Forse ci sono due strade che non sono ancora state pensate per sostenere il Progetto 4L per salvare cioè la Fabbrica Leuci di Lecco da una fine ingloriosa.
La prima non è un disquisire in termini teorici e retorici ma c’era – ci sarà – un modo, pubblico e concreto, per far sì che la “Cittadella della Luce-Leuci”, possa trovare forza, gambe salde, concretezza e sostenibilità. Cioè che trovi commesse e dia lavoro, che contribuisca a sviluppare una nuova linfa di economia locale con ricadute positive sul territorio.
La prima strada è quella che l’azionariato che si sta cercando di formare sia composto, come per Silea o Lrh Lario Reti Holding, dagli Enti pubblici della Provincia. I quali possono investire, ognuno, cifre relativamente non esorbitanti per i loro bilanci o pensare di raccoglierle attraverso l’emissione di BOC, Buoni ordinari comunali, finalizzati ad un progetto specifico, in questo caso la Cittadella della Luce.
Essere i soli azionisti, dovrebbe permettere di creare una società in house, ad esclusivo o prevalente servizio degli stessi soci, e conseguentemente di affidarle direttamente tutti gli appalti per introdurre i Led, il fotovoltaico Solar print ecc.
Immaginiamo, infatti, quanto i Comuni potrebbero aver bisogno di queste tecnologie e servizi, a partire dall’illuminazione pubblica stradale, la segnaletica semaforica, la produzione di corrente elettrica e riscaldamento questo dopo un’adeguata coibentazione degli edifici e delle scuole pubbliche, e ancora le lampade e i punti luce interni agli edifici comunali …Cioè senza andare a cercare appalti e commesse al massimo ribasso, cosa oggi invece pressoché obbligatoria, la nuova realtà societaria avrebbe per i primi anni, per un quinquennio e più almeno, la strada tracciata per una sostenibilità economica ed uno sviluppo anche lavorativo.
Una strada che non sarebbe peregrina se il ministro Tremonti e questa maggioranza non avessero introdotto un divieto. L’Art.23-bis della legge 133-2008 che vieta, infatti, categoricamente questi sostegni, questi affidamenti diretti. Ma uno spiraglio ci sarebbe, c’è. Nei prossimi mesi sarà indetto il referendum abrogativo di questo articolo, legato e promosso per salvare l’acqua pubblica dalla speculazione e dai profitti dei privati.
Se vincesse il SI all’abrogazione di questo articolo, oltre a salvare l’acqua pubblica, si riuscirebbe a sostenere, per l’interesse collettivo dei cittadini anche attività come quelle della Cittadella della Luce, o quantomeno ci sarebbe una possibilità in più.
La seconda strada, che potrebbe diventare la prima, è quella di affiancare a imprese del settore che si stanno sollecitando, ed eventualmente ai Boc, un’associazione degli amici della Cittadella della Luce, (come quella degli amici dell’Ospedale Manzoni – un poco più rappresentativa) da creare ad hoc, per fare una cordata di singoli privati, modello azionariato popolare (ma non per vendere/comprare isolette locali tramite procacciatori di affari) per intervenire – ognuno con quel che può – con alcune quote da aggiungere a quelle delle imprese locali alle quali, coem incentivo temporaneo potrebbe essere parzialmente compensata la stessa con lavori di adeguamento energetico nei loro stabilimenti, aziende, servendosi dei prodotti e della progettazione di 4L, la Cittadella della Luce.
Un pensiero su “una proposta per LA CITTADELLA DELLA LUCE”