di questo è l’intervista dell’ex on. Polverari a difesa dell’intitolazione di una via a Craxi, apparsa su la Provincia del 4 u.s.

Non è una questione personale, ma un emblema. Ci spiega che Mani Pulite fu un complotto per distruggere i partiti e avere mano libera. È una lettura interessante, ma prendiamo in considerazione anche queste altre. Furono i marziani ad emettere onde elettromagnetiche per manovrare i giudici e conquistare la Terra. Fu il Vaticano, sospettando che De Michelis fosse l’Anticristo. Fu la prima significativa conseguenza dei mutamenti climatici. Da ultimo, c’è anche chi, come me, azzarda l’ipotesi che Mani Pulite avvenne perché qualcuno aveva rubato qualcosa. Ma è una teoria fantascientifica. Mi allarma questa volontà di addurre scuse, dimenticare la storia e insistere per farcela dimenticare. La vicenda delle mazzette per l’ospedale Manzoni – di cui l’ex on. Polverari dà una lettura diversa – è, secondo me, una buona chiave di lettura per la politica di oggi. Quella della cultura della legalità vero marcatore, tra un’Italia che era ed una Italia che rischia sempre di più di essere.

L’ospedale dal progetto di spesa iniziale è vero si o no che ha quasi raddoppiato il costo? Che anche  tempo dopo l’apertura non aveva avuto la completa agibilità? Che l’ad della Cogefar Enzo Papi, per la vicenda ospedale ha patteggiato la pena, ed ha restituito, nel ‘97, oltre un miliardo? E il nostro imprenditore edile Colombo cento milioni? Era beneficenza? Così come quella del segretario amministrativo della DC, Giampiero Omati, quando ha restituito mezzo miliardo, che per giudici di Mani Pulite era parte di una tangente e non un finanziamento illecito ai partiti, reato prescritto e non punibile? Ma, domanda, perché un impresa e privati danno mezzo miliardo ad un partito? E perché un partito li accetta? Sempre colpa delle toghe?

Per questo credo che ci debba essere al di là di quella penale, una condanna politica, perenne e assoluta – a prescindere dai politici venuti prima e dopo – dell’operato di quella classe dirigente, dell’ex on. Polverari e del suo riformismo craxiano.

Perché non ammettere che Craxi e il craxismo, male ancora peggiore, hanno rubato per il partito ma anche per se stessi? Che bastava, e peggio, serviva, essere vicini al partito per fare carriera, per fare affari? Perché non dire e ricordare che le tangenti italiane gravavano sulla collettività, con l’aumento dei costi delle opere pubbliche? Perché non dire che la “mazzetta” ha fatto fallire aziende che avevano la professionalità ma non l’aggancio giusto?

Forse ci meritiamo una via Craxi a Milano e, nel nostro piccolo, una via Polverari&Boscagli qui. Se questa classe politica ed i suoi eredi, agendo a discapito della società, con la promozione del “rampantismo”, inteso come l’accettazione del sistema per rimanere a galla, non ha perso la fiducia del cittadino – e basta guardare oggi per dire che non l’ha persa – allora siamo noi che ce la siamo meritata.  E quindi non dovrebbe scandalizzare Via Craxi o via Polverari, perché tutto questo e sappiamo che non è tutto, è la vera colpa di questi uomini da muro. Ma pur di non ammettere di essere stati presi in giro da questi politici che hanno distrutto, socialmente (e urbanisticamente) anche Lecco succede la cosa più tragica, si applaude. Sempre. Infallibilmente. Pronti domani a cambiare altare. Una sola attenuante mi fa solidarizzare con l’ex on. Polverari, il fatto che troppi hanno preso le distanze da lui, lasciandolo solo, quando è caduto in disgrazia, prima facevano anticamera pur di baciare le mani.

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