BURKINI: QUANDO A PAGARE E’ ANCORA UNA VOLTA LA DONNA

burkini-vietareLa vicenda del divieto di indossare il “burkini” in spiaggia promossa in Francia è, a mio parere, di una violenza inaudita.
Soprattutto verso la donna.

E’ un’ingiustizia. Ed essere d’accordo sul divieto è legittimarla, questa ingiustizia.

E’ come scendere un gradino la scala della ragione, dell’umanità, un gradino sembra poca cosa, ma se si alzano gli occhi e si guarda la scala dal basso, ci si accorge di quanto, questa società, queste Istituzioni, siano già sprofondate in basso.

A me pare di una evidenza e di una semplicità disarmante; e pure controproducente. Ma non per questa ormai trita e ritrita paura del terrorismo che non se ne può più, ma proprio nei confronti della donna che lo indossa. Che lo indossa per scelta o perchè costretta dal marito o chicchessia. Poco cambia.

Ora il risultato di questo divieto è che a pagare saranno ancora una volta le donne. Sia le donne islamiche che erano libere di scegliere e sceglievano di indossarlo sia quelle che purtroppo non potevano, non possono scegliere, e con il burkini almeno potevano andare al mare.
Vietarlo le condanna a una pena aggiuntiva tornare a tapparsi in casa.

E poi è uno Stato che deve imporre alle donne come vestirsi, di spogliarsi, o meno?
Mi pare che sia integralismo anche questo.
E in questo caso islamofobia.

Deve esserci il diritto di una persona – donna o uomo che sia – di vestirsi – e svestirsi – come vuole, quando vuole.

E sembra un caso secondario ma mi pare di notare che siano sempre gli uomini a decidere cosa una donna deve o non deve indossare.

E inoltre, in questa scala che porta la donna sempre un gradino più in basso, che ci porta tutti sempre un gradino più in basso, non vorremo far credere a noi e agli altri che sarà il bikini a rendere le donne più libere.

A volte per dimostrare qualcosa, in questo caso la nostra laicità, democraticità, si superano anche i limiti del buon senso.
Non è così che si crea una società civile, che si prova la convivenza e il dialogo. Non è allontanando le persone che il mondo fa passi avanti, migliora, progredisce.

Il velo, il burkini se mai una deciderà di toglierselo, lo farà con l’istruzione, con lo studio, con la riflessione, se vorrà.
Invece qui ci si sente moderni, superiori perchè multiamo una donna con il velo, che non da fastidio a nessuno.

E domani, lo Stato, chiunque, quasi sempre un uomo, deciderà che è tempo di multare e vietare chi andrà in spiaggia, con il costume intero, con le posate per mangiare, con i peli sulla schiena o i tatuaggi sulla pelle.
O perchè no, di vietare direttamente il mare. Tutti in montagna che così ci guadagna pure il turismo di Lecco.
Una cosa è sempre più certa, e va sottolineata, abbiamo dato dimostrazione qui a Lecco, altro che Parigi e Francia, con un assessore donna, che ha indossato un velo durante la celebrazione della fine del Ramadam, di essere deciamente più avanti, aperti, democratici, civili, liberi, pronti al dialogo.

Ma per il rispetto della donna, mi pare che abbiamo noi occidentali, una lunga strada ancora da percorrere prima di poter dare lezioni agli altri.
Le offese al corpo e alla dignità della donna, le sottomissioni, reali o implicite, ne è piena la cronaca, la politica, e la società, dovremmo aver solo la voglia di vederle come tali, prima di andare a fare lezioni di moralità agli altri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *