MENO CULO O MENO TESTA? (e il riposo del viaggiatore urbano)

Il Presidente di LineeLecco Fabio Dadati ha inaugurato ieri le nuove pensiline con i sedili più corti e più stretti che finalmente ci difenderanno da quei 5 barboni che, dormendoci sopra, arrecavano tutti i giorni grave danno ai 45.000 abitanti di Lecco.

I 15.000 tra anziani, invalidi, donne gravide e lavoratori stanchi che aspettano l’autobus in piedi sentitamente ringraziano.

34 pensieri su “MENO CULO O MENO TESTA? (e il riposo del viaggiatore urbano)”

  1. Ecco le pensiline “anti barboni”

    Sostituite e incrementate, sedili più stretti per impedire di sdraiarsi

    I lavori sono iniziati già da qualche giorno e i lecchesi se ne saranno accorti perché la carreggiata in alcuni punti è stata ristretta per rendere le operazioni più agevoli.
    Le vecchie pensiline arancioni degli autobus con le panchine in legno stanno per andare in pensione e a breve verranno interamente sostituite con strutture al pari con i tempi: linee essenziali, trasparenti, più coprenti e con sedili più stretti per scoraggiare i senza tetto a dormirci sopra di notte. A quanto pare, così almeno è stato detto ieri mattina da Linee Lecco alla presentazione della prima struttura già in funzione in piazza Mazzini, questi sono gli orientamenti europei: tutte le maggiori città hanno adottato questo stratagemma e Lecco ovviamente non è da meno. Le nuove pensiline però, in totale 60 ovvero 15 in più rispetto alle attuali, sono dotate anche di informazioni utili per i cittadini. Una piantina della città sulla quale si può trovare il punto in cui si sta aspettando il bus e dove si è diretti, una piantina con i percorsi dei bus con le varie linee e anche i punti vendita dei biglietti.
    «Le panchine più strette servono anche a lasciare più spazio sotto la pensilina – chiarisce il presidente Fabio Dadati, presente ieri con il vice presidente Nicola Corti e il consigliere Michele Erba – abbiamo ricevuto delle critiche per le dimensioni ma ormai sono tutte così».
    Linee Lecco non spende un euro per le pensiline, la società francese “Igp Decaux” le sostituisce a sue spese e fornisce direttamente la pubblicità sulle pareti, inoltre versa 10 mila euro per il canone.

    LA PROVINCIA DI LECCO EDIZ DI DOMENICA PAGINA 9

  2. Con tocco ironico di cui i protagonisti sono certo non si renderanno conto neppure tra cento anni, il quotidiano lecchese a pagina 9 dell`edizione in edicola ieri domenica 26 ottobre 2008 immortala in una foto a colori tre dirigenti di Linee Lecco, primis tra tutti il presidente Fabio Dadati, che posano sotto le nuovissime e rivoluzionarie pensiline dei pullman che non saranno più arancione, ma bianche, vergini e trasparenti e soprattutto antibarboni perchè i seggiolini saranno più stretti dei precedenti e quindi più complicati e scomodi da trasformare in cuccia per la notte dai tanti disperati che vivono la città. Riferiscono i colleghi di Lecco che la primissima pensilina è stata collocata nella centralissima Piazza Mazzini. Ed è proprio sotto il protettivo tettuccio trasparente di questo prototipo che i magnifici tre si sono fatti riprendere, cedendo alle insistenze del fotografo.

    Dadati e i suoi tecnici sembrano non avere idea del fatto che la maggior parte delle persone che utilizzano i pullman – che diversamente girerebbero semivuoti – sono anziani i quali per il fatto di non avere tempo, denaro e necessità di frequentare palestre e body center tendono a rilassarsi, quindi a ingrassare. Non è questione di alimentazione, ma di età, di rilassatezza del sistema muscolare, di abbandono – meritatissimo – dei tessuti. E se non ingrassano rimangono fragili. Gli anziani sono persone delicate in tutti i sensi. Dadati forse non sa che i glutei degli anziani – donne innanzitutto – oltre ad ammorbidirsi si allargano. E quando si siedono ad aspettare il pullman hanno necessità di un sedile comodo. Hanno anche la borsa e magari il nipotino.

    Ma questo Dadati forse non lo sa. Lui è giovane e in carriera. Gli è bastato vantarsi che l`operazione non costerà un cents alla sua società. Paga tutto uno sponsor d`oltre alpe in cambio della pubblicità e in barba ai deretani cittadini. A lui interessa che sotto le pensiline non dormano di notte, non che stiano comodi di giorno. Passi. Tanto si fa quasi tutto con il culo ormai. Il comico o il provocatorio è che la pensilina con autorità ritratte nella foto mostra alle sue spalle la terrificante Piazza Mazzini quella che ha scatenato la guerra di carte bollate avanti il Tar della Lombardia tra l`amministrazione comunale leghista della Faggi e l`impresa Colombo per la costruzione dei parcheggi sotterranei e la liberazione sia di Piazza Mazzini che di Piazza Garibaldi, quest`ultima un tempo salotto buono della città è oggi ripostiglio urbano. Ed è in questo involontario ( ? ) abbinamento di sacro e profano che la foto pubblicata dalla Provincia meriterebbe il Premio Pulitzer del paradosso perchè mostra in primo piano, con contorno di sorrisi di circostanza, la politica che non è e, alle spalle, la politica che non si fa. Io colloco tutto sotto la lente del sarcasmo, ma capite la differenza? Il battesimo laico di 60 pensiline made in France trattato alla stregua di un evento epocale per la città di Lecco esattamente come non sembrano esserlo – epocali al contrario – i ripetutamente rifiutati nuovi 300 posti auto nel sottosuolo. Mi si dirà che si tratta di due interventi complementari, assolutamente distinti e attratti alle competenze di Enti diversi. E certo che lo so. Ciascuno opera all`altezza che gli è propria. E` vederli riuniti nella medesima foto che mi ha fatto ridere e piangere al tempo stesso. Paiono l`involontario ( ? ) assemblaggio a colori di due glutei. Un sedere, infatti, e per giunta scomodissimo.
    Matrix
    merateonline 27/10/2008

  3. la lettera pubblicata sul blog del presidente dadati il 31102008 (e quasi integralmente sulla provincia di lecco di sabato 1/11/2008)

    NUOVE PENSILINE BUS A LECCO, TRA POLEMICHE STRUMENTALI E RISPETTABILI OSSERVAZIONI

    LECCO, 31 OTTOBRE 2008. Ho letto con un certo rammarico le polemiche che si sono sviluppate in questi giorni in merito all’intervento di posizionamento delle nuove pensiline alle fermate dei bus nel territorio del capoluogo effettuato da Linee Lecco spa. E’ mio dovere rispondere, distinguendo le osservazioni di alcuni utenti (in molti, peraltro, ci hanno già espresso la loro soddisfazione), dalle polemiche puramente strumentali portate avanti da personaggi della sinistra critica ed extraparlamentare e da pochi altri con davvero poco gusto e nessuna obiettività. Prima di tutto gli utenti, a loro devo una risposta che li faccia partecipi delle scelte di Linee Lecco, anche se lo abbiamo fatto più volte, non ultimo l’incontro pubblico che si è svolto il 22 settembre scorso in piazza Garibaldi. Ma ancora prima della risposta un appello: chiamatemi direttamente se avete un problema o un dubbio, sentite gli uffici di Linee Lecco, chiedete un incontro con il Presidente, io sarò lieto di incontrarvi. Non abbiate timore, Linee Lecco è una società che ha a cuore il servizio che svolge con ben chiaro il concetto che questo è un servizio pubblico. Se per un caso fortuito qualcuno non riuscirà a contattarmi potrà inviarmi un’e-mail all’indirizzo dadati@promo.it. Sono sincero, mi dispiace leggere lamentele od osservazioni sulla stampa senza averne notizia prima. Mi sembra ingeneroso nei confronti di chi fa il possibile per svolgere al meglio il compito affidatogli ed ha sempre offerto piena disponibilità a chiunque. Veniamo, quindi, all’osservazione fatta: le nuove panchine posizionate all’interno delle pensiline sono troppo piccole rispetto alle precedenti. E’ vero, le panchine sono più piccole perché ci è stato spiegato dalla società che le posa, l’IGP Decaux, partecipata dal gruppo RCS, la più grande in Europa, titolare delle pensiline di Milano, Parigi e della maggior parte delle città italiane, che le nuove strutture si richiamano ad un principio costruttivo che garantisce la seduta alle persone che hanno difficoltà motorie, dovute anche solo all’età, ma allo stesso tempo che permette di ricoverare il maggior numero di passeggeri in caso di vento o pioggia. Oltre a questo, hanno aggiunto i tecnici dell’IGP Decaux, le panche rispondono ad una direttiva comunitaria che prescrive dimensioni che sfavoriscono il pernottamento di clochard. Se devo essere sincero, a Linee Lecco nessuno aveva pensato ai “senza tetto”, anche perché questa direttiva mi sembra anche poco civile, visto che sono convinto che il problema non sia togliere una panca ai barboni, ma è fare in modo che nessuno viva questo dramma umano e sociale. Questi i motivi, ma a Linee Lecco non ci siamo accontentati di spiegare cosa stiamo facendo, abbiamo cercato di dare una risposta concreta alle osservazioni e ci siamo attivati con la società concessionaria per integrare le panche presenti con altre in modo di risolvere il problema, cercando una modalità che non danneggi altri utenti lasciandoli alla pioggia. Vi posso anticipare che in alcuni casi saremo in grado di intervenire e di dare soddisfazione a chi ha posto il problema. Ma facciamo un passo indietro, perché abbiamo voluto mettere le nuove pensiline? Perché quelle vecchie ormai erano rovinate, contribuivano al degrado della città, alcune mancavano totalmente di panche, come quella di Corso Matteotti. Avevamo molte richieste da parte dei cittadini per aggiungerne di nuove laddove non c’erano. L’operazione ha permesso di risolvere questi problemi: le nuove pensiline sono davvero belle, specialmente di sera, ma soprattutto ne abbiamo aggiunte quindici nuove, una cifra di non poco conto, visto che ne avevamo quarantacinque, è il 30% in più! Vuol dire che il 30% in più di lecchesi non dovrà più aspettare il suo bus in balia delle intemperie. E di questo risultato siamo orgogliosi. Tra un mese tutte le pensiline saranno posate ed in funzione. Da lì in avanti i cittadini potranno giudicare e nel caso darci utili suggerimenti. Agli amici polemici, ai distruttori di professione dico che sono dei begli ipocriti, che non gli interessa il miglioramento del servizio pubblico, non gli interessa se non buttiamo via i soldi dei contribuenti lecchesi, gli interessa solo criticare la gestione da parte di chi rappresenta una parte politica a loro avversa. Ed a tal proposito vi racconto un episodio di pochi mesi fa: un sito web vicino ai grillini ed a quella sinistra radicale di cui parliamo mi ha chiesto un’intervista video, li ho ricevuti insieme al dott. Salvatore Cappello, direttore di Linee Lecco spa. Siamo stati con loro quasi due ore, abbiamo risposto a tutte le domande, li abbiamo sorpresi perché non sono riusciti a trovare uno spunto polemico. Così a telecamere spente (temo fintamente spente) hanno cercato di farci parlare male della giunta comunale del vice sindaco Daniele Nava, dei nostri amici. Non ci sono riusciti, e sono rimasti visibilmente delusi. Tant’è che alla fine l’intervista non è stata mai trasmessa in internet. Se questa è la democrazia, se in questo modo si costruisce un Paese normale, un Paese dove ci si rispetta e si lavora insieme, come faccio, ad esempio da dieci anni con il mio amico/avversario politico Virginio Brivio, presidente della Provincia di Lecco, beh, allora sono contento, sono orgoglioso di essere oggetto della feroce contestazione da parte dei Trezzi e dei faziosi di turno. Ho le spalle larghe e la coscienza a posto. La mia strada è un’altra, quella dell’ascolto dei cittadini e dei loro bisogni, della condivisione, dell’impegno e della competenza. Buon Lavoro Fabio Dadati Presidente Linee Lecco spa

  4. Egr. Presidente Dadati,
    so che la seccherò un poco ma credo che per evitare polemiche o
    faziosità Lei dovrebbe
    fare una piccola integrazione alal sua pagina web.
    Questo ovviamente è un invito. Il suo blog lo gestisce come meglio
    crede, ovviamente.

    La seccherò perchè credo che la sua Lettera pubblicata sul suo blog
    appunto e sulla Provincia di Lecco di oggi, sabato 1 novembre,
    quasi in copia/incolla non tiene conto di alcuni elementi oggettivi
    privando il navigatore, volontariamente e scorrettamente della
    “domanda” a cui Lei risponde.
    Quindi nell’invitare a essere corente con “Se questa è la democrazia, se
    in questo modo si costruisce un Paese normale”.
    Altrimenti sono solo chiacchiere, possibili grazie alla disponibilità
    della stampa che giustamente le dà spazio, come al sottoscritto.

    Nel mio blog http://www.esserevnto.it la mia lettera alla Provincia ha un post
    aggiuntivo (nel commento) che è l’articolo che mi ha spinto a scrivere
    quelle 5 righe pubbliche: “ecco le pensiline antibarboni” con tutto
    l’articolo che parla prevalentemente solo di quello.

    Quindi dovrebbe essere coerente e pubblicare sul suo blog in modo che
    uno non cada dalle nuvole non solo il suo pistolotto finto educato
    ma

    1) l’articolo della provincia di domenica 26 ottobre pag 9
    2) la mia lettera a commento
    3) il suo articolo
    4) e se la pubblicheranno, la mia risposta appunto alla sua lettera, che
    però convengo è un di più non fondamentale alla chiarezza. aiuta certo.

    Altrimenti le sue sono garbate, chiare, leziose chiacchiere. E si, belle
    ma pur sempre chiacchiere.

    Tocca a lei.
    paolo trezzi

  5. Lecco Sotto tiro l’ ordinanza anti clochard del sindaco che si difende: «Questione di sicurezza».
    La Chiesa: «Serve accoglienza non panchine più strette»

    LECCO – «Le panchine anti-clochard sono un’ ipocrisia. Sono un deterrente che non risolve il problema: i senzatetto e gli immigrati vanno integrati, non allontanati». Così il prevosto di Lecco, don Franco Cecchin. «Il decoro e il rispetto dei luoghi pubblici vanno bene, ma i poveri non sono indecorosi. Capisco il dovere istituzionale del sindaco, ma non è solo con un’ ordinanza che si fa rispettare l’ ordine e si accresce il senso civico. Serve una politica dell’ accoglienza e dell’ assistenza», gli fa eco il vicario episcopale, monsignor Bruno Molinari. La Chiesa insorge sul caso delle nuove panchine alle fermate dei bus, più strette in larghezza e lunghezza, così i clochard non possono trasformarle in un giaciglio, e boccia l’ ordinanza del sindaco leghista, Antonella Faggi, che «vieta di sistemare giacigli» nei luoghi pubblici e di chiedere l’ elemosina in piazze e parcheggi. Pena una multa fino a 500 euro o la confisca delle offerte. Il sindaco si difende: «Mi arrivano decine di mail e telefonate di protesta contro quelle persone moleste, che ti tirano per la giacca o che dormono in pieno giorno sulle panchine. Finora non si è verificato nessun episodio di intolleranza o violenza, ma occorre prevenire». La Lega Nord, anche nel consiglio comunale dell’ altra sera, ha denunciato l’ insofferenza e il fastidio di tanti verso accattoni ed extracomunitari che bivaccano sotto le pensiline dei bus, in riva al lago o nei parcheggi. A fianco del sindaco è intervenuta l’ azienda «Linee Lecco», che ha siglato un accordo con una multinazionale per rivoluzionare le 45 pensiline alle soste dei bus. «Non vogliamo che diventino un letto per i senzatetto – dice Fabio Dadati, presidente di “Linee Lecco” e consigliere provinciale di An – E non è vero che sono piccole, rispettano le dimensioni fissate dalla Unione europea». Sulle panchine anti-clochard, tuona Alfredo Marelli (Pd): «Siamo all’ assurdo. Il Comune sbandiera le panchine più piccole ed eleva le multe a chi chiede l’ elemosina, ma in realtà nasconde l’ incapacità di varare una politica dell’ integrazione, dell’ accoglienza e di aiuto anche per le nuove povertà frutto della crisi economica». Lancia un appello al Comune don Cecchin: «Non ci escluda dalle politiche dell’ assistenza e dei servizi sociali. A Lecco c’ è bisogno di un dormitorio pubblico. Se non lo faranno le istituzioni pubbliche, ci penserà la parrocchia». Paolo Marelli

    Marelli Paolo

    Pagina 13
    (26 novembre 2008) – Corriere della Sera

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