EUCOOKIELAW_BANNER_TITLE

GIOCHI TEMPI E SPAZI RESTITUITI

GIOCHI DI STRADA FUOCO(Più che) sottrarre spazi alla strada, riprenderseli e inventarli, reinventarli. Restituirli alle persone.
Creare pretesti e proposte di socialità.

I ragazzi sono chiusi in casa da un tempo ormai caduto dal calendario.  E in ogni dove chiusi si sta male.

Perché non essere pronti in questa primavera, che prima o poi deve arrivare, e creare altri spazi per stare insieme, per il gioco, per la musica, per il tempo che torna tempo e per tutto quello che si saprà inventare e condividere?

Perché dentro parchi, in parcheggi non solo più tali, sopra a un muro e in una piazza, in mezzo a un rione e lungo una passeggiata, in un non-luogo e in luogo-nuovo, con poco ma non per poco, non mettere a disposizione, condividere, moltiplicare il Bene Comune e spazio condiviso e libero?
Mettendo un canestro e due righe dove ora non c’è, una pedana per giochi, esercizi, yoga, una porta disegnata su un muro, due prese in un quadro, un bersaglio sulla parete, una campana con i gessetti, due assi ricurve per salti con le rotelle, caselle alternate per le pedine, uno schermo smart e un solco a biscia di biglia come una pista, un tavolo con una rete di legno….
E chi ne ha più ne metta.

Riprendere fiato perdendolo in giochi, in suoni e in tutto quello che ognuno e insieme saprà inventare. Moltiplicando BeneComune e spazio liberato, restituito, alle persone.

PER NON DARVELI MEZZ’ORA PRIMA NON VE LI DO AFFATTO

perosino-pesci-esche-lenze-1955-viglongo-777ad0f7-3096-4a02-b6b8-56b752d99f43Le commissioni in streaming stan diventando stand up comedy, già da seduti.

L’assessore Pietrobelli prova e riprova a tappare i buchi, a spiegare, ad alzare il livello, a prendere seriamente il ruolo.
Speriamo che molti imparino.

A iniziare dall’ex assessore Valsecchi e dalla sua sostituta Sacchi.

Il primo che risponde alle domande fatte dai consiglieri all’assessora.
Non ha ancora metabolizzato, digerito.
Risponde anche se gli vien detto che non sono per lui su verde pubblico, vasca a Movedo, via Valsugana e l’accordo con la Fiocchi.
Si capisce: cerca una spalla su cui piangere
Siamo alla commedia

La nuova assessora Sacchi dà l’impressione di esser li per sbaglio.
Dopo aver già millantato sui ponti pedonali chiusi, risponde a domande mai poste solo perché se l’era in precedenza preparate, è all’oscuro dell’esistenza del Centro sportivo Gal, della possibilità per altri culti oltre le parrocchie di attingere a contributi previsti a bilancio tanto che Pietrobelli deve venirle nuovamente in soccorso; nasconde documentazione ai consiglieri, glielo fanno notare, si giustifica arrampicandosi come un pulitore di facciate di grattacieli: “siccome non volevo darveli all’ultimo non ve li ho dati affatto”.
Siamo alla commedia. Amara.

Proteggete il soldato Pietrobelli, per carità.

Ma la commedia si trasforma in farsa quando nel Bilancio spunta la voce di 7 milioni di euro di ulteriore stanziamento per il Nuovo Municipio.  Non perché si è aggiunto piscina, pc, pannelli o rubinetti di marca, ma perché la Giunta prima pur avendo detto che tutto finito costava 12 milioni, si era dimenticata che era solo per terminare il primo dei due lotti.
Tutti complici: Pd, Appello forse pure gli uffici
Giustamente l’assessore Pietrobelli stupito ne ha sottolineato la gravità e la scorrettezza contabile e finanziaria.

C’è da ridere, con spavento

LA CONSULTA GIOVANILE CHE NON C’E’ E L’AUTONOMIA

FB_IMG_16125186376546724Gennaio. Un paio di settimane fa. Però del 2011.

“Chiude il CAG Il Parchetto, lo riapriremo a breve dichiara il Sindaco”. Giusto 10 anni fa.

L’aggregazione non è più una virtù. Altro che Covid.
Oltre agli spazi iniziò a mancare anche il rispetto degli impegni.
Ora, dopo un percorso di potenziamento degli ultimi anni del Servizio Informagiovani, soprattutto nell’aspetto di un approccio riparativo dentro i bisogni dei giovani, una settimana fa la Giunta ha deliberato di partecipare a un Bando del Governo per un surrogato di riapertura del Cag il Parchetto di Maggianico.
Però al Centro sociale di Germanedo.
Progetto da 155.000 euro.
Metà per rimettere in sesto sale, palestra e spazi.
Quattro associazioni, scelte dal Comune,  invece si divideranno quasi tutto il resto.
Una decina di ragazzi gestirà attività e incontri e, in futuro, la co-gestione.
Un buon inizio.
Restano evidenti però, ancora una volta, alcune lacune.
– Il Cag Parchetto con la sua progettualità autonoma probabilmente non riaprirà mai più.
– I Progetti di riconoscimento dei giovani, di valore e investimento economico il Comune li fa solo se altri mettono i soldi. Altrimenti lui ci mette poco o pure nulla.
– E’ molto importante, l’abbiam visto negli anni, che l’Informagiovani ci sia. Ma non tutto può e deve passar da lì e non è nemmeno giusto, passi di lì.
– Ci sono spazi immateriali che vanno lasciati liberi ma attrezzati. A partire da quelli dentro una socialità fuori dal mercato e dalla speculazione. Il Comune questo deve tenerne conto.
Un aspetto lacunoso che fa da cornice a tutto questo – e ne segna anche la precarietà – è la mancanza, grave e cronica, di una Consulta Giovanile Comunale, già votata a grande maggioranza nel marzo 2015, su odg di Zamperini, e promessa di lì a poco.
Ma si sa, per il consenso bastan le proposte e mai la cura degli impegni presi e della reale concretizzazione, infatti se ne son disinteressati, e son passati già 5 anni.
Non sarebbe male iniziare in un luogo tra pari, autonomo e riconosciuto l’elaborazione istituzionale delle proposte.
E non calarle.
Così per rispondere anche alla domanda che sono i giovani a scegliere che cosa è utile per loro e a assumersi la responsabilità e l’impegno di costruirlo, nel confronto.

E ALLORA LE FOIBE?

unnamedL’abbiam già visto ogni anno, da anni. La Giornata del Ricordo, è un grimaldello di strumentalizzazione e legittimazione che destre, fasci e nazionalisti manipolano a proprio favore

Ho sempre pensato che fosse doveroso e civico, per questo, cambiare nome a quel pezzo di riva del nostro lungolago, teatro di questa retorica

Una ricorrenza che nostalgici e non solo, vogliono equiparare alla Giornata della Memoria, celebrata nel giorno della Liberazione di Auschwitz

È quindi un’urgenza, civica direi, fermare il meccanismo che si è messo in moto, impedire che il Giorno del Ricordo diventi una data memorabile fascista

Le Istituzioni però non vogliono togliere i nomi alle vie e ai propagandisti almeno il monopolio delle celebrazioni

Si presenzi e si dica, in forza della Storia del Novecento e della verità, che le foibe non possono essere in alcun modo considerate un tentativo di genocidio.
E sebbene non si vuole né sminuire la tragedia né la violenza, anche sulle foibe bisogna attenersi a fatti storicamente accertati.
E non su quelle “verità” figlie di mistificazioni, di imbrogli retorici, di convenienze politiche, che si riempiono la bocca appunto di genocidio, “pulizia etnica”, di “centinaia di migliaia” persone prima arrestate, poi torturate e infine infoibate, cioè gettate vive nelle voragini, perché non è vero.

È grave davanti a ciò, lasciare toponomastica che alimenta questa propaganda, star dentro celebrazioni con parole di riconciliazione e legittimazione

È dimenticarsi di essere partigiani, antifascisti, è irrispettoso della Storia, di Auschwitz, Lotta Partigiana, guerre mondiali, Leggi razziali, Stragi e Eccidi.

“E allora le foibe?” è e resta solo il tormentone della destra quando è obbligata a fare i conti con la Storia del Novecento.

Ps: c’è ora un agile e utile libretto in libreria di Eric Gobetti: “E allora le foibe?” ed. Laterza

LA MEMORIA CHE NON HA MEMORIA

chrome_qrcode_1611814482698

In questi giorni ricorre la giornata della Memoria che memoria non ha.

Non festeggiamo e basta.
Facciamo altro:​ informiamoci e raccontiamo che la crudeltà nazifascista non è morta, che oggi vive e che si chiama Sionismo, occupazione della Palestina.

Che oggi vive e che si chiama Respingimenti, di mare e di terra. Lungo le rotte del Mediterraneo e quelle dei Balcani.

Che oggi vive e che si chiama Revisionismo. Che “i morti sono tutti uguali”, che vanno celebrati perché “han dato la vita per un ideale”, dimenticando di dire che l’ideale era quello che da 20 anni stava massacrando persone. Quello delle Leggi razziali, dei campi di sterminio, delle torture, della guerra, dei gas….

Che oggi vive e che si chiama Legalità e non Giustizia. Dentro le Leggi dei Tribunali Egiziani e non, tracimanti di volti a migliaia col nome Patrick Zaki e Giulio Regeni

Che oggi vive e che si chiama Sfruttamento di ambiente e del lavoratore. Che dà un dollaro al giorno manco per sopravvivere e gli chiede 10000 dollari per i farmaci salvavita.

Che oggi vive e che si chiama Rimozione della Memoria, che sono Gaza e Piombo fuso, l’Assedio di Sarajevo, il Ghetto di Varsavia, il Rwanda, Portopalo, le Stragi di Stato ect ect,

I partigiani lottavano per la libertà i fascisti stavano con i nazisti. Deve essere ed è un punto inamovibile

In questi giorni ricorre la giornata della memoria che memoria non ha, poniamo rimedio.
Perché la Giornata della Memoria non sono e non siano solo giornate.

IN PIAZZA PER LA SCUOLA A SCUOLA

IMG_20210111_223647La “classe” auto-organizzata di studenti delle scuole di Lecco nella piazzetta del Broletto lunedì per fare lezione in Dad è da togliere il fiato

Segno insieme di bellezza e di disagio

Non possiamo fare finta e sottovalutare che in Italia: – abbiam chiuso le scuole per primi e siamo gli ultimi a riaprirle
– che ogni 3 giorni cambiamo idea e decidiamo di riaprirle per chiuderle 8 ore prima della riapertura.
Solo questa settimana già 4 volte.

Già dal primo lockdown, a differenza di diversi Paesi europei, abbiamo sacrificato il sapere degli adolescenti. Creando insofferenza e sofferenza.
Alimentando e ampliando i divari di saperi

Abbiamo investito in banchi a rotelle e nulla in personale. Gli studenti e chi abita la scuola è costretto a vivere alla giornata.

Presidi e personale Ata han dovuto inventarsi arredatori di interni, ingegneri gestionali e crew di sicurezza. E dopo aver redatto e applicato, in ogni singola scuola, protocolli su protocolli, la politica non ha fatto nulla, se non farli chiudere

E così studenti a casa, davanti a uno schermo, in pigiama con la speranza che la connessione regga o non regga.

E a ogni annuncio da parte di CTS (il comitato tecnico scientifico) e OMS che la scuola è sicura e si può fare in presenza, a prescindere dai vaccini, la politica rinviava e rinvia. Annuncia e rinvia.

Sono aperti i luoghi di lavoro, negozi, tabacchi ect ma le scuole non vanno sotto la voce economia

Quindi vedendo questi studenti ieri credo sia necessario che la solidarietà ricevuta dai passanti sia estesa, collettiva e pubblica, anche simbolicamente, da parte anche del loro corpo insegnante e, non potendo far con loro lezioni ufficiali all’aperto, si concordasse, se condiviso da entrambi, una lezione (fuori orario) in più luoghi pubblici diffusi, contemporaneamente.

Una scuola a scuola in piazza
In piazza per la scuola a scuola

Aperta ai passanti, alla cittadinanza.

a forza di essere vento