L’ISOLA VISCONTEA tra soldi, etica e balocchi

Bel colpo l’Isola Viscontea pubblica. Lo dico davvero.

Il progetto che diversi lustri fa ha messo il Crams sul piatto della città e poi ripreso e rilanciato, anche attraverso le pagine de La Provincia di Lecco con diversi contributi nell’estate 2003, dall’architetto Ugo Sacchi  e dall’allora segretario dei Ds Beppe Conti,  vede, sembra, la luce.

Appello per Lecco ha coronato un impegno preso durante la campagna elettorale. Figlio con naturale evidenza dei buoni uffici e relazioni tra la proprietà dell’Isola e quella di Appello.

Non per rovinare l’idilliaco quadretto che questo risultato ha creato ma dai comunicati stampa e articoli letti finora non sono chiari alcuni aspetti che verranno probabilmente illustrati più avanti – ormai a giochi fatti – ma che sono invece importanti, anche per correttezza verso i cittadini. Si è, infatti, evidenziato il progetto ma non il costo. Il progetto è chiaro, almeno sulla carta, o meglio nella sua cornice, uno spazio gioco per i bimbi. (Come pensato da Conti e dall’ex assessore Invernizzi e recentemente dal dott. Enrico Magni)

C’è tutto per renderla un luogo davvero speciale per i bambini infatti. C’è l’acqua, il silenzio, il verde, la protezione. Ora serve quindi solo trovare chi sborsa i soldi. Parecchi, sebbene, va tenuto conto che la proprietà voleva venderla, senza successo, da ben prima del 2003.

Con evidenza saranno centinaia di migliaia di euro, sebbene dilazionati nel tempo, anche solo per le non poche ristrutturazioni a cui occorre provvedere. Si fa una sottoscrizione popolare? Ce li mette Appello per Lecco? Contribuisce il Comune come sembra? In quale parte, è un’opera pubblica e di spesa prioritaria? visto che, anche per colpa di Tremonti e questo Governo farlocco non ce ne sono nemmeno per i servizi sociali e per il sostegno alla crisi de lavoro? Forse gli Enti, quindi, saranno costretti ad essere più o meno spettatori, ed i pochi euro rimasti dai tagli, spenderli per ben altro prima che per i balocchi, si presume e si spera.

L’aspetto non secondario che mi lascia perplesso è quindi anche il metodo. L’ acquisto, di cui è stata pubblicizzata a più riprese sulla stampa la trattativa da parte dell’acquirente con manifestazioni di interesse controproducenti potenzialmente in termini di calmierazione del prezzo, la fa una realtà privata e poi i soldi ce li mette, anche se non tutti, un soggetto terzo? Pubblico per giunta?

E i progetti? I preliminari? Le perizie? I preventivi? I bandi di gara? La valutazione se è un’opera pubblica e di spesa prioritaria? Si sta anche con soldi pubblici sostenendo e agevolnado uan realtà privata o in convenzione?.

Le proposte alternative sia per il Parco dei bimbi che per la stessa Isola sono state considerate? Solo per citare quelle già avanzate a suo tempo, dal Museo del Lago e della Pesca sostenuto anche dal presidente locale di Legambiente , o ancora un Centro Congressi proposto all’Assessore Provinciale Dadati dopo le difficoltà e critiche al tendone/gazebo in Piazza Cermenati per il Forum sul Turismo dell’ottobre scorso in Piazza?

Insomma è tutto pieno di festa intorno. Troppo pieno di festa.

Mentre ingurgitiamo spumante e tutta l’indifferenza di cui siamo capaci è bene che la magia della bellezza del posto lasci un piccolo angolino anche alla concretezza della realtà. Lo dico per senso di etica non di guastafeste.

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