IO NON SCIOPERO a caso

Credo con evidenza che questo di oggi sia – è – uno sciopero di “cartello”.Una necessità più interna alla Cgil per potersi accreditare che necessità di tutela dei ceti medi/deboli. Utile a lei per dire che non si può non tenerla in considerazione nelle decisioni.Ma la Cgil, gli stessi che c’erano ieri e che convocano gli scioperi oggi, ha una responsabilità grave e incisa nella memoria e nelle tasche dei lavoratori, dei cittadini.La responsabilità di aver perso la credibilità. Il comportamento di questi anni di “era” Prodi. Sono lì come un macigno, una spada di Damocle, uno specchio non certo deformante. La pace sociale. E’ il peccato di questi anni passati. Gli imprenditori, per fare un esempio facile facile, dovrebbero votare sempre il centrosinistra.Garantisce politiche di destra (il precariato per esempio deriva in primis dal pacchetto Treu) con in più la pace sociale. Non poco. Oggi la Cgil, gli stessi che c’erano ieri e che convocano gli scioperi oggi. mi chiede 100 euro per farsi bella, per poter dire che lei si è mobilitata.No grazie basta. Il 12 invece – altro che mobilitazione di massa – sarà una bella batosta. (anche se non me lo auguro. Anzi) Io dico che la gente non ha voglia di lasciare 100 euro per…. già per cosa? Tira brutta aria Ma è così difficile proporre una protesta che non svuoti le tasche di chi la fa? Che senso politico ha il mio rinunciare a 100 euro, metto in difficoltà qualcuno? No…chi può si fa il ponte lungo e chi non può…s’organizza per un giorno.

Si dividono, s’azzuffano e poi vanno tutti a mangiare pastasciutta. Perdonami, stasera va così. Forse oggi ci salvano i giovani, gli studenti, e, vedo qui a Lecco, già non tutti. Non certo quelli di partito, che hanno un partito, sono in un partito. Che non fa, non dice e non propone, non dimostra nemmeno quando può. Ma ci sono giovani, tanti che riescono a trasmettere oggi, anche a chi gli viaggia solo accanto, lo sdegno dell’idea che un’intera generazione di giovani debba considerare di essere nata in anni sbagliati e debba subire come fatto ineluttabile il suo stato di precarietà occupazionale E così provano, sostenuti da nessuno, a muoversi contando di incontrare menti e orecchie capaci di ascoltare e accogliere il loro richiamo, la loro idea che l’università, la scuola statale/pubblica non può rinunciare, senza screditarsi, a realizzare quella “eguaglianza delle posizioni di partenza” che è precetto tipico di ogni rispettabile concezione “liberale”, di quella società, solidale, libera e non dogmatica. Sento invece i politici di questo nuovo centrosinistra, sento i sindacati, sento i politici extraparlamentari e… io non vedo lotta vera in vista, ma solo resa alla situazione attuale…non tanto diversa dalla mia posizione di oggi (quando ho deciso di non scioperare). E soprattutto queste lotte le si attrezzi con le politiche necessarie per percorrerle. Perché questo è il vero compito. Dove andare, come, con chi, per che cosa, contro chi e contro che cosa. In modo molto laico e credibile. Aperto ai molti. Per una resistenza non di nicchia, non identitaria, aperta (…), nella direzione di una forma più alta di democrazia La società è piena di stimoli, anche molti negativi, ma se ha un decalogo che regge, non è stupida, fa confronti. D’altra parte la spazzatura è sempre stata nelle strade, ma uno non se la porta a casa.

6 pensieri su “IO NON SCIOPERO a caso”

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