COMPENSAZIONE ECOLOGICA se non ora, quando?

Sul mostro edificabile autorizzato in via don Pozzi sono chiare le responsabilità.

Splendida è stata la lettera sulla provincia di Lecco del sig. Umberto Cogliati di un’onestà e lucidità intellettuale rara di questi tempi. Ognuno di noi si può, con facilità, formare un’idea concreta leggendo la stampa di questi giorni.

Ma andando oltre, l’urgenza è quella decidere che si fa, si deve fare, per il futuro. Per salvare la vivibilità della nostra città.

E’ indubbio che, finora, il consumo di suolo, soprattutto negli ultimi decenni, ha significato speculazione edilizia a vantaggio di pochi operatori immobiliari e a scapito dell’intera comunità e uno stato di ‘dipendenza’ per i comuni, che hanno lottizzato per ottenere entrate economiche tramite gli oneri di urbanizzazione.

La speculazione immobiliare non produce sviluppo durevole, ma solo accaparramento di rendite. E l’ultima crisi finanziaria globale, non è un caso, ha avuto come epicentro e primaria causa appunto la bolla immobiliare. Andrebbe ricordato anche questo ai difensori acritici dei costruttori

Serve, ora, approvare con urgenza, un ordine del giorno che modifichi in maniera residuale e restrittiva i criteri di stima delle monetizzazioni perché non siano “regali” ai costruttori. Ma subito dopo serve andar ben oltre.

Cioè approvare un vincolo di “Compensazione ecologica”. Ce l’ha insegnato, in diversi incontri anche qui a Lecco, il Sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Mi) Domenico Finiguerra.

Non mi sembra una proposta secondaria augurarsi quindi che rapidamente anche il nostro Consiglio Comunale si pronunci cioè per raggiungere l’obiettivo di rendere obbligatorio prioritariamente il riuso delle aree dismesse o sottoutilizzate che devono anche essere individuate e quantificate con la mappatura comunale, per far fronte ad ogni nuovo bisogno insediativo.

Solo poi, quando si dimostra che è inevitabile usare suolo libero, lo si autorizzi, ma appunto imponendo l’obbligo di compensare la perdita di valore ambientale, ‘costruendo natura’ su una superficie doppia a quella consumata, rendendola fruibile alla comunità locale.

Il principio di compensazione ecologica è null’altro che un atto di civiltà. Queste opere di compensazione, ovviamente devono essere realizzate prima di ottenere il permesso di costruire e prevedere il vincolo a finalità di uso pubblico di carattere ecologico-ambientale.

Lecco è una città meravigliosa. Viviamo seduti su una miniera d’oro. Ma la stiamo usando come latrina.

Fermare il consumo di suolo agricolo e la cementificazione non richiede particolari preparazioni tecniche, ma una fortissima volontà politica. Ce l’avranno questa Giunta e questo consiglio?

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