“Il bike sharing sarà sempre in perdita”, questo è quanto afferma, quasi con vanto, l’Assessore alla mobilità e vicesindaco di Lecco Campione in merito al servizio di biciclette del Comune. Quasi con vanto come se un servizio pubblico debba essere per forza in perdita.
Ma, a monte, è lecito porre la domanda se il bike sharing di Lecco è veramente un servizio pubblico o un modo per ridurre i servizi pubblici, quelli veri?
Anche se fosse utile, mi chiedo, è necessario?
Non siamo nel campo delle opinioni, siamo più nel ginepraio dell’oggettivo sperpero di denaro pubblico.
Basta vedere numeri e cifre.
Anche facendo finta di non conteggiare quelli spesi per l’investimento iniziale.
1) Abbonamenti sottoscritti: 200. Su 50.000 abitanti
2) Incassati: 4000 euro. A fronte di una spesa ricorrente di 50.000 euro, ogni anno, tutti gli anni.
3) Utilizzi al giorno: meno di 10.
Può bastare?
Un servizio pubblico, di questo tipo, che è usato 10 volte al giorno in tutto da una manciata di utenti, è necessario?
Questa perdita è di 46000 euro, non bruscolini.
4) Una perdita del 92%. Manco la Parmalat.
Si sperperano 46000 euro, tutti gli anni, per far andare in bicicletta una dozzina di lecchesi.
1000 euro all’anno per bicicletta. Ferma.
Paradossalmente costerebbe molto meno compragliele le biciclette.
E’ serio? C’è da vantarsi?
Quei soldi sprecati equivalgono al costo di oltre 35.000 biglietti dell’autobus.
Servizio che invece l’Assessore Campione ha contribuito a peggiorare, tagliando le corse e aumentando, più volte, il biglietto.
La scusa: non ci sono soldi.
Già, li spreca con un fallimentare bike sharing
L’unica perdita accettabile (e auspicabile), a questo punto, sarebbe il suo posto da Assessore
2 pensieri su “BIKE SHARING: LA BICIOPOLI DEL COMUNE”