Diritti
DECRESCITA
Qui in questo spazio vogliamo provare a parlare di Decrescita e Sobrietà
sotto l’aspetto soprattutto del pensiero teorico e della concretezza pratica.
Delle risposte a domande, forse, inevase.
Ci sembra che manchino un po’ di raccordi, pilastri.
Crediamo ci sia un lavoro immenso da fare sull’immaginario, vivere all’altezza del proprio desiderio che in fondo, ci pare, è la sostanza della decrescita che chiede un lavoro immane su se stessi e con gli altri.
Ecco oltre ad alcuni tasselli di concretezza pratica questo vuole essere uno spazio aperto per capire soprattutto come organizzarci perchè c’è da pensare la fase della transizione, della decolonizzazione, mentre la crescita è ancora nelle teste, insomma quella che anche per Serge Latouche (il padre della decrescita) sarebbe una catastrofe.
La questione è, secondo noi di Khorakhané, infatti, come ci si gestisce nel frattempo, perchè o uno immagina che domani mattina c’è la rivoluzione oppure bisogna gestire la transizione ma sopratutto bisogna fare che la rivoluzione non si trasformi nell’ennesimo potere.
Perchè se chiude domani una fabbrica io devo rispondere che faccio?
E’ questa la questione
la decrescita propone un altro mondo ma intanto io ho fame. E crediamo che non basti pensare come se il lavoro gia non ci fosse.
E’ la vecchia poesia di Bertold Brecth, cambiare il mondo ma anche dare la coperta a chi stanotte dorme sotto la neve perchè altrimenti quello prima che il mondo sia cambiato è crepato di freddo.
Noi, per il momento, viaggiamo su due binari. In uno cerchiamo altri a cui porre la domanda
Sull’altro restiamo noi e il lavoro da fare su di noi.
Ciascuno da sé e ognuno insieme agli altri.
Questo spazio è per noi e per voi
Ciascuno da sé e ognuno insieme agli altri.
CAMPAGNE
COSI VA IL MONDO
va cosi perchè ce lo lasciamo andare
10.000 METRI QUADRI PER UN’IDEA GENIALE
10.000 metri quadri per un’idea geniale.
La offre la proprietà della Icam di Pescarenico, da concretizzare fra 4 anni, quando la fabbrica di cioccolato si trasferirà ad Orsenigo.
Vale la pena fare un concorso di idee ed accettare la sfida.
Allora propongo di non lasciar cadere la disponibilità della famiglia Agostoni e ragionare su un progetto più concreto. Più realizzabile.
Le idee geniali di solito sono colpi di fulmine, intuizioni, ecco qui la mia, seria, abbozzata al volo.
Allora è necessario almeno per una parte vitale, 25%?, indispensabilmente adibirla in alloggi per fasce deboli, altrettanti per famiglie solidali, cioè spazi in comune e apertura mentale. Un poco meno, 10%, che raccolgano l’esigenza che si concretizzerà con la nuova Università, per gli studenti, così da evitare speculazioni figlie di questo bisogno alloggiativi.
1% al Sindaco che vi si trasferisce per il periodo del proprio mandato.
Un 10% spazi alloggiativi e operativi per artisti e perbenisti, che magari si riconvertono ma sopratutto faranno sì che sull’area si investa davvero.
Poi ci vogliono le attività e gli spazi pubblici.
Un ristorante-bar con solo prodotti locali e biologici e un Gruppo di acquisto solidale mandati avanti anche da disabili mentali.
Penso cioè ad una grande area per lo sviluppo ed il sostegno dei produttori locali dell’agricoltura (e non solo) biologica che lì troverebbero un mercato e uno sbocco, dignitoso e sostenibile ai loro prodotti.
Penso anche ad un’area dedicata al commercio equo e solidale per sviluppare e accompagnare anche i produttori del sud del mondo in un’autodeterminazione che non sia beneficenza
La vicinanza con la vicina piazzola del Bione permette di pensare non solo ad uno spazio di riciclo e di riuso rimontaggio delle bici ma ad attività per il recupero dei rifiuti per la rimessa in circolo ed in uso di questi prodotti.
E con l’aiuto del Comune un incentivo a creare l’area interamente interdetta al traffico a motore privato, i carretti con i muli vanno bene lo stesso, e un’attività economica cooperativa attraverso un parco macchine destinate al car sharing per la città e il suo territorio, sostenute con politiche di mobilità sostenibile.
E spazio verde vero e abbondante. L’opposto di quello alle Meridiane.
Piccole botteghe artigianali, fontanelle in abbondanza
Una piccola cittadella dell’altra società, uno spazio pubblico sottratto all’accumulazione privata per un progetto profetico ed eversivo. Che dia sviluppo economico, lavoro e benessere sociale.
Coordinato e controllato da (un consorzio di) Enti pubblici ed autogestito dalle realtà, di donne e uomini che lo vivranno.
Penso, lì davanti alla palazzina dei vigili del Fuoco ad un Teatro e Centro per le arti e la sperimentazione giovanile poveri nell’aspetto ma ricchi di socialità e comunità.
Penso ad una banca di microfinanza, alimentata dai cittadini per rispondere ai bisogni locali.
Uno sportello etico gestito per informazioni e supporto a richieste di sviluppo sostenibile, tranquillità finanziaria, incroci di domande e offerte per nuovi stili di vita.
Ho già il nome delle vie interne: BlueRose, Caribe, Vanini. Moresca, Fam.Agostoni,
In fondo la famiglia Agostoni, dopo il trasferimento della Icam ad Orsenigo, vuole passare alla storia per aver portato via il “buono” di Lecco o per averlo accresciuto e condiviso?
Pubblicata su provincia 23 marzo
SI AVVICINANO LE ELEZIONI E NON HO NIENTE DA METTERMI
Si avvicinano le elezioni e non ho ancora deciso per chi votare.
Si ha quasi l’impressione che i politici si interessino di noi solo sotto elezioni e che pensino che noi ci interessiamo di loro solo sotto elezioni, altrimenti non si spiegherebbe questa totale mancanza di rispetto nei nostri confronti.
Mi riferisco al fatto di credere (da parte loro) che noi crediamo alle loro promesse elettorali.
Ciò significa considerarci dei deficienti.
L’astensionismo è una grossa tentazione, ma quand’anche questa arrivasse al 50%, qualche testa d’uovo salterebbe su a spiegarci che queste sono le percentuali delle ‘democrazie moderne’ (per es. Usa) e quindi va benone così.
La scheda bianca è pericolosissima: basta un veloce tratto di matita durante lo spoglio e in un nanosecondo diventerebbe un altro voto per lorsignori.
La scheda nulla sarebbe un’opzione, avrei già in mente un paio di frasi da scrivere, ma le leggerebbe solo qualche scrutatore.
E poi occorre considerare che il computo dei seggi avviene sulla base dei voti validi, fossero anche il 3% degli aventi diritto:
in parlamento non ci sono posti vuoti a rappresentare gli astenuti. Ragion per cui, per qualcuno mi toccherà pure votare…Non certo per una delle due maggiori coalizioni, la cui comune ‘mission’ collide con i miei ideali e anche con i miei interessi, atteso che non sono un industriale (voi sì invece, eh?).
Bertinotti come compagno e fautore di ‘conflitto sociale’ mi dà poco affidamento. Casini non lo prendo neppure in considerazione.
I socialisti candidano De Michelis (e volevano pure Mastella).
La Santanchè … sì mi piace ma per altri motivi.
Resterebbero quelle liste minori, che non hanno alcuna chance di raggiungere il quorum, ma che si possono votare per far dispetto ai partiti maggiori che si morderebbero le mani pensando a quanti deputati e senatori avrebbero potuto avere se si fossero accaparrati anche quel 1 o 2% di ‘voti dispersi’.
Quasi quasi colgo l’occasione per togliermi lo sfizio di apporre la croce, per la prima volta in vita mia, sulla falce e martello, prima che anche questo glorioso simbolo scompaia dalle schede elettorali …Ma ho scoperto che saranno due i partiti a fregiarsi di tale simbolo e qui si apre un altro dilemma : chi è più a sinistra? Non vorrei sbagliare a votare anche stavolta
PERDEREMO LE ELEZIONI. ANCHE VOI? Pev il bene di opevai e opevaie
Dunque, la stragrande maggioranza degli italiani (delusa, schifata, indignata dalla politica, ecc. ecc.) si appresta a votare in massa e ad incoronare la Supercasta, ovvero il Veltrusconi, (bene che vada per qualcuno) ovvero le classi politiche che hanno (s)governato ininterrottamente gli ultimi 15 anni questo Belpaese.
La novità è che ora non lo (s)governeranno a corrente alternata, con una parvenza di bilanciamento di poteri, ma senza opposizione. Si prospetta infatti un esecutivo, nelle intenzioni dichiarate dagli stessi ‘contendenti’, costituito da personalità di entrambi gli schieramenti, ‘alla Sarkò’ per intenderci.
E che c’è di meglio di un governissimo sostenuto da Berlusconi, De Benedetti, Montezemolo per affrontare quella che si annuncia come una delle più gravi crisi finanziarie che inciderà anche nell’economia reale del nostro paese, per proteggere i poteri forti dalla tempesta e scaricarne i costi sui soliti noti ?
Soliti noti che non potranno certo contare sulla marginale e residuale opposizione della pattuglia di parlamentari della “cosa rossa”, che sarà inconsistente, non solo numericamente, (al Senato poi forse non ci sarà nemmeno) ma anche politicamente, come abbiamo imparato in questi anni. Sappiamo bene di che (non) sono capaci i vari Giordano, Diliberto, Pecoraro … Per non parlare del ‘candidato premier’, che al momento decisivo e irripetibile per la sinistra italiana, chiedeva a tutti i costi e otteneva la comoda e prestigiosa poltrona di Presidente della Camera, piuttosto che un Ministero di peso attraverso il quale avrebbe potuto incidere con maggior incisività nell’azione di governo, “pev il bene di opevai e opevaie” … Mala tempora currunt.