SE L’ETICA DIVENTA ELITARIA

E’ appena iniziato l’anno nuovo e sono già di cattivo umore. Ho sentito in questi giorni uno spot a radio popolare su un corso di finanza etica. Mi sembrava una cosa interessante così ho verificato il sito… Mi è venuto un colpo costa 1500 euro!?!?!
Guardo meglio, proponenti e articolazione dello stesso ed è tutto vero.
Ci sono rimasto male.
Un corso impegnativo ma snello: 3 giorni più un week end. 40 ore di corso il materiale didattico e tanta attenzione.
Però non è Confindustria che lo organizza, chiedo quindi pubblicamente e inviando parallelemente una e.mail agli organizzatori come è possibile arrivare a prezzi così “importanti”.
Cioè boh! mi sembra un prezzo decisamente di mercato, ma “Valori” non è la rivista di BancaEtica?
Il mio è un parere personale, aperto a ricredermi e a spargermi la cenere in testa . Ma 1500 euri per un corso – sulla finanza e la finanza etica – non è la dimostrazione provata che la finanza non può essere etica? Non voglio dire che dove c’è etica alla fine c’è speculazione però io ho speso quella cifra per stare quasi una settimana a Parigi, con tutta la famiglia e in termini di distribuzione del capitale e di spesa… non ho tenuto l’etica in fondo alla classifica.

Vorrei nella serietà del tema e nella gravità che io vedo in prezzi così alti permettermi una battuta di spirito: Forse questo corso e questo prezzo sono un test di ingresso.
Nel momento che non ti scomponi sull’ammontare da pagare partecipi direttamente al livello più intensivo, cioè quello dove i relatori hanno il compito di resetarti tutto e crearti una nuova coscienza, se ti scomponi fino all’indignazione invece evidentemente sei tu che devi fare reset agli organizzatori.

I relatori sono buoni. Ottimi, decisamente ottimi. Fumagalli e Santoro sono il meglio che si può avere, Realfonzo e Romano non sono da meno e sono uomini affiancati alla politica, Di Stefano è l’organizzatore, il prof. Bellofiore è un genio ed io ho anche una venerazione per lui.

Non voglio e non mi permetto fare i conti in tasca a loro però credo che siano già ben retribuiti, ammesso che questi soldi del corso (min 20 persone) vadano per la maggior parte a loro….
Ma 1500 euro, per stare sull’attualità sono qusi 2 stipendi dei lavoratori Fiat, sono ben oltre uno stipendio medio. Proporre corsi “solidali” a questi prezzi non è correre il rischio concreto di fare selezione allo stato puro? Fare classismo?
Ovviamente, essendoci adesione preventiva attiva, non è un furto ma credo sia legittimo lo stupore. Anche perché il corso non è pensato e indicato solo per i bancari o i giornalisti ma anche per gli studenti, i membri del mondo dell’associazionismo.
Cioè capacità di reddito probabilmente ben diverse, a cui non si tiene conto. Infatti si ha diritto allo sconto, di 300 euro, non in base al reddito ma alla tessera di appartenenza (BE, Legambiente, Radiopop)  e all’età, se sei studente sotto i 28 anni, anche se vai alla Bocconi o alla Luiss .

Evidentemente non ho capito cos’è la finanza e tantomeno cos’è quella etica. Sono disposto a pagare ma non così tanto per capirlo.

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