Sabato scorso su La Provincia di Lecco è stata pubblicata una notizia sull’area Bione che merita di essere ripresa e approfondita. Tanto è allarmante, sottovalutata. Tanto i cittadini dovrebbero rimanere invece vigili e provare a fare mente locale.
Il consigliere comunale Boscagli del Pdl+Lega, che erano maggioranza dai tempi di Noè fino a pochi mesi fa, ha il merito di aver riportato alla ribalta il tema Bione, e visto le magagne che ci sono: costi nascosti (da 1,900mila euro a 3 milioni), debiti per conti non pagati al demanio (300-400 mila euro), fogne non presenti, schifo che c’è sotto il terreno, ha evidentemente la sola attenuante di essere giovane e forse non colpevole, come invece il suo partito, di tutto quanto scritto nell’articolo. Mi permetto quindi far mente locale e esplicitare alcune domande che spero Amministrazione locale e soprattutto quella passata possano dare risposta. Se necessario chiedo a qualche consigliere di farle proprie con un’interpellanza alla nuova Giunta e tramite anche alla stampa provare a rivolgerle anche ai vecchi amministratori. Al Bione, infatti, tutto è fermo perché l’Arpa sta facendo dei prelievi e si evince che si potranno iniziare i lavori solo a costi ancora aumentati perché, come probabile, l’area sottostante è inquinata da far paura. Ricordo male o lì tutta l’area – e chissà cosa ci hanno messo sotto – era la discarica a cielo aperto di Lecco? I costi lieviteranno ovviamente e di molto perchè il trasporto e l’escavazione non sarà più di inerti ma di rifiuti speciali.
Quindi domando, in aggiunta, così da dipanare dubbi: ma potrebbe essere che per questi dati dell’Arpa si vadano a chiudere anche gli impianti sportivi? Qual’è il rischio di questa probabilità? C’è qualcuno che può dirlo o escluderlo? Ma sulla scia di questo chiedo ai consiglieri comunali di trovare delle risposte per chiarire un possibile giallo legato ad alcune ristrutturazioni, sempre li al Bione, del più recente passato.
5 anni fa, in occasione dei Giochi della gioventù se non ricordo male, in pompa magna l’allora Sindaco Bodega e l’Assessore dello sport Castelnuovo, inaugurarono la tribuna con copertura in legno che “divide” l’attuale campo di atletica leggera e quello di calcio.
Da questo ricordo una domanda semplice e speriamo facile: ma allora non c’erano i problemi di inquinamento/bonifica che ci sono oggi? Furono fatte le indagini? Si possono vedere le carte, se ci sono? Oppure, come sembra più evidente, la risposta è… no! quelle indagini allora non vennero fatte? Perché questo vuol dire che nel silenzio – spaventato, compiacente o altro – di tecnici e amministratori si scavò per costruire poi quella che sarebbe stata la nuova tribuna con la sua slanciata copertura (in legno e quindi in apparenza una struttura bio-rinnovabile a impronta ecologica bassa) con delle fondamenta però impiantate nella “merda”. Possibile che allora nessuno sapeva? Quando le norme erano ancora più rigide di quelle attuali?
E allora è legittimo domandarsi quanto si è costruito in quegli anni ignorando queste norme, sapendo che lì fino agli anni ‘60 era tutto canneto? Che larghi tratti di interramento vennero fatti giù fino a Rivabella? Non è che tutti hanno fatto finta di niente?Troveranno ascolto queste domande che mi pare siano doverose come dovrebbero esserlo le risposte? Meglio affrontare la paura oggi che il terrore domani: questo persino la tremebonda minoranza comunale con il suo consigliere Boscagli dovrebbe essere in grado di capirlo.