Un senso civico appena adeguato dovrebbe comportare il fatto di non creare un allarme generalizzato tra i cittadini sproporzionato alla reale gravità dei fatti stessi. Troveremmo di cattivo gusto ed alquanto riprovevole se ci dicessero, per esempio, che corriamo il rischio di vederci tagliare una gamba perché abbiamo preso un pur forte pestone sul piede. Il procurato allarme per interessi economici della propria associazione è molto grave. Federconsumatori Lecco ha dato più volte prova di cavalcare la tigre del “risparmio tradito” per questa ragione, anche oggi con Lehman Brothers mi sembra evidente faccia lo stesso.
Mi dispiace che tutta la stampa locale – cartacea e online- da un loro comunicato, abbiano tratto in buona fede un articolo con gli stessi toni a tutta pagina.
“Lehman ha “colpito” anche a Lecco” – “il crac della Lehman piomba su Lecco” più essere anche un giusto titolo, il problema, il sovradimensionato allarme, invece è certamente quello contenuto negli articoli con le interviste al segreatrio Fenaroli. Che le spara grosse per legittimarsi un ruolo che non ha. Ne lui ne la sua associazione di (presunta) tutela dei consumatori Gli investitori non vanno spaventati, casomai vanno educati e messi in guardia. Ma dal modello non da un singolo caso, tantopiù se nel contesto è quasi una goccia nel mare e per giunta imprevedibile. Questo Federconsumatori si guarda bene dal farlo, rischierebbe di perdere una buona fonte di reddito, perorando invece cause (quasi) perse. Se i titoli Lehman, per stare all’esca, erano, veramente e da tempo, una schifezza sarebbe da spiegare perché il segretario Fenaroli non lo abbia denunciato prima – prima che i buoi fossero scappati – e perché tali titoli sono presenti anche nei fondi pensione del Sindacato, di cui Federconsumatori è costola e promuove?
Io personalmente, malgrado o perché ci lavoro nel settore, non vedo per nulla male un fallimento di tutte le grandi banche commerciali e una loro ri-pubblicizzazione ma questo non mi legittima a sparare a gratis sulle stesse. Lehman era ovvio che stesse in diversi portafogli delle banche. Era tra le banche d’affari più grandi e con una buona valutazione (rating). In altre parole se con Parmalat, Cirio….è abbastanza probabile che ci fosse per molte del dolo, qui il dolo sta, casomai, nel modello. Federconsumatori se volesse fare un buon servizio ai cittadini, a gratis però,
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dovrebbe tenere un corso di educazione al risparmio e all’investimento,
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dovrebbe denunciare prima che succedano i danni, la poca economicità e trasparenza di tutte le polizze index e strumenti finanziari strutturati,
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della possibilità per l’investitore di autocrearsi tali obbligazioni a vero capitale garantito con titoli del debito pubblico.
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Il sindacato ha delegati e iscritti che possano nel concreto fare questi servizi per i cittadini.
Perché è evidente che se c’è gente che, immotivatamente e con poca lungimiranza mette la quasi totalità dei propri risparmi direttamente in un unico titolo o anche solo un unico emittente corporate, come segnalate voi, la valutazione del rischio è andata a farsi benedire. Vale sempre la regola che non si compra quello che non si conosce, quello che non si capisce. Ben più grave di Lehman (che resta comunque un problema) è il mettere i soldi in strumenti speculativi con il miraggio di arricchirsi senza valutare il rischio che ci si assume per ottenere quel rendimento atteso. Intanto con zero coerenza Federconsumatori continua a lodare i fondi pensione solo perché del sindacato, pari pari come le banche hanno fatto con i prodotti che gli rendevano di più in commissioni e fidelizzazione. Il buono o meno buono era secondario. Ed è questo il vero cancro. Di entrambi
Il comunicato stampa di Federconsumatori è il primo commento