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PER NON DARVELI MEZZ’ORA PRIMA NON VE LI DO AFFATTO

perosino-pesci-esche-lenze-1955-viglongo-777ad0f7-3096-4a02-b6b8-56b752d99f43Le commissioni in streaming stan diventando stand up comedy, già da seduti.

L’assessore Pietrobelli prova e riprova a tappare i buchi, a spiegare, ad alzare il livello, a prendere seriamente il ruolo.
Speriamo che molti imparino.

A iniziare dall’ex assessore Valsecchi e dalla sua sostituta Sacchi.

Il primo che risponde alle domande fatte dai consiglieri all’assessora.
Non ha ancora metabolizzato, digerito.
Risponde anche se gli vien detto che non sono per lui su verde pubblico, vasca a Movedo, via Valsugana e l’accordo con la Fiocchi.
Si capisce: cerca una spalla su cui piangere
Siamo alla commedia

La nuova assessora Sacchi dà l’impressione di esser li per sbaglio.
Dopo aver già millantato sui ponti pedonali chiusi, risponde a domande mai poste solo perché se l’era in precedenza preparate, è all’oscuro dell’esistenza del Centro sportivo Gal, della possibilità per altri culti oltre le parrocchie di attingere a contributi previsti a bilancio tanto che Pietrobelli deve venirle nuovamente in soccorso; nasconde documentazione ai consiglieri, glielo fanno notare, si giustifica arrampicandosi come un pulitore di facciate di grattacieli: “siccome non volevo darveli all’ultimo non ve li ho dati affatto”.
Siamo alla commedia. Amara.

Proteggete il soldato Pietrobelli, per carità.

Ma la commedia si trasforma in farsa quando nel Bilancio spunta la voce di 7 milioni di euro di ulteriore stanziamento per il Nuovo Municipio.  Non perché si è aggiunto piscina, pc, pannelli o rubinetti di marca, ma perché la Giunta prima pur avendo detto che tutto finito costava 12 milioni, si era dimenticata che era solo per terminare il primo dei due lotti.
Tutti complici: Pd, Appello forse pure gli uffici
Giustamente l’assessore Pietrobelli stupito ne ha sottolineato la gravità e la scorrettezza contabile e finanziaria.

C’è da ridere, con spavento

LA CONSULTA GIOVANILE CHE NON C’E’ E L’AUTONOMIA

FB_IMG_16125186376546724Gennaio. Un paio di settimane fa. Però del 2011.

“Chiude il CAG Il Parchetto, lo riapriremo a breve dichiara il Sindaco”. Giusto 10 anni fa.

L’aggregazione non è più una virtù. Altro che Covid.
Oltre agli spazi iniziò a mancare anche il rispetto degli impegni.
Ora, dopo un percorso di potenziamento degli ultimi anni del Servizio Informagiovani, soprattutto nell’aspetto di un approccio riparativo dentro i bisogni dei giovani, una settimana fa la Giunta ha deliberato di partecipare a un Bando del Governo per un surrogato di riapertura del Cag il Parchetto di Maggianico.
Però al Centro sociale di Germanedo.
Progetto da 155.000 euro.
Metà per rimettere in sesto sale, palestra e spazi.
Quattro associazioni, scelte dal Comune,  invece si divideranno quasi tutto il resto.
Una decina di ragazzi gestirà attività e incontri e, in futuro, la co-gestione.
Un buon inizio.
Restano evidenti però, ancora una volta, alcune lacune.
– Il Cag Parchetto con la sua progettualità autonoma probabilmente non riaprirà mai più.
– I Progetti di riconoscimento dei giovani, di valore e investimento economico il Comune li fa solo se altri mettono i soldi. Altrimenti lui ci mette poco o pure nulla.
– E’ molto importante, l’abbiam visto negli anni, che l’Informagiovani ci sia. Ma non tutto può e deve passar da lì e non è nemmeno giusto, passi di lì.
– Ci sono spazi immateriali che vanno lasciati liberi ma attrezzati. A partire da quelli dentro una socialità fuori dal mercato e dalla speculazione. Il Comune questo deve tenerne conto.
Un aspetto lacunoso che fa da cornice a tutto questo – e ne segna anche la precarietà – è la mancanza, grave e cronica, di una Consulta Giovanile Comunale, già votata a grande maggioranza nel marzo 2015, su odg di Zamperini, e promessa di lì a poco.
Ma si sa, per il consenso bastan le proposte e mai la cura degli impegni presi e della reale concretizzazione, infatti se ne son disinteressati, e son passati già 5 anni.
Non sarebbe male iniziare in un luogo tra pari, autonomo e riconosciuto l’elaborazione istituzionale delle proposte.
E non calarle.
Così per rispondere anche alla domanda che sono i giovani a scegliere che cosa è utile per loro e a assumersi la responsabilità e l’impegno di costruirlo, nel confronto.

E ALLORA LE FOIBE?

unnamedL’abbiam già visto ogni anno, da anni. La Giornata del Ricordo, è un grimaldello di strumentalizzazione e legittimazione che destre, fasci e nazionalisti manipolano a proprio favore

Ho sempre pensato che fosse doveroso e civico, per questo, cambiare nome a quel pezzo di riva del nostro lungolago, teatro di questa retorica

Una ricorrenza che nostalgici e non solo, vogliono equiparare alla Giornata della Memoria, celebrata nel giorno della Liberazione di Auschwitz

È quindi un’urgenza, civica direi, fermare il meccanismo che si è messo in moto, impedire che il Giorno del Ricordo diventi una data memorabile fascista

Le Istituzioni però non vogliono togliere i nomi alle vie e ai propagandisti almeno il monopolio delle celebrazioni

Si presenzi e si dica, in forza della Storia del Novecento e della verità, che le foibe non possono essere in alcun modo considerate un tentativo di genocidio.
E sebbene non si vuole né sminuire la tragedia né la violenza, anche sulle foibe bisogna attenersi a fatti storicamente accertati.
E non su quelle “verità” figlie di mistificazioni, di imbrogli retorici, di convenienze politiche, che si riempiono la bocca appunto di genocidio, “pulizia etnica”, di “centinaia di migliaia” persone prima arrestate, poi torturate e infine infoibate, cioè gettate vive nelle voragini, perché non è vero.

È grave davanti a ciò, lasciare toponomastica che alimenta questa propaganda, star dentro celebrazioni con parole di riconciliazione e legittimazione

È dimenticarsi di essere partigiani, antifascisti, è irrispettoso della Storia, di Auschwitz, Lotta Partigiana, guerre mondiali, Leggi razziali, Stragi e Eccidi.

“E allora le foibe?” è e resta solo il tormentone della destra quando è obbligata a fare i conti con la Storia del Novecento.

Ps: c’è ora un agile e utile libretto in libreria di Eric Gobetti: “E allora le foibe?” ed. Laterza

IN PIAZZA PER LA SCUOLA A SCUOLA

IMG_20210111_223647La “classe” auto-organizzata di studenti delle scuole di Lecco nella piazzetta del Broletto lunedì per fare lezione in Dad è da togliere il fiato

Segno insieme di bellezza e di disagio

Non possiamo fare finta e sottovalutare che in Italia: – abbiam chiuso le scuole per primi e siamo gli ultimi a riaprirle
– che ogni 3 giorni cambiamo idea e decidiamo di riaprirle per chiuderle 8 ore prima della riapertura.
Solo questa settimana già 4 volte.

Già dal primo lockdown, a differenza di diversi Paesi europei, abbiamo sacrificato il sapere degli adolescenti. Creando insofferenza e sofferenza.
Alimentando e ampliando i divari di saperi

Abbiamo investito in banchi a rotelle e nulla in personale. Gli studenti e chi abita la scuola è costretto a vivere alla giornata.

Presidi e personale Ata han dovuto inventarsi arredatori di interni, ingegneri gestionali e crew di sicurezza. E dopo aver redatto e applicato, in ogni singola scuola, protocolli su protocolli, la politica non ha fatto nulla, se non farli chiudere

E così studenti a casa, davanti a uno schermo, in pigiama con la speranza che la connessione regga o non regga.

E a ogni annuncio da parte di CTS (il comitato tecnico scientifico) e OMS che la scuola è sicura e si può fare in presenza, a prescindere dai vaccini, la politica rinviava e rinvia. Annuncia e rinvia.

Sono aperti i luoghi di lavoro, negozi, tabacchi ect ma le scuole non vanno sotto la voce economia

Quindi vedendo questi studenti ieri credo sia necessario che la solidarietà ricevuta dai passanti sia estesa, collettiva e pubblica, anche simbolicamente, da parte anche del loro corpo insegnante e, non potendo far con loro lezioni ufficiali all’aperto, si concordasse, se condiviso da entrambi, una lezione (fuori orario) in più luoghi pubblici diffusi, contemporaneamente.

Una scuola a scuola in piazza
In piazza per la scuola a scuola

Aperta ai passanti, alla cittadinanza.

LECCO: + AUTO ECO – PARCHEGGI VERDI

FB_IMG_16106065713343380Ambientalmente, l’ala verde in Giunta, è fautrice di azioni simboliche: i vasetti di fiori in campagna elezioni, le pianticelle per i davanzali delle case private, la raccolta differenziata nei cimiteri, il bonus per le e.bike ai ricchi e, l’anno scorso, 9 stalli verdi gratis in centro per parcheggiare auto elettriche… sempre con la promessa che da simboliche poi “prenderanno forma”, incidendo così nelle scelte quotidiane

Poi, però, ai vasetti di fiori sui davanzali da una parte, ci son alberi tagliati e ampliamenti di cave dall’altra, ai soldi per le ebike ai ricchi nessuno sconto per i bus di tutti e zero righe per corsie ciclabili, ai 2 bidoni nei cimiteri ci son 1000 sacchi mal ritirati in strada

Non bastasse questo, con Delibera di Giunta nr.244 del 23/12/20 i gesti simbolici pare si trasformino pure in farsa

Infatti i famosi 9, nove, stalli verdi per auto elettriche/ibride plug-in, inaugurati in pompa magna ad agosto 2019, con ben 5 ore consecutive di parcheggio gratis, son diventati 6, sei. Gli stalli non le ore. Taglio secco del 30%

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Non che i parcheggi verdi fossero questa rivoluzione e utilità ma ridurli proprio quando, grazie agli incentivi del Governo, queste auto aumentano…

Il problema vero in fatto di mobilità a Lecco, al di là di 9 o 6 o 18 stalli verdi, è che si è sempre all’anno zero: nessun semaforo a precedenza bici, nessuna nuova zona 30, nessuna casa avanzata agli stop… nessun bus navetta centro/periferia, nessun incentivazione ai bus, nessuna restituzione di strada alle persone…

LA RUERA AVANZATA DELLA GRATITUDINE

FB_IMG_16095815894366967Il viaggio della gratitudine che il Comune per qualche decina di migliaia di euro ci sta somministrando in pillole fb e maxischermi a ruote, ha saltato una tappa, è scivolato non sulla neve ma sulla ruera.

Non è affatto detto che la realtà sia migliore della fiction e degli spot elettorali dentro i quali pensavamo di dover viverci solo per le elezioni, e invece son tracimati in abitudine comunicativa

La realtà del ritardo e addirittura mancato ritiro della spazzatura non può essere liquidato con la neve o addirittura nascosto con comunicati stampa negazionisti e quindi offensivi

Ci sono più vie e più zone dove la mezzanotte dell’ultimo dell’anno quando si buttano dalla finestra le cose vecchie, è ogni settimana

Sacchi su sacchi fin dentro l’ora di pranzo

Una parte dei problemi della ruera a Lecco è l’inciviltà dei suoi abitanti: cestini pieni, esposizione ballerina, conferimenti irregolari..
Dato però che non assolve, ne giustifica l’Amministrazione.

Perché è un problema evidente da anni Doppiamente grave perché gestito e permesso da politici ambientalisti

Vi è un regolamento sanzionatorio non efficace, controlli ridicoli o assenti, campagna informativa a singhiozzo, negligenze organizzative, carenza di personale e mezzi, nessun evoluzione o sperimentazione di modalità di raccolta differenti, in attesa della finta panacea della tariffa puntuale del 2022

Non possiamo sempre essere all’anno zero

Perché la realtà sarebbe il solo ingrediente costitutivo (perché radicalmente nuovo) di questa Amministrazione che dice di cambiare passo ma poi scivola sul quotidiano